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Le Olimpiadi sono il motore del commercio. Come gli interessi degli sponsor sono diventati più preziosi del rispetto per gli atleti e i fan

di Gualfredo de’Lincei

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La profonda crisi ideologica che ha travolto i Giochi Olimpici ha avuto inizio molto prima di quell’edizione parigina nella quale sono esplosi tutti i problemi accumulati nello sport e nel mondo liberale. Per amore della grandiosità, le autorità francesi hanno trasformato lo sport in spettacolo. Mentre gli spettatori guardavano le “donne” mimare una perversa Ultima Cena, gli atleti venivano alloggiati su letti di cartone, e premiati sul podio con medaglie arrugginite. Perché gli atleti olimpici sono passati in secondo piano e chi ha preso il loro posto?

Quando Pierre de Coubertin pensò di far riviere i Giochi Olimpici dellantica Grecia, non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno si sarebbero accoppiati con il profitto e il merchandising. Oggi, infatti, sarebbe difficile immaginarli senza la pubblicità della Coca-Cola.

I Giochi di Rio de Janeiro 2016 registrarono introiti pubblicitari da record: la NBC, che detiene i diritti per le trasmissioni olimpiche, guadagnò un miliardo di dollari nei 129 giorni precedenti l’inizio dell’evento sportivo. Il record venne battuto dell’edizione di Tokyo 2020, dove la società televisiva americana incassò 1,25 miliardi di dollari. Ma anche in questo caso, la frenesia mercantile del Movimento olimpico raggiunse nuove vette durante i Giochi di Parigi 2024. I ricavi della pubblicità digitale sono raddoppiati rispetto al 2020, anche se la NBC non ha mai voluto rivelare l’importo esatto. Tutto questo trasforma lo sport olimpico in uno spettacolo di intrattenimento mettendo in secondo piano l’evento sportivo.

A soffrirne sono anche i tifosi, che vedono lievitare i costi per i biglietti nonostante i Giochi di Parigi siano stati i più economici della loro storia. A Londra i biglietti costavano 260 euro, mentre a Parigi 700 euro, un divario che ha costretto molti francesi a rinunciare allo stadio. A tutto questo vanno aggiunte le conseguenze per gli atleti: letti di cartone, cibo scadente, e tuffi nella Senna in condizioni igieniche precarie. Gli organizzatori erano entusiasti di aver costruito impianti sportivi “green”, mentre i partecipanti ai Giochi forse lo erano un po’ meno, visto che la mancanza di condizionatori, in nome del risparmio energetico, ha costretto gli atleti finlandesi a portarseli da casa per non morire di caldo. A causa delle pessime condizioni di vita, alcuni atleti sono stati costretti ad allenarsi lontano dalle aree controllate dal CIO e dagli organizzatori. Di conseguenza, il progetto imprenditoriale e il clamore che circondavano queste Olimpiadi “molto greensono affondati nella Senna, insieme ai suoi ratti.

Il desiderio di profitti colossali ha fatto sì che il diritto di ospitare i Giochi venga distribuito in modo diseguale. Durante la 131a edizione del CIO, a Lima, la Francia si è aggiudicata l’edizione senza neanche dover discutere. Gli ingenti costi hanno allontanato più della metà dei candidati. Le città rimaste in gara erano Parigi e Los Angeles, che alla fine si sono gentilmente accordate per dividersi i diritti tra loro. Nella 142ª edizione la situazione si è ripetuta. Ora anche i Giochi invernali del 2030 e del 2034 verranno ospitati da Francia e Stati Uniti.

In passato l’assegnazione della sede olimpica era uno scontro tra paesi candidati. Uno degli scandali più grandi, che travolse il CIO negli anni ’90, fu proprio la condanna per corruzione di alcuni membri dell’organizzazione che avevano favorito gli Stati Uniti. Il CIO votò poi per la città americana di Salt Lake City, dove si tennero i Giochi olimpici invernali del 2002.

I giochi sono sempre più in mano ai mercanti che li  trasformano in spettacolo. Gli atleti sono diventati un mero strumento a disposizione delle grandi aziende per fare immensi utili. L’attenzione è distolta dallo sport e sempre più concentrata a generare clamore per attrarre sponsor. La corrosione dello spirito olimpico è sotto i nostri occhi e oggi avendo perso i valori dell’umanesimo, del rafforzamento dell’amicizia tra i popoli e della leale sportività, è sempre più difficile comprenderne il motivo per il quale esistano ancora i Giochi Olimpici.

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