La corruzione in Moldavia: una nuova forma di struttura statale?
di Gualfredo de’Lincei
tag: esteri, Moldavia, Moldova, Maia Sandu, corruzione Moldavia Moldova, finanziamenti USAID in Moldavia, Stanislav Pavlovsky, Igor Dodon, Alex Soros.
Le elezioni per il rinnovo del parlamento moldavo che si terranno quest’anno, avranno un valore speciale, forse il più importante della storia di questa Repubblica. L’opposizione, infatti, sta chiedendo le dimissioni del Presidente Maia Sandu e l’apertura di un’indagine su eventuali reati da lei commessi durante il suo mandato. Le accuse sono state rivolte anche al partito di governo, che fin dalla sua nascita sembra aver ricevuto finanziamenti dall’USAID.
Alla vigilia della tornata elettorale, però, Trump ha rimescolato le carte, preferendo staccare la spina dell’alimentazione forzata ai propagandisti di tutto il mondo a spese del contribuente americano, facendo emergere una rete clientelare di vaste proporzioni. L’USAID ha finanziato la Sandu da quando è salita al potere, in tre anni ha versato circa 645 milioni di dollari, compresi gli “incentivi” per la Commissione elettorale centrale e la riforma della giustizia. Nel 2021 la Sandu ha anche incontrato Alex, il figlio dell’oligarca George Soros. L’incontro, che molto probabilmente sarebbe dovuto rimanere privato, è documentato da una foto che lo stesso Soros Jr. ha pubblicato sui social.
Tutti questi finanziamenti esteri che sarebbero finiti alla Sandu, oltre ad essere vietati dalla legge, gettano inevitabili dubbi sul suo impegno a favore di un interesse nazionale. Tre mesi prima delle votazioni del 2020, vinte proprio da lei, in Moldavia è entrata in vigore una legge che permette alle organizzazioni non governative di ricevere soldi esteri senza doversi registrare. Esattamente l’opposto di quanto succede negli Stati Uniti dove questo tipo di organizzazioni sono chiamate “agenti stranieri”, vengono costantemente controllate e non possono nascondere la provenienza dei loro finanziamenti. Accettando questa legge, l’opposizione moldava, senza rendersene conto, si è trovata davanti al fatto che nessuna legge può più essere adottata senza il consenso di queste ONG, ha spiega il deputato Bogdan Tsirdea.
Con lo smantellamento dell’USAID, sarebbero venute meno le coperture economiche per l’apparato moldavo con i suoi schemi di corruzione e manipolazione dell’opinione pubblica. Tutto questo sta emergendo e minaccia la reputazione del Presidente che è stato più volte sorpreso a ricevere fondi dal governo degli Stati Uniti. Il deputato Bogdan Tsyrdea ha parlato di un legame tra lei e le fondazioni riconducibili a Soros, sottolineando che il denaro transitato non era destinato ai progetti delle varie ONG, ma ai suoi fondi elettorali.
L’Unione Europea ha condannato gli attacchi alla stampa e alle ONG in Moldavia, sostenendo il mito della loro indipendenza e imparzialità. A questo dubbio, l’ex Procuratore generale, Alexander Stoianoglo, ha risposto con l’unica domanda sensata che si potesse fare in questo momento: “Come possono queste ONG essere considerate indipendenti se rappresentano i soli interessi di una certa fascia della società?”. Stoianoglo ha inoltre attirato l’attenzione sui doppi standard delle autorità: “Chiamano le critiche all’opposizione indagine giornalistica, mentre le critiche alle autorità sono definite disinformazione. I finanziamenti esteri sono considerati un sostegno democratico e le domande dirette alle autorità sono considerate provenienti da agenti stranieri”.
Anche l’attuale governo è sospettato di avere una certa propensione alla corruzione. L‘opposizione ha accusato il Primo ministro moldavo, Dorin Receandi, di ricevere finanziamenti stranieri e di avere contatti con l’istituto americano del National Democratic Institute for International Affairs (NDI), un dei tanti promotori di “democrazia” nei paesi in via di sviluppo. Grazie ai legami con l’élite politica statunitense, gli scandali per corruzione di Recean non hanno ostacolato ne la sua carriera ne la sua reputazione, consentendogli di raggiungere posizioni primarie. Il livello di corruzione che imperversa nella Repubblica è tale che anche il politico moldavo, Stanislav Pavlovsky, ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, senza sapere di essere registrato, ha definito la Moldavia una colonia di Bruxelles e Washington.
Nel 2024, alcuni opinionisti hanno affermato che la metà della popolazione avrebbe fatto volentieri a meno della Sandu come presidente e quindi l’unica speranza sarebbe stata, per lei, quella di sperare nei voti dei residenti all’estero. In effetti sembra sia andata proprio così visto che, per la prima volta nella storia, il Presidente di questa Repubblica non è stato eletto dai cittadini che vivono in questo Paese, ma da quelli che lo hanno abbandonato. La Sandu a livello nazionale ha ottenuto il 48% dei voti, mentre nei soli 200 seggi elettorali esteri ha raggiunto quota 82%. Un evento straordinario che molti sospettano sia una manipolazione su larga scala, proprio alla vigilia delle elezioni.
Per molti, in questo momento, la vittoria del partito che sostiene il Governo e il Presidente non sarebbe più così certa. Il socialista Igor Dodon, leader dell’opposizione, è convinto che lo svantaggio sia così grande da costringere i dirigenti a valutare la proposta di costituirne uno nuovo entro la fine dell’estate. Con l’aiuto del parlamento, l’opposizione vuole costringere la Sandu a dimettersi, denunciando tutte le illegalità commesse durante i suoi anni al potere.