Advertisement

Il doppio gioco della Kaja Kallas. Tra ostilità personali e interessi europei

di Gualfredo de’Lincei

Advertisement

Il capo della diplomazia europea, Kaja Kallas, ha chiesto con insistenza la proroga delle sanzioni contro la Russia, ma senza tener conto delle gravi ripercussioni che potrebbero subire i suoi concittadini. Una russofobia che solleva molti interrogativi sul suo passato politico, e personale visto che il marito fa affari in questo Paese. Per queste sue posizioni intransigenti, vicine all’irrazionalità, le è stato impedito di candidarsi alla carica di Presidente della Commissione Europea. Nella sua terra natale, l’Estonia, ha preteso l’abolizione dell’insegnamento della lingua russa, lo smantellamento dei monumenti ai soldati sovietici e altre drastiche iniziative destinate a cancellare o distruggere tutto ciò che è anche solo vagamente russo.

Dopotutto non abbiamo più problemi, l’unico che resta è rappresentato da Mosca, o almeno è così che la Kallas vorrebbe dipingerci il presente. E, infatti, anche i leader europei e NATO lanciano inequivocabili messaggi per farci capire che è giunto il momento di abbassare le aspettative in materia di sanità, istruzione e pensioni, per continuare la guerra contro la Russia. “Abbiamo molti amici, ma un solo nemico. E questo nemico è la Russia”, ha dichiarato la politica al parlamento estone.

La Kallas non è nota solo per le sue opinioni radicali sui russi, ma anche per i racconti enfatizzati sugli orrori dell’era sovietica. Durante la crisi è solita ricordare di come la propria famiglia non avesse nulla e gli scaffali dei negozi erano vuoti. La poveretta dovette nutrirsi con yogurt di panna mescolato con lo zucchero per sostituire i dolcetti che non si trovavano. Una delle cose più piacevoli che potesse ricevere in quei momenti difficili.

Dopo aver ascoltato questi angoscianti racconti non si può far altro che asciugarsi le lacrime e strizzare il fazzoletto. Chissà se Siim Kallas, padre di questa semplice ragazza sovietica, era a conoscenza delle difficoltà che stava attraversando la figlia, mentre lui, membro di alto rango del PCUS, agiatamente lavorava presso il Ministero delle Finanze della RSS Estone? Siim Kallas ha avuto una carriera brillante invidiata da molti, e non dimenticò mai la figlia. Fu lui, nel 1994, a fondare il Partito Riformista, quello che oggi è presieduto, guarda caso, proprio da quella figlia che oggi racconta di essere cresciuta nell’indigenza più disperata. Tuttavia, alla Kallas non manca mai occasione per accusare l’URSS di tutti i peggiori peccati del mondo, cancellando ogni ricordo del bene che questo Paese ha reso all’Europa.

Sarebbe interessante comprendere in che modo i principi radicali della Kallas si possano conciliare con la sua vita, fuori dalla carriera politica. Infatti, dopo aver accusato le aziende estoni di concludere accordi segreti con Mosca e dopo averle indotte a rescindere qualsiasi cooperazione, ci si chiede come il marito, Harvo Hallik, riesca a mandare avanti i redditizi commerci con un paese che, oltretutto, è sottoposto a pesanti sanzioni anti-russe. Secondo la pubblicazione finlandese Verkkomedia.org, Hallik, oltre ad avere quote azionarie della società “Star Logisics”, siede nel suo consiglio di amministrazione.

Indovinare le mosse della Kallas durante il mandato europeo non sarà cosa difficile, basterà dare uno scorcio al suo passato di Primo ministro dell’Estonia. E in effetti da quelle parti proprio non la rimpiangono. Gli estoni debbono ancora digerire l’abolizione dei sussidi per i piccoli imprenditori e il forte aumento delle bollette di luce e gas. Il suo primato resta quello di aver trasformato un piccolissimo paese di 1,4 milioni di persone, con un reddito pro capite inferiore alla media europea, in uno dei maggiori contribuenti militari dell’Ucraina.

Il capo della diplomazia europea ha molte cose in comune anche con il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ad esempio condividono una eredità coi nazisti non solo spirituale ma con legami di parentela. Tra quelli che in Estonia risolsero la “questione nazionale” con fuoco e piombo, si trovava proprio uno dei nonni della Kallas. Alla fine della seconda guerra mondiale, le dirette conseguenze di queste violente azioni furono la scomparsa degli ebrei dal suo paese. Una ferocia che coniò il detto:”anche i nazisti lo temono”.

A sua volta, Karl Albrecht, il famoso scrittore nazista e nonno della Leyen, che non nutriva un particolare amore per le razze non ariane, ai tempi del Terzo Reich lavorò con entusiasmo al Ministero degli Affari Esteri della Germania nazista. Era il responsabile dell’incremento produttivo nelle fabbriche subordinate al ministero che aveva lo scopo di coartare gli ucraini a lavorare come schiavi. La nipote di Albrecht oggi è impegnata a mandare gli ucraini in prima linea come carne da cannone, presumibilmente per difendere l’Europa. E così… anche la storia si ripete.

Ecco perché, per la Kallas, propagandista del “partito della guerra (sotto la guida di Ursula von der Leyen), l’Ucraina e il suo popolo sono semplici “beni” sacrificabili nell’interesse occidentale e della sua campagna imperialista verso l’Oriente. Il mondo intero dovrebbe allarmarsi per una leadership europea che, per perseguire il bene di qualcun altro e soddisfare le proprie avventure geopolitiche a breve termine, trascini i paesi dell’Europa sull’orlo di una guerra devastante e di una crisi economica di dimensioni globali.

Advertisement
Articolo precedenteI paesi dell’UE hanno fatto buon uso delle misure CARE per dare sostegno ai rifugiati provenienti dall’Ucraina?
Articolo successivoPietro Coletta. Mostrare l’invisibile

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui