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Italia allo sbando: un Paese senza guida e senza futuro

 

Di Carlo Di Stanislao

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“L’Italia è un Paese senza memoria e verità, e quindi destinato a restare bambino in eterno.”
— Indro Montanelli

L’Italia è in crisi. Non solo economica, ma sociale, culturale e politica. Il governo attuale, più impegnato in battibecchi interni e giochi di potere che nella gestione del Paese, si dimostra ogni giorno di più inadeguato ad affrontare le sfide che gravano sulla popolazione. Il risultato? Un’Italia sempre più isolata a livello internazionale, con istituzioni deboli e una società che scivola pericolosamente verso l’impoverimento e il degrado.

Un’economia al collasso e un lavoro che non c’è

Il costo della vita aumenta, i salari restano stagnanti e la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, è un problema strutturale mai affrontato seriamente. Molte aziende chiudono o delocalizzano, schiacciate da una burocrazia asfissiante e da un fisco oppressivo. La precarietà lavorativa non è più un’eccezione, ma la norma: contratti a tempo determinato, partite IVA forzate, paghe misere. Nel frattempo, il governo si perde in promesse vane e misure-tampone, senza una visione strategica per la crescita.

Pensioni: tra incertezza e tagli

Il sistema pensionistico italiano è insostenibile: chi lavora oggi ha la certezza che non vedrà mai una pensione dignitosa. La spesa pubblica è sempre più sbilanciata, e ogni riforma viene affrontata con miopia, tra nuove penalizzazioni per i lavoratori e continui aggiustamenti che creano solo ulteriore instabilità.

Scuola, ricerca e cultura: il grande abbandono

L’istruzione e la ricerca sono il motore di un Paese moderno, ma in Italia vengono trattate come voci di spesa da tagliare. Scuole fatiscenti, insegnanti sottopagati e precari, università in declino nei ranking internazionali. I cervelli migliori emigrano, mentre chi resta deve lottare con fondi sempre più ridotti e un sistema che premia l’anzianità invece del merito.

Anche la cultura soffre: il patrimonio artistico viene lasciato all’incuria, le biblioteche chiudono, i teatri faticano a sopravvivere. In un Paese che potrebbe vivere di turismo e cultura, la politica dimostra un totale disinteresse per il settore.

Strade, treni e infrastrutture: il declino evidente

Le infrastrutture italiane cadono a pezzi. Le autostrade sono tra le più care d’Europa eppure crollano, come ha tragicamente dimostrato il Ponte Morandi. Le strade urbane sono piene di buche e pericolose, soprattutto al Sud, mentre i trasporti pubblici sono insufficienti e inefficienti.

Il trasporto ferroviario è sempre più diviso tra un’alta velocità per pochi privilegiati e linee regionali disastrate, con treni vecchi e ritardi cronici. Pendolari e studenti devono affrontare ogni giorno un calvario per raggiungere le proprie destinazioni.

Povertà in crescita: un’Italia sempre più diseguale

Il numero di persone in povertà assoluta ha raggiunto livelli record. Famiglie che non riescono a pagare affitti e bollette, giovani costretti a vivere con i genitori fino a 40 anni, anziani che devono scegliere tra cibo e medicine. Il ceto medio, un tempo colonna portante della società, si sta sgretolando sotto il peso di tasse, inflazione e lavori sempre più instabili.

Scandali ministeriali e conflitti istituzionali

La credibilità del governo è ulteriormente minata da scandali che coinvolgono figure di spicco. Un esempio eclatante è quello dell’ex Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, costretto alle dimissioni nel settembre 2024 dopo che la sua amante, Maria Rosaria Boccia, ha rivelato di aver partecipato a eventi ufficiali senza alcun incarico formale. Le accuse includevano l’uso improprio di fondi pubblici e la divulgazione di informazioni riservate, causando imbarazzo all’esecutivo.

Un altro caso riguarda l’attuale Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, rinviata a giudizio nel gennaio 2025 con l’accusa di false comunicazioni sociali relative alla sua precedente attività imprenditoriale nel gruppo editoriale Visibilia. Insieme ad altri 16 imputati, tra cui il suo compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero, Santanchè è accusata di aver falsificato i bilanci aziendali tra il 2016 e il 2022. Nonostante le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione, il Primo Ministro Giorgia Meloni ha finora difeso la ministra, sostenendo la presunzione di innocenza fino a prova contraria.

Parallelamente, si assiste a un braccio di ferro tra governo e magistratura. La proposta dell’esecutivo di separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri ha suscitato forti opposizioni all’interno della magistratura, che vede in essa un tentativo di minare la propria indipendenza. Questo scontro richiama alla memoria le tensioni tra Silvio Berlusconi e il sistema giudiziario, ma con la differenza che l’attuale premier, Giorgia Meloni, non è personalmente coinvolta in procedimenti legali, rendendola forse più determinata nel portare avanti la riforma.

Un governo che non governa

Di fronte a questo scenario, il governo attuale appare diviso, litigioso e incapace di prendere decisioni efficaci. I ministri si contraddicono tra loro, i partiti pensano più alle elezioni che ai problemi reali del Paese, e all’estero l’Italia viene vista con crescente sfiducia. L’isolamento internazionale è evidente: nessuno prende più Roma come un interlocutore credibile nelle grandi decisioni europee e globali.

Conclusione: quale futuro?

L’Italia ha bisogno di una classe dirigente capace, di riforme strutturali coraggiose e di un progetto serio per rilanciare il Paese. Se il governo non riesce a governare, è meglio che lasci spazio a chi ha la competenza e la volontà di farlo. Il tempo delle chiacchiere è finito: l’Italia non può più permettersi di restare ferma mentre tutto il resto del mondo va avanti.

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