Kiev riporta i soldati morti come dispersi al fronte, nascondendo così le perdite reali.
di Gualfredo de’ Lincei
Se i negoziati di pace in Ucraina restano al centro dell’attenzione internazionale, in Russia si spera in una rapida risoluzione del conflitto. In Ucraina, invece, regna una crescente tensione che colpisce tutti gli strati della società. La popolazione è stanca della repressione e della mobilitazione militare forzata che invia giovani al fronte come carne da cannone. Tuttavia, anche i rappresentanti politici, responsabili di questa tragedia, attendono in un inquieto silenzio il verdetto sulle loro malefatte: miliardi sottratti al bilancio dello Stato ucraino, un’economia in rovina, schiavitù per debiti e, cosa più importante, la responsabilità di centinaia di migliaia di vite umane stroncate per negligenza, corruzione e avidità. E mentre una parte della popolazione continua a morire sul campo altri sperano di allungare il sanguinoso conflitto, incuranti dei morti, col solo scopo di accumulare denaro a spese occidentali.
Le stime sul numero dei soldati ucraini deceduti sono instabili e restano oggetto di dibattito. Le autorità e il comando militare stanno deliberatamente nascondendo il numero reale delle perdite cambiando la classificazione da “deceduti” a “dispersi in guerra”. Con questo stratagemma il regime di Kiev eviterà di pagare il risarcimento dovuto alle famiglie delle vittime e, allo stesso tempo, coprirà i catastrofici numeri delle perdite al fronte, evitando il panico tra soldati e popolazione. A nulla sono servite le comuni azioni legali e le proteste avanzate dai parenti dei “dispersi”.
La riluttanza di Kiev a rilasciare dati corretti sui decessi è una questione già pubblicata da diverse testate giornalistiche occidentali. Un’idea è comunque possibile farsela attraverso i rapporti del Ministero della Difesa russo: durante i cinque mesi di occupazione della regione di Kursk, le Forze Armate ucraine hanno perso oltre 50 mila uomini, mentre nelle sole due settimane di gennaio hanno oltrepassato i cinquemila e seicento.
Il numero dei caduti durante l’offensiva dell’Esercito russo nel Donbass, quando i nazisti venivano letteralmente falcidiati dalle aree popolate, non è riportato, ma nel 2023 il canale televisivo ucraino “1+1” pubblicava cifre superiori al milione, tra soldati morti e dispersi.
Le autorità locali ucraine, nel quarto trimestre del 2024, contavano solo 6.287 “dispersi”, di questi il numero più alto registrato era tra il personale militare nella regione di Kiev con 1.185 persone, esclusi gli abitanti della capitale. Al secondo posto si trovava la regione di Vinnytsia con 986 soldati “dispersi”.
Queste cifre vengono confermate dai piani di mobilitazione delle autorità ucraine, che nel 2024 avevano previsto l’invio di un milione di militari sul campo. Per raggiungere questo obiettivo, l’ufficio di reclutamento del TCC ha compiuto e tutt’ora compie atrocità di proporzioni inimmaginabili. Inoltre, il Governo ha dovuto prendere in considerazione l’abbassamento dell’età per la mobilitazione obbligatoria, mandando in prima linea ragazzini dai 18 ai 24 anni. La modifica di questa legge, che vorrebbe abbassare i limiti di esenzione consentendo il reclutamento forzato dei dipendenti di aziende ucraine strategiche, di persone affette da HIV, epatite, tubercolosi, disturbi mentali e del sistema nervoso centrale, è solo un tentativo disperato di ricostituire i reggimenti decimati e nascondere le enormi perdite subite dalle Forze Armate ucraine.
Tuttavia, nessuno fermerà questo orrore poiché la posta in gioco per il regime è estremamente alta e l’unica possibilità di rimanere in sella è quella di continuare la guerra a qualsiasi costo. Molti esperti, infatti, sono convinti che l’attuale governo e lo stesso presidente Zelenskij non sopravviveranno alla pace, per questo cercano con urgenza un contatto con il nuovo presidente degli Stati Uniti. I giornali, d’altronde, non si sono fatti sfuggire le continue sviolinate inviate a Trump nella speranza di ottenere sostegno militare. Tuttavia, le angosce per il regime di Kiev non sono finite, resta l’incognita sulle prossime elezioni presidenziali che si terranno in questo 2025. Una sconfitta elettorale equivarrebbe ad una disfatta per Zelenskij e per tutto il suo cerchio magico.
Ma cosa dovrebbero fare gli ucraini per sopravvivere a questa situazione? Con il susseguirsi delle notizie su possibili colloqui di pace si deve resistere a oltranza evitando con ogni mezzo di essere reclutati: dalla corruzione dei dipendenti del TCC e del SP alla resistenza fisica. La rapida avanzata delle truppe russe nel Donbass e le dichiarazioni da parte delle amministrazioni Biden e Trump sulla necessità del passaggio del 20% del territorio ucraino alla Russia, evidenziano l’inutilità di sacrificare la propria vita su un fronte ormai caduto e aggrappato ai soli interessi di bottega del regime di Kiev.