RDC: Save the Children, nelle province orientali l’escalation di violenza ha causato un aumento del 50% del numero di bambini che soffrono la fame
La comunità internazionale deve intervenire immediatamente per affrontare questa crisi
Nelle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC) l’escalation di violenza ha causato un aumento del 50% del numero di bambini che soffrono la fame. Lo dichiara Save the Children, che ha analizzato i nuovi dati dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC)[1].
Tra gennaio e giugno di quest’anno in tutta la RDC il numero complessivo di bambini che si trovano ad affrontare un livello di crisi o peggiore di insicurezza alimentare è salito a 14,6 milioni, con un aumento di 2,3 milioni rispetto ai 12,3 milioni dello stesso periodo del 2024[2]: nel Paese un bambino su quattro attualmente fatica ad avere accesso a cibo sufficiente. Nelle province orientali, maggiormente segnate dal conflitto – Ituri, Nord Kivu, Sud Kivu e Tanganyika – l’analisi di Save the Children ha rilevato in particolare che il numero di bambini colpiti è aumentato del 47% rispetto allo stesso periodo (gennaio-giugno) dell’anno scorso, da 3,6 milioni a 5,4 milioni.
Il peggioramento della crisi alimentare è alimentato dall’escalation della violenza, con scontri nel Nord e Sud Kivu e conflitti armati in corso in Ituri che si sono intensificati dall’inizio dell’anno. Negli ultimi mesi, quasi 3 milioni di persone sono state costrette a spostarsi, sia a causa del conflitto sia per tornare nelle loro aree di origine, rendendo l’accesso al cibo ancora più difficile. Attualmente, secondo i dati più recenti dell’UNHCR[3], sono 6,4 milioni gli sfollati interni a causa del conflitto nella RDC di cui oltre la metà (3,8 milioni) solo nel Nord e Sud Kivu.
Furaha*, 25 anni, madre di quattro figli, è stata costretta a fuggire dal suo villaggio nel Nord Kivu nel 2024 a causa dell’aumento della violenza. Tuttavia, dopo che il campo di sfollati dove si erano trasferiti è stato smantellato, la sua famiglia è rimasta senza un rifugio sicuro. Ora vivono in condizioni difficili con una famiglia ospitante, che lotta a sua volta per procurarsi del cibo.
“Per soddisfare i bisogni della mia famiglia, lavo vestiti per famiglie che ne hanno bisogno. Così riesco a procurarmi un po’ di cibo per la mia famiglia, anche se non è sufficiente – ha raccontato Furaha* – Se nessuno ha necessità di lavare vestiti, allora trascorriamo quella giornata a dormire senza mangiare nulla. Questo ha un impatto sui miei figli, come Grace, di 2 anni, che ha già sofferto di malnutrizione in due occasioni. La seconda volta, ho notato che la bambina aveva già un edema, non aveva appetito e aveva difficoltà a succhiare; l’ho riportata alla clinica dove ha ricevuto un trattamento gratuito e la sua salute sta migliorando. Ne sono felice. La mia paura è che, mentre noi troviamo cibo con difficoltà, questa situazione di malnutrizione si ripeterà più volte e colpirà altri bambini”.
L’insicurezza alimentare ha effetti devastanti sulla salute dei bambini: porta a malnutrizione, crescita stentata, indebolimento del sistema immunitario e maggiore vulnerabilità alle malattie. Senza un apporto nutritivo sufficiente, i bambini hanno maggiori probabilità di soffrire di anemia, grave deperimento e ritardi nello sviluppo, che possono avere conseguenze a lungo termine sul loro sviluppo fisico e cognitivo. I bambini che non hanno sufficiente accesso al cibo faranno anche fatica a concentrarsi e ad apprendere, se avranno accesso all’istruzione.
“Stiamo assistendo a un’escalation catastrofica della fame tra i bambini della RDC – ha dichiarato Greg Ramm, Direttore nazionale di Save the Children nella RDC – Le violenze in corso nelle regioni orientali del Paese hanno causato milioni di sfollati, lasciando le famiglie senza accesso a cibo, assistenza sanitaria e altri servizi essenziali. I tassi di povertà rimangono elevati, soprattutto nelle aree rurali. La comunità internazionale deve intervenire immediatamente per affrontare questa crisi e prevenire ulteriori sofferenze, soprattutto tra i bambini”.
Save the Children ha iniziato a lavorare nella RDC orientale nel 1994 e attualmente collabora con 13 partner locali, oltre che con partner internazionali e autorità governative, per fornire assistenza sanitaria, nutrizionale, idrica, igienico-sanitaria, di protezione dell’infanzia e di istruzione ai bambini e alle loro famiglie.
[1] https://www.ipcinfo.org/ipc-country-analysis/details-map/en/c/1159546/?iso3=COD
[2] Save the Children ha confrontato il numero di bambini con IPC3 o superiore nel periodo gennaio-giugno 2024 e gennaio-giugno 2025, applicando il calcolo di una percentuale di bambini sulla popolazione totale pari al 52,5% basata sui dati delle Nazioni Unite World Population Prospects. Su questa base, il numero di bambini in condizioni di insicurezza alimentare in IPC3+ è aumentato da circa 12,3 milioni nella prima metà del 2024 a 14,6 milioni nella prima metà del 2025. Si tratta di un aumento di circa 2,3 milioni di bambini in IPC3+. Per calcolare gli aumenti percentuali su base annua tra il 2024 e il 2025, abbiamo aggiustato leggermente i numeri assoluti per considerare che l’IPC ha censito il 96% delle persone nella RDC nel 2024 e il 98% nel 2025.
[3] https://data.unhcr.org/en/documents/details/115442