La conferenza internazionale di Roma sottolinea che è tempo di adottare una politica più ferma nei confronti dell’Iran
Il 29 novembre 2024 si è svolta al Senato italiano, a Roma, un’importante conferenza organizzata dal “Comitato globale per lo Stato di diritto – Marco Pannella (GCRL)”.
La conferenza ha esaminato le attuali politiche dell’UE nei confronti del regime iraniano e ha proposto una strategia alternativa, alla luce delle crescenti violazioni dei diritti umani in Iran, del bellicismo nella regione e del terrorismo sponsorizzato dall’Iran, che ha raggiunto anche l’Europa.
L’evento ha visto la partecipazione di illustri relatori, tra cui: il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della IV Commissione per le politiche dell’Unione europea; Alejo Vidal-Quadras, presidente di “In Search of Justice” (ISJ) e già vicepresidente del Parlamento europeo (1999-2014); Cinzia Bonfrisco, già membro del Parlamento europeo; Roberto Rampi, già senatore della Repubblica; Farzin Hashemi, vicepresidente della Commissione per gli affari esteri del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI); Matteo Angioli, moderatore e segretario del GCRL.
Il discorso di apertura è stato tenuto dal professor Alejo Vidal-Quadras, miracolosamente sopravvissuto a un attentato degli agenti del regime iraniano, nel quale è stato ferito alla mascella da un proiettile sparato da distanza ravvicinata a Madrid, il 9 novembre 2023. Il professor Vidal Quadras è stato il primo politico europeo ad essere stato colpito in Europa dal terrorismo sponsorizzato dallo Stato iraniano. Egli ha presentato il libro bianco dell’ISJ, intitolato “La politica fallimentare dell’Europa nei confronti dell’Iran”, sottolineando l’urgente necessità di un cambio di approccio da parte dell’Unione europea, alla luce della crescente aggressività del regime iraniano e del suo impatto sulla stabilità regionale e sulla sicurezza globale.
La comunità internazionale è sempre più preoccupata per le violazioni dei diritti umani da parte del regime iraniano e per la sua continua azione bellicista, che ora minaccia anche l’Europa.
Da quando Masoud Pezeshkian, il nuovo presidente, si è insediato nel mese di agosto, il regime iraniano ha giustiziato almeno 540 persone, tra cui 17 donne e diversi giovani: questi dati evidenziano l’urgenza di affrontare il problema e la necessità di una politica ferma nei confronti dell’Iran, a partire dall’inserimento delle Guardie rivoluzionarie (IRGC) nella lista nera dei gruppi terroristici dell’Unione Europea.
In una parte del suo intervento, il senatore Giulio Terzi ha affermato: “Il regime di Teheran impiega il terrorismo come strumento di politica estera. L’Iran di oggi, sotto il giogo dei mullah, interferisce in molti Paesi, ma è molto debole sul piano interno, regionale e internazionale; ha subito una battuta d’arresto militare”.
Il senatore Terzi ha aggiunto: “Dobbiamo stabilire alcune linee guida e dobbiamo applicare i principi fondamentali del diritto internazionale al regime, per fermare il terrorismo del regime iraniano e impedirgli di diffonderlo”. “L’accondiscendenza europea nei confronti del regime iraniano, l’idea che la teocrazia cambierà il suo comportamento e che si riformerà, modificando approccio rispetto a quello attuato da Raisi, dai leader precedenti, e da quello attualmente al potere, è inutile. Il regime è incapace di attuare riforme”.
Il senatore ha così concluso: “Gli europei hanno continuato i loro scambi con il regime nella speranza di instaurare buone relazioni, ma dobbiamo affrontare la realtà: questo approccio non ha funzionato e i rapporti dell’ISJ lo evidenziano”.
Nel suo intervento il Prof. Vidal Quadras ha ribadito: “L’obiettivo di questo incontro è quello di presentare un libro bianco, “La politica fallimentare dell’Europa nei confronti dell’Iran”. Il regime iraniano è uno Stato terrorista, e l’approccio dell’UE è stato sbagliato e deve cambiare. Negoziare con questo regime è controproducente; etichettare l’opposizione democratica iraniana come terrorista e allo stesso tempo fornire fondi al regime non ha fatto altro che rafforzarlo. La distinzione tra moderati e integralisti è un miraggio. Il popolo iraniano è pronto per la democrazia e il CNRI, guidato da Maryam Rajavi, è un’alternativa credibile. L’UE deve sostenere pienamente quest’opposizione e neutralizzare la capacità operativa dell’IRGC”.
Il Professore ha aggiunto: “Un’altra narrazione mendace è che la caduta del regime porterebbe al caos e che avremmo un’altra Libia, un altro Iraq o un’altra Siria. La conclusione a cui tenta di giungere chi diffonde questa narrazione è che il regime potrà anche essere criminale, ma è possibile stringere accordi con esso.
Si tratta di una visione palesemente cieca. Il popolo iraniano è pronto per la democrazia. La sostituzione di uno Stato totalitario richiede un’alternativa credibile. In Iran esiste un’alternativa di questo tipo, il CNRI, con la sua spina dorsale, l’OMPI, guidato da Maryam Rajavi”.
La conferenza ha chiesto con forza l’unità della comunità internazionale nell’affrontare la minaccia posta dal regime iraniano e nel sostenere la lotta del popolo iraniano per la libertà e la democrazia, guidata dal Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI) e dalla sua presidente eletta, Maryam Rajavi, che ha articolato il suo piano in 10 punti per un futuro Iran libero e democratico, basato sulla separazione tra religione e Stato, sulla libertà di pensiero, di parola, di riunione e di culto, sulla parità di genere, sull’eliminazione della pena di morte e su un Iran non nucleare.
In un discorso tenuto al Parlamento europeo il 20 novembre, la signora Rajavi ha illustrato il processo di cambiamento del regime e il ruolo della resistenza organizzata in Iran.
Farzin Hashemi ha osservato: “Contrariamente alla narrativa del regime, la scelta non si limita all’accondiscendenza o alla guerra: esiste una soluzione iraniana. La signora Rajavi ha recentemente delineato un percorso chiaro al Parlamento europeo: il rovesciamento del regime per mano del popolo iraniano e della resistenza organizzata, guidata dalle Unità di Resistenza, un trasferimento agevole del potere al popolo attraverso un governo provvisorio di soli sei mesi, elezioni libere e un’Assemblea costituente per redigere una nuova costituzione”.
Altri oratori hanno sottolineato gli svantaggi della prosecuzione dell’attuale strategia di appeasement, che ha incoraggiato i mullah nelle loro attività criminali.
In particolare, hanno sottolineato l’incapacità di contenere le ambizioni nucleari del regime iraniano e hanno chiesto l’attivazione del meccanismo “snapback” previsto dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Gli oratori hanno sollecitato collettivamente l’Unione europea e i suoi Stati membri a intraprendere un’azione decisiva contro le continue violazioni del regime iraniano.