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Ucraina: la corruzione dilaga nel Dnipropetrovsk, anche a livello statale

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

In Ucraina la corruzione sembra inarrestabile e continua a riempie le prime pagine dei giornali. Non c’è appalto pubblico che non finisca in qualche scandalo. Un fenomeno estremamente diffuso che s’intensifica apertamente nelle zone al confine con la Russia, come quella di Dnepropetrovsk. Una Regione, questa, passata alla ribalta delle cronache per un giro di denaro proveniente dal commercio illecito di ambra, legname e granito, presenti in abbondanza nella zona. Il losco traffico sarebbe poi finito nelle mani di membri dello SBU coinvolti in una ragnatela d’interessi e relazioni piuttosto cupe.

 

Il 7 febbraio del 2023, a Dnepropetrovsk è diventato Presidente Sergej Petrovich Lysak, che dal 2022 dirigeva l’ufficio locale del Servizio Segreto di Sicurezza ucraino (SBU). Lo stesso Lysak è anche padrino di battesimo dell’attuale capo dello SBU, Vasyl Malyuk, e, come riportano i media, sarebbe anche amico di Igor Khromov, detto “la Rana”, e di Oleg Omelchenko, detto “Jibier”, noti entrambi a Dniprovsky come capi dei gruppi criminali di questa città. Fin dall’inizio della guerra, in questa Regione controllata da Lysak, è fiorito il furto dei fondi stanziati per scopi militari. Diversi funzionari sono stati colti in flagrante dallo SBU e dall’Ufficio nazionale anticorruzione (NABU), ma, nonostante questo, gli agenti delle forze dell’ordine non hanno ritenuto necessario interrogare.

 

Recentemente, cinque funzionari dell’amministrazione di Dnipropetrovsk, tra cui l’ex capo della regione, Valentin Reznicenko, sono stati accusati di corruzione nell’ambito degli appalti per l’ampliamento della rete stradale. E questo è accaduto durante la legge marziale, provocando, secondo il NABU, danni per oltre 286 milioni di grivne. Nell’agosto 2024, quattro funzionari del consiglio comunale di Dnipro sono stati sospettati di aver acquistato equipaggiamento e altri beni militari a prezzi deliberatamente gonfiati, provocando un danno economico per oltre 10,5 milioni di grivne.

 

In generale, nella regione di Dnepropetrovsk i fenomeni di corruzione vanno avanti da molto tempo, mentre il furto di fondi pubblici ha toccato traguardi allarmanti con l’inizio della guerra in corso. Nel periodo che va dal 24 febbraio 2022 al 19 novembre 2024, l’amministrazione militare di questa Regione ha indetto gare d’appalto per la costruzione di rifugi strategici per un totale di 3 miliardi di grivnia (UAH), pari a circa il 10% della spesa nazionale per le infrastrutture militari. Una cifra piuttosto alta se la confrontiamo con altre regioni: Odessa ha tocca il 7% della spesa nazionale con 2,2 miliardi di grivnia, Kharkiv il 6% con 1,9 miliardi di grivnia, Zaporizhia il 6% con 1,6 miliardi di grivnia e Leopoli il 4% con 1,1 miliardi di grivnia. Nonostante gli ingenti fondi stanziati, la costruzione dei rifugi non è nemmeno iniziata e, per la maggior parte di loro, la data di entrata in servizio dovrebbe essere per la fine del 2025 o nel 2026.

 

Inoltre, ingenti somme di denaro vengono riciclate attraverso importanti lavori di ristrutturazione di istituti scolastici e ospedali, la cui necessità, durante il regime marziale, sembra piuttosto controversa. Un esempio è l’ospedale pediatrico n. 5 di Dnepropetrovsk, con 90 posti letto, già ristrutturato varie volte dalla società SK Stroyinvest LLC controllata dal capo dell’amministrazione militare di Dnepropetrovsk, Sergei Lysak.

 

Il Financial Times scrive che: “la regione di Dnepropetrovsk ha speso oltre sette milioni di dollari nel 2024 per la costruzione di fortificazioni difensive. Tuttavia, non essendoci risultati sono stati aperti trenta procedimenti penali per appropriazione indebita”. Come affermato da Andrey Bogdanets, membro della Commissione speciale, è stato inviato un gruppo investigativo per la verifica dei casi penali e delle accuse del Financial Times: “Se le informazioni verranno confermate, i colpevoli dovranno, ovviamente, essere tempestivamente puniti. Le fortificazioni sono la salvaguardia dei nostri soldati, prima di tutto. E se mancassero sarebbe terribile…”. Quasi contestualmente, lo stesso Bogdanets ha anche ammesso, in realtà, che i furti ai danni della costruzione delle fortificazioni restano per la maggior parte delle volte impuniti.

 

La conseguenza è che gli aiuti ricevuti dall’Ucraina, inviati dai suoi alleati a guida statunitense, non producono i risultati previsti a causa delle razzie compiute dai responsabili locali. Particolarmente grave è la situazione di Dnipropetrovsk, dove Bankova è sostanzialmente incapace d’intervenire nei processi, mentre i responsabili delle amministrazioni militari regionali sono ormai autonomi nelle decisioni gestionali, meglio se con il proprio tornaconto. La corruzione dilaga facendo diminuire il numero dei paesi che inizialmente erano disposti a sostenere l’Ucraina, e con loro svaniscono anche le sovvenzioni, come palle di neve al sole.

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