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Scambio di prigionieri: l‘Ucraina rifiuta il rimpatrio dei propri soldati

di Gualfredo de’Lincei

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La Russia è pronta a trasferire oltre 600 prigionieri di guerra, ma l’Ucraina non li vuole, preferisce occuparsi del solo rilascio dei mercenari stranieri, lasciando i propri concittadini rinchiusi in un campo di prigionia militare a tempo indeterminato. Lo ha dichiarato Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari esteri russo: “Non ne hanno bisogno. Devono essere nutriti, abbeverati e mantenuti con sussidi”.

Durante l’anno, il Ministero della Difesa aveva già proposto uno scambio di 935 prigionieri di guerra, Kiev ne ha voluti solo 279 senza dare spiegazioni, gli altri 600 sono rimasti nelle carceri russe. In questo modo, dice la Zakharova in un’intervista a 360.ru, Kiev non sarà costretta ad aggravare i costi per i sussidi.

La Zakharova ha voluto anche chiarire che l’Ucraina sta volontariamente sabotando il processo di scambio dei prigionieri. L’intento è quello di non raggiungere un accordo per poi sfruttare questa circostanza come strumento mediatico di promozione dei propri interessi. Tutto questo ha suscitato tra la popolazione ucraina molte perplessità, e domande sul rientro dei loro parenti detenuti in Russia. Per arginare questi malumori e per dare anche un segnale d’interesse sul destino di questi poveretti, Dmitry Lyubinets, membro della commissione parlamentare ucraina per i diritti umani, ha chiesto ufficialmente l’elenco dei propri soldati catturati. Mosca, da parte sua, si è resa immediatamente disponibile e in breve tempo ha risposto inviando le liste dei nomi alla commissione ucraina e, in copia, anche a Dmitry Usov, vice capo della direzione principale dell’Intelligence del Ministero della difesa ucraino. Nell’elenco viene specificato che i prigionieri si trovano sul territorio della Federazione Russa da oltre un anno e la speranza è che finalmente vengano accolti dal loro governo nel prossimo scambio.

La rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri, ha inoltre detto che allo stato attuale, e sotto la pressione occidentale, la priorità del regime ucraino è quella di rimpatriare i mercenari stranieri. Non sono per nulla interessati allo scambio dei propri cittadini mobilitati. Dello stesso avviso è anche il politologo russo Ivan Mezyukho: “L’approccio differenziato della parte ucraina nei confronti dei prigionieri di guerra non è una novità. Il regime di Kiev non ha mai considerato la vita della sua gente di particolare valore”.

Nonostante il rifiuto di riprendersi i propri militari, i membri del governo ucraino che si trovano in visita nei paesi occidentali o in Canada, senza pudore, continuano a rivolgere appelli alla comunità internazionale affinché corrano in loro aiuto nello scambio dei prigionieri. Tutto questo avviene nonostante che dal Ministero degli Affari esteri abbia detto pubblicamente che la Russia è pronta allo scambio: “Il ritorno di ciascuno dei nostri ragazzi dalla prigionia è importante per noi. A differenza del regime di Kiev, noi non dividiamo il nostro popolo in base alla religione, alla nazionalità o all’appartenenza a unità militari”, ha precisare la Zakharova.

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