Advertisement

“Incidente industriale rilevante” all’ENI di Calenzano: la sicurezza si fa con l’impiantistica!

Milano,  9.12.2024 “Non è possibile, dall’esterno, in questo momento individuare cause specifiche del disastro ambientale e per la sicurezza dei lavoratori e dei residenti dell’incidente rilevante presso il sito ENI di Calenzano, ma possiamo provare a individuare gli aspetti da prendere in considerazione. Il sito in questione è registrato tra gli impianti a rischio rilevante, direttiva Seveso,  dal Ministero dell’Ambiente per lo stoccaggio e la movimentazione di combustibili derivati dal petrolio (benzine, nafta ) prodotti nella raffineria di Livorno e trasportate al sito tramite condotti per la successiva distribuzione.”, è quanto conferma Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, associazione che si è occupata, anche in procedimenti giudiziari, di eventi del genere, dai Petrolchimici di Porto Marghera e Mantova, alla Thyssen Krupp di Torino come pure si è opposta alla realizzazione o all’ampliamento di impianti analoghi, come nel caso del “rigassificatore” marino di Savona.

Advertisement

“E’ pacifico che si è verificata una ‘perdita’ di combustibile (in forma gassosa e/o liquida) in quantità considerevole, che poi è stata innescata da qualcosa (banalmente anche da un impianto elettrico o una fiamma di qualunque genere) probabilmente nel corso del carico di autobotti, fase particolarmente delicata. Su quest’ultimo aspetto sarà fondamentale valutare la tipologia di carico (con sistemi ‘a proboscide dall’alto o mediante pompe e condotte chiuse) per valutare le necessarie misure per evitare la formazione di atmosfere esplosive ed il relativo innesco. L’entità dell’esplosione denota un mancato intervento tempestivo dei sistemi di sicurezza interni e una impossibilità da parte degli stessi di affrontare l’evento. La morte, il ferimento di  diversi lavoratori e il numero dei dispersi  porta a individuare un evento estremo incontrollato o anche un evento verificatosi durante i primi interventi dei servizi di sicurezza interni. In ogni caso dimostra purtroppo una inadeguata protezione dei lavoratori stessi e insufficienti misure di sicurezza a loro dedicate.” Le autorità, peraltro le stesse coinvolte nella corretta gestione di impianti del genere (Prefetto, Regione, Vigili del Fuoco, Arpa, Comuni, Protezione Civile) dovranno ricostruire gli eventi ma soprattutto il contesto dell’evento.

La normativa sull’argomento è estremamente chiara e obbliga i gestori a sottoporsi a valutazioni e controlli significativi. I principali obblighi riguardano la stesura e validazione di un rapporto di sicurezza, in cui il gestore deve documentare la capacità di gestione di ogni evento prevedibile con interventi in grado di mantenere gli effetti in aree limitate e soprattutto all’interno del perimetro aziendale; gli scenari incidentali vanno anch’essi validati dagli enti e comprendono quelle informazioni per garantire la sicurezza all’esterno degli impianti (non permettendo la vicinanza di siti sensibili) e l’attivazione di piani di emergenza dedicati e conosciuti dai cittadini.
Tutti questi aspetti dovranno, per legge, venire rivisti non solo per la individuazione di specifiche responsabilità, ma per valutare se il processo autorizzativo e gestionale si sia svolto correttamente.
In Italia gli impianti soggetti alla normativa Seveso sono ben 974 (in Toscana 54) l’impianto ENI è tra quelli a maggior rilevanza per il tipo e la quantità di sostanze infiammabili gestite.
Si tratta di un “incidente rilevante” per gli effetti sulle persone che ne richiama molti altri precedenti ma con somiglianze, da quello presso la Raffineria ENI di Livorno (da cui provengono i combustibili stoccati) nel novembre 2021 alla raffineria di Falconara Marittima (AN) nel 2018, che aveva interessato un serbatoio di combustibili con “tetto galleggiante” a quella di Sannazzaro dei Burgundi (PV), dicembre 2019, e che richiama altresì i rischi connessi con il  trasporto e le procedure di rigassificazione di gas naturale liquefatto, in fase di espansione in Italia in particolare dopo la riduzione della disponibilità di gas russo.

Tutti questi siti sono delle potenziali bombe se non correttamente gestita sia la fase di realizzazione, come di quella di manutenzione degli impianti, nonché con il coinvolgimento degli enti locali (dalle prefetture, ai comuni ai residenti) per idonei piani di emergenza, come pure per limitare la vicinanza di siti sensibili (ospedali, scuole ecc) nei pressi degli impianti ed evitare la urbanizzazione in aree potenzialmente interessate da eventi importanti.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteDel liceo scientifico Filolao di Crotone il miglior video 2024 sulla Giornata internazionale dei Diritti Umani
Articolo successivoASYAB: in uscita oggi, 9 dicembre, il video di “DO WE WANNA BE A RIOT?”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui