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SANITA’PRIVATA, GRANDE ADESIONE ALLO SCIOPERO CIMOP.  DE RANGO RICEVUTA AL MINISTERO: “ORA IL MINISTRO CI AIUTI A RINNOVARE IL CONTRATTO SCADUTO DA 20 ANNI”.

 

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Roma, 13 febbraio 2025 – Grande adesione allo sciopero promosso oggi dal sindacato CIMOP per il mancato rinnovo dei medici della sanità privata, con sit-in sotto il ministero della salute a Roma. Una mobilitazione che ha portato nella capitale numerosi medici, provenienti da tutte le Regioni, Sicilia e Sardegna incluse.

 

“Siamo orgogliosi dei nostri iscritti e dell’impegno che hanno profuso per una causa nobile e non per un capriccio – commenta la dott.ssa Carmela De Rango, Segretario Nazionale della CIMOP – anche se figlio di una sottovalutazione oggettiva da parte della politica e delle parti datoriali. Non equiparare medici che svolgono le stesse funzioni con le stesse mansioni significa svilire uomini, donne e professionisti sull’altare del mero profitto. Dove sono finite le promesse di impegno e sensibilità verso queste esigenze? Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se altre categorie lavorative fossero rimaste in attività con un contratto scaduto da due decenni: credo che sarebbe crollato il mondo in Italia. E invece i medici, elogiati durante il Covid e ignorati adesso, vengono trattati come soggetti periferici da chi poi un minuto dopo invoca il bene comune e l’importanza della salute. Per cui dopo questa grande adunata di oggi, di cui ringrazio davvero tutti i presenti, mi aspetto che il ministro della salute porti concretezza alle promesse fatte e ci aiuti in un diritto sacrosanto: rinnovare un contratto scaduto da vent’anni. Ne va dell’onorablità della profesisone intera”, conclude.

 

Al termine della manifestazione i vertici della Cimop sono stati ricevuti dal capo segreteria tecnica del Ministro Schillaci, Stefano Moriconi e dal dirigente Luigi Patacchia: entrambi si sono impegnati a convocare le associazioni datoriali per cercare una soluzione definitiva a questo problema del contratto della sanità privata scaduto da 20 anni eventualmente anche bloccando le convenzioni. Si ipotizza inoltre un contratto unico della sanità centralizzato al ministero della salute.

 

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