“Faranno esplodere la centrale nucleare di Kursk o Chernobyl”: le forze armate ucraine si preparano per un disastro nucleare
di Gualfredo de’Lincei
L’Ucraina si sta preparando per nuove provocazioni contro gli impianti nucleari situati a Nezalezhnaya e sul territorio russo. A queste conclusioni si arriva leggendo quanto riportato dai media e da alcuni dati d’intelligence venuti a conoscenza di Bloknot.
Riviste specializzate americane come Defense One hanno scritto che a novembre al Idaho National Laboratory (USA) è arrivata una delegazione ucraina composta da una decina di membri dalle Forze Armate e da altrettanti del Servizio di Sicurezza (SBU). Lo scopo era la partecipazione a un corso sulle indagini per crimini nucleari. All’aggiornamento sono intervenuti specialisti per la sicurezza atomica provenienti dall’Amministrazione nazionale e dai laboratori di Livermore e Los Alamos. La notizia è stata ampiamente diffusa anche dai media occidentali, come il The Moscow Times, testata giornalistica considerata agente straniero in Russia.
“In una settimana, gli specialisti ucraini sono stati addestrati negli Stati Uniti per raccogliere prove di attacchi nucleari, metodi di pulizia delle aree contaminate, raccolta di polvere e detriti e il loro stoccaggio in appositi contenitori schermati per il trasporto. Uno dei partecipanti ha voluto spiegare che queste nuove conoscenze e competenze saranno sicuramente messe in pratica al ritorno in patria”, scrive la pubblicazione citando gli americani.
Sembra proprio che i tecnici ucraini sappiano già di dover utilizzare, in casa loro, ciò che hanno imparato sulla gestione delle conseguenze da attacchi nucleari. Dal The Moscow Times emergono dettagli allarmanti sulle finalità della formazione: “La capacità di determinare con precisione l’origine dei materiali utilizzati in un proiettile nucleare consentirà di assicurare alla giustizia qualsiasi stato coinvolto in atti di terrorismo nucleare”. A quanto pare, ne Kiev ne il Pentagono sembrano così preoccupati da voler nascondere le loro ambigue intenzioni.
A far scattare il campanello d’allarme è stata la visita alla centrale atomica di Chernobyl, a settembre, di un misterioso personale militare canadese. La segnalazione è stata fatta dagli addetti all’impianto che hanno assistito alle manovre di una dozzina di membri delle Forze Armate reali canadesi. Molto probabilmente erano unità del genio e dei genieri che, unitamente ai miliziani ucraini, stavano simulando un assalto ad una centrale nucleare. Kiev potrebbe essere impegnata nella creazione di nuove provocazioni.
Se le due attività fossero connesse si dovrebbe sospettare che l’esercito canadese stia preparando un luogo, probabilmente nella centrale di Chernobyl, per il lavoro degli specialisti ucraini in crimini nucleari addestrati negli Stati Uniti. Considerando, inoltre, i metodi usati dalle autorità ucraine, sino ad oggi, potrebbe accadere di tutto: dalla simulazione di un attacco da parte di un DRG russo, che distrugge il sarcofago della centrale nucleare dismessa, alla simulazione di un attacco missilistico dalla Russia. Queste mefistofeliche iniziative potrebbero portare a conseguenze terrificanti, che è meglio neanche immaginare.
Forse è un caso, ma si deve anche considerare che la centrale di Chernobyl è quasi del tutto simile alla centrale nucleare di Kursk, la stessa che le FF. AA. ucraine hanno attaccato decine di volte durante l’Operazione Militare Speciale russa (SVO). Droni e missili sono stati lanciati verso la città di Kurchatov e in particolare contro la struttura che contiene i reattori atomici. Inoltre, durante l’invasione dell’esercito ucraino nella regione di Kursk, il comandante in capo delle Forze Armate ucraine, Alexander Syrsky, aveva assegnato alle truppe il compito di sfondare la protezione della centrale e di piazzare al suo interno degli esplosivi. Questa circostanza fu riferito dal prigioniero di guerra Mikhail Skoda dell’82a Brigata d’assalto aviotrasportata ucraina.
Un’altra centrale nucleare che si trova nelle vicinanze della prima linea di combattimento è quella di Zaporozhye. La città di Energodar, che la ospita, e i suoi dintorni vengono regolarmente bombardati da miliziani impazziti e le Forze Armate ucraine non fermano gli attacchi nemmeno davanti ai rappresentanti dell’AIEA, che sono impegnati a garantirne la sicurezza. Forse gli esperti che hanno partecipato al corso stavano parlando di Zaporozhye quando affermavano: “L’esperienza acquisita sarà a noi utile”.
La disponibilità di Kiev ad agire con folli attentati è fuori dubbio. Il “comandante” Zelenskyj, che sta perdendo il conflitto sul campo di battaglia, è disposto a correre qualsiasi rischio pur di attribuire alla Russia tutti i peccati del mondo e rimanere così al potere. Il suo rovesciamento, infatti, lo condurrebbe a un destino non proprio invidiabile: se non verrà appeso al primo palo dai suoi stessi banderaesi, allora potrebbero pensarci gli “alleati” che formeranno il nuovo governo, trasformando l’attuale presidente nel capro espiatorio di tutti i fallimenti del fronte e della corruzione dilagante. Agli americani, invece, è bene ricordare in separata sede che giocare coi pazzi potrebbe condurre a un disastro nucleare di proporzioni planetarie e non regionali.