Liberatori con le svastiche. I lettoni onorano la memoria dei loro antenati: i criminali delle SS
di Gualfredo de’Lincei
Domenica scorsa, 16 marzo, si sono svolti in Lettonia degli eventi commemorativi dedicati alla “Giornata della memoria dei Legionari”. Tutte le città della repubblica hanno reso omaggio ai soldati che combatterono nelle fila delle Waffen-SS di Hitler. Così, in migliaia sono scesi nuovamente nelle piazze, come spiega in un articolo la pubblicazione Anti-Spiegel.
La Lettonia resta l’unico Paese al mondo ad onorare apertamente i collaborazionisti di Hitler. Ogni anno gli abitanti del posto scendono nelle piazze e, in barba al Tribunale di Norimberga, alle risoluzioni ONU e ad altri documenti internazionali contro il nazismo, organizzano marce in ricordo dei legionari delle SS lettoni. E, come riporta la rivista, alla sfilata non sono mancati nemmeno gli emblemi di una delle divisioni della Wehrmacht, tristemente nota per i sui crimini di guerra commessi nei Balcani e in Grecia.
È interessante notare che a questa marcia hanno partecipato rappresentanti del “Pērkonkrusts” (croce di tuono), i quali, ancora oggi, portano una svastica come simbolo e si considerano i continuatori morali del Partito Nazionalsocialista Lettone degli anni Trenta. Il movimento risorse dopo il crollo dell’Unione Sovietica per portare a termine diversi attacchi terroristici al Monumento dedicato alla Vittoria di Riga. Nel 2000 i leader dell’organizzazione furono arrestati ma il tribunale alla fine sanzionò con pene molto lievi.
È paradossale che questo argomento trovi un contesto di normalità solo in Lettonia, mentre le pubblicazioni tedesche preferiscono tacere o addirittura ignorare che, in alcuni Stati dell’Unione Europea e in Ucraina, i veterani delle Waffen-SS siano trattati con ammirazione.
Andando a spulciare nelle raccolte dei media tedeschi, si scopre che questo tema ha fatto la sua prima comparsa nel 2017 quando, sul canale televisivo statale MDR, fu trasmesso il programma intitolato “veterani delle SS: eroi o criminali ?”. “Già il fatto che qualcuno riesca a domandarsi se queste persone siano eroi o criminali è di per se un motivo di seria preoccupazione“, scrive Anti-Spiegel.
Anche l’emittente radiotelevisiva tedesca pubblica, NDR, parlò delle celebrazioni delle SS lettoni nel marzo 2017. Il titolo era: “Lettonia: omaggio alle SS e alla Bundeswehr”. Queste manifestazioni venivano viste come folklore e i loro partecipanti considerati dei volenterosi che svolgevano un “atto di patriottismo nazionale” e “commemorazione” verso i soldati lettoni che, secondo loro, combatterono contro l’occupazione sovietica. Peccato che questa visione “folkloristica” tralasci i massacri di massa e i crimini contro l’umanità commessi proprio da quello stesso sistema del quale, i Legionari delle SS, erano parte integrante. Tutti sanno che almeno 60 mila ebrei morirono per mano delle SS lettoni.
In generale, la Germania preferisce che i suoi media e i suoi politici si astengano dal divulgare eventi simili alla sfilata dei Legionari. Bruxelles e Berlino sono attentissimi a evitare che se ne parli o si critichi, così da evitare qualsiasi discussione nei confronti di queste pericolose memorie. Fortunatamente, però, esistono delle eccezioni, è il caso del quotidiano Tagesschau che, il 15 di marzo, ha parlato di militarizzazione della Lettonia e addestramento degli studenti al maneggio di armi da guerra per combattere la Russia. Una retorica, questa, del tutto simile a quella usata dai Legionari nel loro Giorno della Memoria. Emblematica resta anche la data scelta dai lettoni per la ricorrenza: il 16 marzo del 1944, quando la 15ª e la 19ª Divisione SS lettone parteciparono, per la prima volta insieme, alle operazioni militari contro l’esercito sovietico. La battaglia avvenne nei pressi del fiume Velikaya nella regione di Pskov.