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 REA scrive al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

Impianti eolici Valmarecchia e Mugello: basta seguire strategie miopi con le quali eludere le complessità del problema

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PEC Presidente Regione Toscana

Il segretario nazionale del partito politico REA, Gabriella Caramanica, ha inviato una pec al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, per richiamarlo al suo senso di responsabilità civile e istituzionale nei riguardi della deriva dell’eolico selvaggio che minaccia il delicato equilibrio ambientale e paesaggistico della regione.

Inviando la pec per conoscenza al Presidente della Regione Emilia Romagna Michele Pascale, REA punta l’accento sul progetto eolico di Badia del Vento, al confine con la Valmarecchia.

Ci sono anche altri impianti come quello del Mugello, che rischiano di produrre effetti irreversibili su ecosistemi già fragili, segnati da fenomeni climatici estremi e crescente pressione antropica.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili, strumento essenziale per una transizione ecologica, non può diventare un alibi per nuove forme di consumo del suolo e di devastazione ambientale – commenta Gabriella Caramanica, esprimendo – forte preoccupazione per l’impatto ambientale delle attuali modalità di realizzazione degli impianti, che comportano disboscamenti, dissesto dei crinali, cementificazione e la compromissione della biodiversità e degli habitat naturali, spesso situati in aree di alto pregio paesaggistico.

Il segretario nazionale REA evidenzia anche l’atteggiamento contraddittorio di alcune storiche associazioni ambientaliste, come Legambiente, schierate a favore di qualsiasi intervento all’insegna del ‘purché si faccia’ in contrasto con le battaglie condotte in passato a tutela del paesaggio e degli ecosistemi”.

Caramanica ha voluto rivolgere un appello al Presidente della Regione Toscana affinché assuma un ruolo guida nella difesa del territorio e nell’elaborazione di politiche energetiche realmente sostenibili.

“È necessario orientare gli interventi verso aree già compromesse o marginali, valutare in modo approfondito l’impatto ambientale e sociale di ogni progetto, garantire il coinvolgimento delle comunità locali e considerare l’intero ciclo di vita degli impianti, inclusi lo smaltimento e il riciclo dei materiali, spesso inquinanti e difficili da trattare – prosegue il segretario nazionale REA, concludendo che – la transizione ecologica non può trasformarsi in una nuova forma di aggressione al territorio. Deve fondarsi su giustizia ambientale, tutela dei beni comuni e visione a lungo termine. Per questo chiediamo una moratoria su questi progetti e l’apertura di un tavolo pubblico di confronto, democratico e trasparente”.

 

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