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IL PUNTO n 996 del 11 APRILE 2025

di MARCO ZACCHERA 

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SOMMARIO : In molti mi chiedono un’opinione su Donald Trump, posso solo dire che sono sconcertato e preoccupato, come mi pare lo siano anche diversi amici repubblicani negli USA. Leggete più avanti un mio commento sulla questione dazi. In questo numero anche un po’ di ironia e commenti volutamente “leggeri”, ma d’altronde vista l’aria che tira…

 

NELLA POLITICA CI VUOLE QUALITA’ !

Lo scrivo sempre: in politica, per salvare il Paese, ci vuole qualità e quindi applaudiamo alla prossima “discesa in campo” di Rita De Crescenzo, la tiktoker “influencer” capace (dice lei) di aver mobilitato migliaia di persone in occasione della recente manifestazione “pacifista” del Movimento 5 Stelle.   A distanza di un paio di mesi dal ‘caso Roccaraso’ quando la De Crescenzo avrebbe spinto migliaia di napoletani ad invadere improvvisamente tutti insieme la località sciistica per mettersi al suo seguito, la “Divina” è apparsa infatti al corteo del M5S di sabato scorso a Roma cercando a tutti i costi di farsi notare e soprattutto fotografare con Conte. Non ci è riuscita, ma – con un sapiente fotomontaggio – ha comunque pubblicato per i suoi “follower” una foto (falsa) apparentemente scattata stretta insieme a lui, annunciando per l’occasione che entrerà presto in politica.

In proposito ha ammesso di non essere mai andata a votare (!), di non essersene mai occupata (!!)  e di non avere idee chiare in merito no sapendo cosa sia  “né a destra né a sinistra” (!!!), ma che accetterebbe comunque un posto da senatrice (!!!!) candidandosi a diventare presto anche ministro del turismo (!!!!!), insomma… roba da poco.

D’altronde dopo Di Maio ministro agli Esteri (ed ora “esperto” europeo per il Golfo Persico) tutto è possibile e quindi aspettiamoci presto l’arrivo anche della De Crescenzo in casa 5 Stelle. Poi però non lamentiamoci di quello che ci succede intorno…

 

TE LA DO IO LA RESISTENZA

Sul Lago Maggiore, a LUINO, al termine di una conferenza-lezione-comizio tenuta a una scuola superiore dalla presidente provinciale dell’ANPI di Varese Ester De Tomasi in occasione dell’ 80° anniversario del 25 aprile, ha chiesto di parlare uno studente (peraltro in modo sembrerebbe civilissimo) che ha criticato il ruolo dell’ANPI, sostenendo che rappresenterebbe una sola parte politica e affermando che nella storia sarebbero esistite “più Resistenze” , tra le quali quella comunista che – secondo lui – mirava a sostituire una dittatura con un’altra dittatura.

La presidente De Tomasi se l’è presa a male ed è intervenuta con un eloquente “ti prenderei a sberle”. Una perfetta risposta “democratica” al dissenso, ma per un attimo immaginate che cosa sarebbe successo – e quali sarebbero stati i commenti sui media – se la frase fosse stata pronunciata a parti invertite.

Non è finita: salendo di tono la polemica sulla stampa locale il giorno dopo la De Tomasi, intervistata, ha sostenuto che il giovanotto aveva tenuto “un atteggiamento tipicamente squadrista”.  Chi dissente, squadrista è!

 

LA BUONA NOTIZIA

Giustamente qualche lettore mi ha segnalato che da diverse settimane non pubblico più la rubrichetta “la buona notizia” e quindi riprendo l’abitudine.

Questa settimana spazio quindi alla “gold card” di Trump che permette di ottenere l’automatica cittadinanza degli USA ricevendo anche un distintivo e una aurea targhetta con la Sua immagine.

Si faccia avanti quindi chi è interessato acquistando la “card” al modico prezzo di 5.000.000 (cinque milioni) di dollari. Visto che la moneta USA è un po’ in ribasso è il momento buono e poi pare ci siano sconti per nucleo famigliare.

 

MYANMAR. NEWS ED ERRATA CORRIGE

Veniamo a cose più serie e grazie ai lettori che hanno risposto al mio appello per aiutare il Myanmar. Purtroppo, per mio errore, la scorsa settimana scorsa ho indicato un numero IBAN della Fondazione Comunitaria VCO sbagliato, quello corretto è:

IBAN: IT81O 03069 09606 1000 0000 0570. 

(indicare sempre nei versamenti “Pro Fondo Verbania Center).

Grazie a chi me lo ha segnalato e soprattutto a chi vorrà unirsi nel dare una mano.

………….

Come ho spiegato da tempo, aiutiamo come Verbania Center in Myanmar un asilo con circa 100 bambini che è stato realizzato nella periferia della capitale Yangon (ex Rangoon) in una baraccopoli cresciuta vicino alla discarica cittadina. E’ un elemento importante nella vita della zona dove il terremoto non ha fatto gravi danni diretti, ma che in questi giorni si è riempita di moltissimi altri rifugiati dalle zone terremotate. Ogni aiuto è quindi prezioso tenuto conto che un pasto dei bambini costa circa 1 (uno!) euro e con poco si può quindi aiutare tanta gente. La scorsa settimana siamo riusciti a spedire 5.000 euro.

 

Approfondimento: I DAZI DI TRUMP  (in parole semplici) 

Il mondo sta impazzendo per i dazi dell’umorale, strafottente, imprevedibile, antipatico, pazzo (?), incomprensibile Trump.

Pochi lo ricordano nei mille commenti, ma il caos della politica e delle borse mondiali sottolinea come tutto sia oggetto anche di speculazioni finanziarie che poco hanno vedere con l’effettiva entità dei problemi.

Per esempio gli USA rappresentano il 10% delle esportazioni europee quindi il problema c’è, ma non è poi così enorme, eppure è strumento per speculazioni di borsa colossali e vendite allo scoperto senza controlli, a parte i commenti politici

Dove sono Consob, BCE, enti di controllo, garanti vari a regolare il mercato? Spariti.

Più in generale vorrei ricordare ai lettori meno esperti che i dazi sono imposti da un governo quando vuole tutelare le produzioni interne e se una volta rappresentavano l’entrata classica di ogni nazione, da decenni ormai nei paesi più evoluti (?) si tassa di più il reddito che non le merci, ma per produrre redditi bisogna guadagnare, lavorare, far produrre i propri cittadini o il reddito (e quindi le imposte) non si realizza.

Rappresentano così una mossa protezionistica utile (perché questo è il punto fondamentale) se un paese o un gruppo di paesi sono sufficientemente forti sia nel campo produttivo interno che nel disporre di un mercato capace di assorbire i prodotti in modo “autarchico”.

Gli USA sono un grande paese e godono di entrambi questi vantaggi, con buona parte della filiera produttiva al proprio interno (ovvero disponendo di materie prime minerarie, agricole e di manodopera) ma godendo anche di un grande mercato “in house” capace di assorbire i prodotti.

Se però importarli costa meno che realizzarli (cosa che è avvenuta negli ultimi decenni) le produzioni USA crollano e con loro il reddito degli operai e delle fasce più basse, cosa che Trump vuole bloccare e come peraltro aveva annunciato in campagna elettorale.

Dal punto di vista della politica interna e per le classi più popolarti  USA le mosse di Trump sono quindi comprensibili, anche per contenere il deficit federale, ma certamente danneggiano gli esportatori verso gli USA.

A differenza di quello che succedeva un secolo fa, ma anche nel dopoguerra, tutti i mercati mondiali sono però ora interconnessi, ma con molti paesi (immaginiamo l’Unione Europea come unico blocco) che non dispongono delle materie prime e quindi debbono ricorrere, per produrre, anche ai mercati esterni (si pensi al gas, al petrolio, ai prodotti minerali rari, ai semiconduttori) e quindi devono comprare “fuori” per realizzare le loro produzioni.

Se la decisione USA è di comportarsi così, per l’UE ci sono poche possibilità: o si apre una guerra di muscoli per tassare di più tutti gli scambi o si produce a minor costo per essere comunque competitivi o ci si adegua a consumare “autarchico” anche noi o si punta vendere su altri mercati (ad esempio Asia, Africa e Cina).

Abbiamo però politicamente deciso di chiudere con la Russia e quindi importiamo energia a prezzo più caro, siamo molto attenti alle politiche del lavoro e dell’ambiente e quindi produrre costa di più, non abbiamo coltivato contatti privilegiati con altri mercati (la Cina lo sta facendo da decenni con l’Africa e il terzo mondo, magari rapinandoli, ma intanto i contatti e i crediti li ha costruiti) mentre ci siamo chiusi come europei in una torre d’avorio e con la puzza sotto il naso.

Questa è la realtà, c’è poco da lamentarsi e l’UE deve prendere delle decisioni conseguenti, piacciano o meno.

Ma attenzione, perché le scelte di Trump sono anche “politiche” oltre che economiche: sono un dissuasore, un elemento di pressione, una minaccia cui fare ricorso con la potenza anche militare – oltre che economica – che ci sta dietro.

Non so se a medio termine comincerà una politica di “sconti” per chi seguirà politicamente gli USA, ma credo di sì perché alla lunga converrà anche a Trump.

Al concreto forse l’Europa dovrebbe intanto pensare ad avere un altro atteggiamento con la Russia al di là del conflitto ucraino, rilanciare fortemente i rapporti con la Cina e soprattutto con i paesi emergenti del mondo che dall’Africa all’Asia abbiamo abbandonato. Servirebbe anche essere più “autarchici” nei consumi e limitare le importazioni dagli USA all’indispensabile, oltre che puntare a quelle produzioni strategiche (si pensi al fotovoltaico) per cui dipendiamo troppo da terzi. Certo non possiamo continuare ad essere contemporaneamente green, sociali, solidari, armati ma pacifisti, competitivi e autarchici se non facendo adeguati sacrifici: chi ci sta?

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                           MARCO  ZACCHERA

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