Advertisement

DREAM A LITTLE DREAM

Sogno diversamente blues

Advertisement

testo e regia ROBERTA LIDIA DE STEFANO

con MASSIMO BETTI | ROBERTA LIDIA DE STEFANO

 

SPAZIO DIAMANTE

SALA BLACK

28-29 MARZO

 

 

Dream a little dream è un diario blues, un sogno in forma di concerto; quasi una seduta spiritica, che dissotterra le radici, i suoni e i “pessimi soggetti” delle antenate della protagonista, rivelando l’universo interiore delle grandi cantanti blues. Allo stesso tempo, è il racconto istintivo e sofferto di un’artista che non si sente mai all’altezza.

 

Da molto tempo sono appassionata di BLUES: una parola dal forte rimando storico ed emotivo, che si fa fatica a concretizzare. Sento che c’è come un filo conduttore, una materia materna, che crea un’ereditarietà tra le grandi blues women del secolo scorso, e quelle di oggi. È fatta di talento, desiderio di riscatto, ambiguità sessuale, insicurezza, potenza e masochismo. Da Bessie Smith a Billie Holiday, passando da Etta James, Sara Vaughan, Dinah Washington, Nina Simone, Amy Winehouse…queste “Stelle polari” magnetiche e violente, creano la costellazione perfetta per un’arroventata vicenda umana: la storia di una famiglia, un universo femminile attorno al proprio albero genealogico.

Questa ricca e complicata materia è raccontata con delicata partecipazione, dalla protagonista: una “blues woman” bianca, nata da una madre nera e cresciuta da una nonna nera. Figlia, madre e nonna; rispettivamente: “Imperatrice”, “regina” e “principessa del blues”, cantano la vita come delle moderne baccanti, con il linguaggio schietto -eppure raffinato- della strada.

“Mi presento per chi non mi conoscesse o non si ricordasse di me, mi chiamo Janis, qualcuno starà pensando come Janis Joplin…ed è proprio così. Mia mamma era negra, i miei nonni erano negri, ma io sono bianca, come mio padre. Evidentemente assomiglio molto a mio padre…tranne il culo, quello l’ho preso da mia nonna…”

 

Per una “ragazza blues” essere nata bianca in un contesto del genere, significa non appartenervi fino in fondo; vivere il dramma di non essere mai all’altezza, sentire il peso di un importante “testimone” tra le mani. Con immaginazione e autoironia Janis, conoscerà meglio la storia della sua vita.

Accanto a queste Stars orbita un universo maschile fiacco, manipolatore e sfruttatore; questi “accompagnatori” erano infatti, nella maggior parte dei casi, dei pessimi mariti e manager. Nella migliore delle ipotesi, erano dei bravi musicisti dalle stridenti intenzioni, con cui intonare gli aspetti più disperatamente sensuali della schiavitù esistenziale.

Roberta Lidia De Stefano

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteQuerela vs Littizzetto: una class-action dell’Osservatorio Vittime del Dovere a fianco del Tenente Trabucco per la tutela degli uomini delle Forze Armate Italiane
Articolo successivoInaugurazione sede del partito politico Forza Italia al  municipio IV

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui