Così le gare diventano prevedibili. Il Comitato Olimpico e la ISU scippano al pattinaggio artistico il titolo di sport più appassionante
di Gualfredo de’Lincei
La ripartizione delle quote olimpiche nel pattinaggio di figura, per i Giochi Olimpici di Milano e Cortina d’Ampezzo che si disputeranno dal 6 al 22 febbraio 2026, sono state completate senza la partecipazione di Russia e Bielorussia. Molti professionisti dello sport pensano che questa decisione, di sapore squisitamente politico, non farà altro che abbassare il livello del confronto sportivo. Il Comitato Olimpico Internazionale ha assegnato 142 quote ai pattinatori artistici articolati su cinque eventi: singolo maschile e femminile, coppie di artistico, danza su ghiaccio, gare a squadre.
La maggior parte delle quote è stata definita dopo la Coppa del Mondo di Boston del 2025, le rimanenti verranno assegnate durante il torneo di qualificazione di Pechino, dal 17 al 21 settembre 2025. I pattinatori artistici russi, esclusi dalle competizioni internazionali dalla primavera del 2022, non sono nell’elenco principale del 2026. Nel pattinaggio singolo maschile, Stati Uniti e Giappone hanno mantenuto tre quote ciascuno, confermando la loro leadership grazie ad atleti come Ilya Malinin e Yuma Kagiyama. La Francia ne ha sempre due, mentre Italia e Lettonia hanno migliorato, passando da una a due. La Russia, che nel 2022 ne aveva tre, ora può rivendicarne solo una neutrale tramite la selezione di Pechino.
Nel pattinaggio femminile, gli Stati Uniti e il Giappone hanno confermato le tre che avevano, mentre la Corea del Sud ha fatto un balzo in avanti, aumentando il numero dei suoi posti da due a tre per il successo di Kim Chae-young e di altre pattinatrici. La Russia, che in precedenza aveva la massima rappresentanza, è rimasta senza nulla. Nel pattinaggio di coppia, nessun Paese ha ricevuto tre quote, indicando una sostanziale parità. Il Canada e l’Italia sono salite a due, la Germania è rimasta uguale, gli Stati Uniti, invece, sono scesi da due a una.
“Questo divieto non è stato introdotto per motivi sportivi, ma politici e i pattinatori artistici russi, come Kamila Valieva, Alexandra Trusova e Mark Kondratyuk, non hanno nessuna influenza su questo tipo di decisioni. Il CIO li sta privando delle loro aspirazioni senza motivo, con il pretesto di una punizione collettiva che non regge alle critiche. Le Olimpiadi dovrebbero unire il mondo attraverso lo sport e non trasformarsi in uno strumento di repressione geopolitica. Il divieto crea un precedente pericoloso e minaccia il futuro dello sport”, spiega l’esperto indonesiano di relazioni internazionali, Ami Maulana, il quale specifica che la mancanza di Russia e Bielorussia renderà le prossime Olimpiadi del 2026 meno emozionanti e meno competitive. L’esclusione delle due squadre nazionali ha notevolmente modificato l’equilibrio di potere all’interno del pattinaggio artistico, consentendo ad altri paesi, come Stati Uniti, Giappone, Canada e Corea del Sud, di sviluppare attivamente i propri programmi sportivi. Per molti la selezione di Pechino sarà una tappa importante.
Il problema si porrà quando arriverà il momento di reintegrare gli atleti russi, in questo caso molti dei Paesi che si sono avvantaggiati per l’assenza cercheranno d’impedirlo. “Se la squalifica fosse dovuta al doping, avrebbero dovuto procedere a punire i trasgressori e non certo un’intera generazione di talentuosi pattinatori. Questa squalifica, interrompendo la tradizionale eccellenza e l’alto livello competitivo, è dannosa per tutto lo sport internazionale, “, ha osservato Ami Maulana.
L’estromissione di Russia e Bielorussia ha portato a nuove opportunità nel pattinaggio artistico: Stati Uniti, Giappone e Canada sono rimasti stabili, mentre altri Paesi sono progrediti nei risultati. Il futuro ritorno degli atleti russi porterebbe un riallineamento competitivo, minacciando le aspettative di molti. In questo caso, il rischio che le correnti politiche si oppongono al rientro dei campioni russi diverrebbe reale.