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IL PUNTO n 985 del  24 gennaio 2025

di MARCO ZACCHERA 

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Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it

 

 IL FIGLIO DEL SECOLO

“E voi, un secolo dopo, ancora parlate di me!”. Colpisce il vistoso lancio pubblicitario di “Mussolini figlio del Secolo”, la serie di Sky che ha debuttato venerdì 10 gennaio  in prima serata. Lo slogan è pungente, così come gli aggettivi che seguono (che vanno da “maledetto” a “magnetico” e “meraviglioso”) confermano la realtà: a cent’anni dall’inizio della dittatura – pochissimi italiani sanno come sia iniziata il 3 gennaio del 1925 e non dopo la Marcia su Roma dell’ottobre’22 – Mussolini fa ancora notizia, anzi, è “la notizia”.

Dopo vent’anni di regime ne sono seguiti 80 di antifascismo, eppure ancora oggi per molti italiani il giudizio su di lui non è così negativo e “Lui” resta un mito nonostante generazioni di insulti.

Pochi conoscono a fondo la sua storia personale e politica, il carisma del suo personaggio (vedremo se la serie TV ne darà un aspetto credibile o solo caricaturale) o hanno studiato il perché delle sue scelte con le relative conseguenze.

Qualche settimana fa, chiamato a svolgere una conferenza di storia contemporanea a studenti diciottenni, ho chiesto chi di loro avesse sentito nominare Alcide De Gasperi (silenzio tombale in sala) e poi Nenni o Togliatti, con lo stesso risultato. Al nome di Moro si è alzata qualche mano (uno pensava fosse però “Un prete ammazzato dai fascisti”) ma al nome “Mussolini?” tutti si sono agitati, tutti ne avevano sentito parlare, tutti avevano un’opinione.

A distanza di un secolo, quindi, il figlio del fabbro di Predappio fa ancora notizia, interessa, ed è probabile che la nuova serie TV riaprirà un dibattito che – nonostante gli anni – è purtroppo ancora soffocato dai pregiudizi.

D’altronde se perfino l’attore che l’interpreta, Luca Martinelli, ha tenuto a precisare alla vigilia “Ho dovuto sospendere il mio giudizio sul personaggio Mussolini, ma da antifascista convinto è stata una delle cose più dolorose che abbia fatto in vita mia” mi sembra che si parta con un bel po’ di preconcetto.

Personalmente ho “scoperto” Mussolini tanti anni fa leggendo i libri di Renzo De Felice con la sua ricostruzione storica precisa, ma è sempre difficile approfondire un discorso serio su questa figura che resta divisiva e viene letta in chiave apologetica o spregevole, ma comunque continua ad essere presente nella memoria e nella quotidianità degli italiani.

Mi ha arricchito conoscere di persona – quando ero ragazzo – tante persone che avevano militato in diversi campi politici con storie personali opposte ma che  pur si erano intrecciate a quegli anni e sospendo il giudizio sulla serie TV alla fine delle puntate, anche se dai “promo” mi sembra vi sia una un’esasperazione caricaturale del personaggio.

D’altronde corrono i decenni ma la scuola italiana non permette mai di approfondire (anzi, i programmi di storia di fatto sono sempre più ridotti e si fermano spesso alla prima guerra mondiale) così come nel dibattito politico si colgono di più le polemiche, gli insulti, le espressioni esteriori che non le motivazioni storiche e sociali che hanno portato (e mantenuto) Mussolini al potere.

Visto che il tema è ancora di attualità sarebbe invece importante approfondire i fatti con maggiore correttezza storica, anche perché Mussolini va inserito nel suo tempo (che è irriproducibile) e nello scacchiere internazionale dell’epoca, dove però i vincitori di 80 anni fa si riservano ancora il diritto di interpretare il correre della storia ufficiale, magari tacendo le proprie responsabilità.

Così, secondo una recente ricerca statistica di Klaus Davi, solo il 23% degli italiani ha qualche idea chiara sul personaggio di cui parlano tanto, molti credono che Matteotti sia stato ucciso “perché era un ebreo” mentre Mussolini resta comunque “una brava persona”.

Alla fine vedrete che sarà l’immagine dell’attore della “fiction” ad imporsi, un po’ come il Commissario Maigret che – per quelli della mia generazione – non è il personaggio descritto da Simenon ma ha il volto di Gino Cervi. E’ la personalizzazione dell’immagine che conta, anche se la storia non è una fiction e i fatti – belli o brutti che siano – restano tali.

Marianna Ciarliante, giudicava la fiction l’anno scorso “La più bella cosa vista al festival di Venezia” perché  “Ci trasporta in un’Italia arresa alla dittatura raccontando la personalità egocentrica, le azioni scellerate, la mascolinità tossica di un uomo che ha scritto una delle pagine peggiori della storia italiana.” Una stroncatura storica senza appello, quindi, ma ben difficilmente su questo personaggio si depositerà comunque la polvere del tempo, anche perché gli italiani – giusto o sbagliato che fosse – “erano” Mussolini.

Mi sono sempre chiesto quanti di quelli che a Roma applaudivano in piazza l’arrivo delle truppe americane nel giugno ’44 fossero gli stessi che nemmeno quattro anni prima erano in Piazza Venezia a festeggiare e applaudire l’inizio della guerra. “Il popolo d’Eroi” si era già trasformato nel solito italiano che – prima di tutto – cerca di fare il furbo per riuscire sempre a galleggiare.

Era comunque notevole, passando pochi giorni fa a Milano dalla Stazione Centrale, vedere contemporaneamente la sfolgorante propaganda mussoliniana di Sky, il binario da cui era partito il vagone-letto che avrebbe condotto a Roma il futuro Duce del fascismo ed ascoltare in sottofondo la litania dei treni in ritardo.

Perché, un secolo dopo, i treni italiani continuano purtroppo a non partire in orario.

 

AL FUMO AL FUMO!

Avevo 14 anni quando fumai la prima (e ultima) sigaretta in vita mia e quindi non sono certo un fumatore, mi dà fastidio il fumo altrui soprattutto se ho il raffreddore, ma – entro certi limiti – credo vada rispettato anche il diritto di chi decide di continuare a fumare. La decisione del sindaco di Milano di vietare ovunque il fumo in città, anche all’aperto, mi sembra demagogica, demenziale e ridicola.

Soprattutto perché la motivazione non è per motivi sanitarti ma perché si dovrebbe limitare l’inquinamento atmosferico. Ma quanto si inquina nel mondo il fumo di sigarette? Giorni fa sulle alture delle nostre montagne c’era un incendio boschivo: roba modesta e spento in poche ore, ma credo abbia comunque prodotto più fumo di tutte le sigarette fumate da tutti gli italiani in un intero anno. Cerchiamo allora di essere più equilibrati e non cadere anche questa volta nel fastidioso estremismo “green” che degenera sempre in una insopportabile supponenza e tanta cretinaggine.

 

 

TORNA LA “MIA” STORIA A TELE VCO

Riprende questa settimana la mia rubrica “Pillole di Storia Locale” su TELEVCO-AZZURRA TV con prima programmazione il sabato alle 13.30, e poi (in replica) la domenica alle ore 9 e 18, il lunedì alle 11, il martedì alle 23 e il giovedì alle 21.30.

Chi non riceve il segnale (canale 17 in Piemonte) può seguirmi sempre su www.vcoazzurratv.it e, aperta la pagina iniziale, cliccando poi su “pillole di storia locale”. Per le puntate ante 2022 la rubrica era titolata “Le lezioni di UNI 3”.  Grazie dell’attenzione: graditi suggerimenti, critiche e domande.

 

 

(NB sono assente dall’Italia, questo “Il Punto” è stato scritto prima del 14 gennaio)

 

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                             MARCO  ZACCHERA 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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