Giornata della memoria. Per non dimenticare
Il 27 gennaio si celebrano gli ottant’anni dalla shoà
Di Fabio Sortino
Il 27 gennaio del 1945 l’esercito sovietico entrò ad Auschwitz e così si scoprirono gli orrori dei campi di concentramento nazisti. Sei milioni di ebrei trucidati, passati per il camino, insieme a omosessuali, rom, disabili, testimoni di Geova. La banalità del male, narrata da Hannah Arendt sul processo Eichman tenutosi a Gerusalemme nel 1962 e finito con la condanna a morte del burocrate del male nazista, grigio e tetro, quanto mediocre e feroce, dicevamo questa tremenda burocrazia della morte portò a una tragedia immane, che mai si deve dimenticare Eppure esistono i negazionisti, i nuovi tecno nazisti, con tanto di saluto romano sul palco. Esiste la tecno autocrazia, l’internazionale fascista guidata da Donald Trump con al suo seguito Orban, Marine Le Pen, Meloni. Se si perde la memoria della shoà si rischia di ricadere negli stessi errori del passato. L’antisemitismo dilagante in tutto il mondo occidentale, determinato anche dalla cattiva politica di Netanyahu e dalla carneficina di Gaza, fa temere il peggio. Soprattutto la rimozione della memoria è qualcosa da evitare a tutti i costi. Liliana Segre ha detto che quando moriranno i superstiti della shoà resterà di questa immane tragedia un rigo sui libri di storia. Speriamo di no, non dobbiamo dimenticare, non bisogna confondere i piani tra il genocidio da non ripetere da parte dei nazisti con la carneficina di Gaza da parte dell’ esercito israeliano, grave ma non paragonabile. Non bisogna ricadere nell’ antisemitismo o nel tecno fascismo, altrettanto pericoloso. Siamo di fronte ad un fascismo 2.0 che si contrappone alle autocrazia orientali, schiacciando l’Europa inerme. Ma fu proprio il nazifascismo europeo a determinare la shoà, non dimentichiamolo. Compito di ognuno di noi è diffondere la memoria dell’olocausto per non ripetere gli errori del passato.