Daniele Benincà, referente dell’Osservatorio Scuola del Popolo della Famiglia di Como: «Grottesco pretendere che i nostri bambini siano identificati con un asterisco»
«Ci provano nei piccoli centri come nelle metropoli-dichiara Daniele Benincà, genitore di tre bambini dalla materna alle medie- ma ai genitori non sta affatto bene che adulti incaricati dell’educazione dei nostri figli tentino di confonderli a partire dai dati oggettivi della natura. Utilizzare l’asterisco, come ha fatto l’amministrazione di Figino Serenza (Co) nel materiale divulgativo della manifestazione SOSTEcreative dei prossimi 1 e 2 marzo, per non definire il loro sesso, è una manovra ridicola quanto violenta. Ai bambini dobbiamo dare riferimenti certi, come il maschile e il femminile, dobbiamo anche insegnare la grammatica. A che pro’ convincerli che per essere in armonia con gli altri, per essere “inclusivi”, devono negare la verità dei fatti? Con il pretesto di educarli all’affettività e contrastare il bullismo impongono precocemente riferimenti alla sfera sessuale del tutto prematuri e che competono in primis alla famiglia.
Ricordiamo a tutti i genitori che esiste uno strumento importante per sostenere il proprio primato educativo rispetto al tentativo di imporre anche nelle scuole corsi sulle tematiche dell’affettività e sessualità, corsi che, in genere, vengono affidati ad associazioni LGBTQW+. Qualora nelle scuole, appunto, si istituissero corsi di indottrinamento gender i genitori presentino sollecitamente nelle segreterie il modulo di consenso informato, con il quale richiedere di essere preventivamente informati, modulo che è possibile scaricare al seguente link,. https://qci.qr-code.click/uploads/pdf/1736604652736_67827af1d75bc.pdf».
Per chi, inoltre, fosse interessato ad approfondire l’uso dell’asterisco al posto delle desinenze proponiamo un articolo al seguente link https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:EU:3ae9bf1a-15c3-4489-93de-16672497850f
