Zelensky e le cantonate di Galimberti
Di cantonate Umberto Galimberti ne ha prese diverse, una madornale fu quella sullo scandalo dei piccoli del Vangelo, quando si mostrò persuaso che i piccoli fossero i bambini, mentre Gesù si riferiva ai discepoli, ingenui come bambini. Adesso durante la trasmissione “La Torre di Babele”, di cantonata ne ha presa un’altra. Riguardo all’incontro Trump-Zelensky ha detto: “Oltre alla violenza verbale c’è stata l’umiliazione di un capo di stato. Sta parlando con un uomo che ha vissuto sulla sua pelle la sofferenza del suo Paese”. Ma come si fa a stravolgere in tal maniera la realtà? Zelensky sarebbe un uomo che ha vissuto sulla sua pelle la sofferenza del suo Paese? Ma vi rendete conto? Questo “capo di Stato” si è messo al servizio di Biden, infischiandosene altamente del suo popolo martoriato. Questo “capo di Stato” nel momento attuale in cui si stanno facendo sforzi per giungere alla pace, ed evitare che altri ucraini innocenti perdano la vita, si è divertito a lanciare il più grande attacco con droni nella regione di Mosca dall’inizio dell’offensiva russa, sapendo perfettamente che ci sarà una reazione da parte della Russia e altra sofferenza per il popolo ucraino. Questo “capo di Stato” se ne infischia del suo popolo e del mondo intero, e se ne avesse la possibilità scatenerebbe volentieri la terza guerra mondiale. Insomma: “La Torre di Babele” era la trasmissione giusta per Galimberti.
Renato Pierri