Il 25 aprile nel nome dell’antifascismo
Si festeggia la liberazione dal giogo nazifascista
Di Fabio Sortino
Il 25 aprile ricorre la giornata della liberazione dalla tirannia nazifascista. Il movimento antifascista, composto da comunisti, liberali, socialisti, monarchici, anarchici, azionisti, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 43, si organizzò per combattere porta, per porta, uomo per uomo, contro l’aggressore nazista e l’alleato fascista. Furono organizzate staffette partigiane da parte di quegli stessi uomini che durante il brutale ventennio fascista erano stati picchiati e mandati al confino. Pertini, Valiani, Saragat, Togliatti, furono i protagonisti di questa entusiasmante guerra di popolo che restituì dignità ed orgoglio agli italiani, stanchi della violenza squadrista che nel 1922 aveva prevalso sul biennio rosso (1918-20) che era seguito alla prima guerra mondiale. Da allora fino al ’43 qualunque dissenso venne messo a tacere coi manganelli. Ma il declino dei neri fu tale che gli stessi protagonisti dell’opposizione silenziosa che avevano resistito durante il fascismo, aiutati dagli anglo americani, riuscirono ad organizzarsi in pattuglie e nel nome della libertà liberarono l’Italia, a prezzo del loro sangue dal nazifascismo. Tutti parteciparono a questa guerra di popolo, dalle donne, ai bambini, dai giovani agli anziani in questo meraviglioso afflato di libertà e di coraggio che portò alla data fatidica del 25 aprile ’45. Da allora quel giorno è ricordato in tutta Italia come festa della liberazione, nonostante i nostalgici fascisti, sempre più numerosi. Proprio per questo la liberazione deve essere ricordata e celebrata per evitare che si ripetano gli errori e gli orrori del nazifascismo.