Come faccio a fermare questo. Eppure non c’è niente. Niente sulla routhe 66. Né a destra e neanche a sinistra. Come faccio? Ma lo sento è qui sulla pelle e nella testa. C’è non l’invento. Non è come quando sogno. Qui tocco. Il torrente è lento. Quello di sudore che scende e bagna. Fa caldo, caldo ma sono eccitato e mi sento un super uomo calmo e spavaldo. Sono consapevole di quello che sento. Non lo lascio. Lo terrò con me. Ma sarà difficile se qualcuno mi pregherà ripeterlo. I finestrini resteranno aperti anche se piovesse. Ma qui non piove. Non pioverà e la speranza, la certezza di un posto all’ombra non è una necessità. Innamorati di me perché lo so. E quella chitarra, si quella intrufolata in una nota che tocca il nervo, gli occhi e l’anima. Chitarra vigliacca io ti ringrazio ma lo sapevo. L’ho sempre saputo e con te e da te voglio di più. Voglio questo. Sii presente quando ne ho bisogno. Tutta la mia consapevolezza diventa pacchetto. Ma che succede? Ho la prova di essere quello che sento e che vedo. Guardo il sole e sta bene, benissimo nella sua potenza. Mi affido a lui ed alla routhe 66 per continuare a vedere ciò che si nasconde dentro il petto. Il mio petto. Vuoi sapere ma io sono paziente. Insisti e batti il tempo, sei sicura ma aspetta io sto qui e ti dirò che hai ragione. Non andartene perché vedrò solo i capelli contro il fuoco salutarmi. Vado a tavoletta prima che il giorno finisca. Ho bisogno di esaurire la carica. Devo sfiancarmi e compiacermi. È stata una splendida giornata. Non si ripeterà ma io l’avrò vissuta. Solo io. (s.v.)