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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, alla luce delle recenti notizie concernenti il caso di Biancavilla (CT), esprime profonda preoccupazione e indignazione per la gravissima situazione ambientale e sanitaria che coinvolge migliaia di cittadini da oltre venticinque anni, senza che si sia ancora realizzata una bonifica completa ed efficace del territorio contaminato dalla fluoro-edenite, minerale asbestiforme altamente cancerogeno.

Il CNDDU sottolinea come la vicenda di Biancavilla rappresenti un vero e proprio fallimento dello Stato di diritto e dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana, in particolare dall’art. 32 – che tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività – e dall’art. 9 – che impone la tutela del paesaggio e del patrimonio ambientale.

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Oltre due decenni di attese, morti silenziose, e fondi pubblici ancora in bilico: è questo il bilancio attuale. Dal riconoscimento di Biancavilla come Sito di Interesse Nazionale (SIN) nel 2001, la popolazione attende ancora la bonifica di circa 330 ettari contaminati, con 4.300 abitazioni private realizzate con materiali tossici estratti dalla cava di Monte Calvario. È inaccettabile che la messa in sicurezza di questi edifici, stimata in 150 milioni di euro, resti ad oggi in fase progettuale, mentre nel frattempo si registra un incremento costante delle patologie correlate all’esposizione alla fluoro-edenite, come il mesotelioma pleurico.

Gravissimo, inoltre, è l’aspetto etico e legale della gestione delle bonifiche: secondo quanto riportato dalla stampa, la ditta aggiudicataria dei lavori pubblici risulterebbe coinvolta in inchieste per corruzione e infiltrazioni mafiose. Tale elemento compromette ulteriormente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e offende il principio di legalità nella gestione dei beni pubblici.

Il CNDDU si unisce alla voce dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e delle associazioni locali nel chiedere:

  • L’immediata attuazione dei lavori di bonifica dell’intero SIN di Biancavilla, con particolare attenzione all’edilizia privata e alle strutture scolastiche e sanitarie.
  • Il riconoscimento formale della fluoro-edenite nella lista dei minerali di amianto da parte dell’INAIL, affinché alle vittime e ai familiari siano garantiti i diritti previdenziali, risarcitori e assistenziali previsti dalla normativa vigente in materia di esposizione ad amianto.
  • Una commissione parlamentare d’inchiesta che indaghi sull’impiego dei fondi pubblici per le bonifiche ambientali in Sicilia, sullo stato delle gare d’appalto e sui ritardi accumulati da oltre vent’anni.
  • L’introduzione nei programmi scolastici di moduli educativi permanenti sulla cittadinanza attiva, il diritto all’ambiente, e la prevenzione sanitaria, affinché casi come quello di Biancavilla non si ripetano mai più.

Il CNDDU ritiene che l’educazione ai diritti umani non possa prescindere dalla difesa del diritto alla salute e ad un ambiente salubre, soprattutto nei contesti territoriali in cui la fragilità ambientale è aggravata da disattenzione istituzionale e mala gestione pubblica. L’esempio di Biancavilla è emblematico: non può esserci giustizia sociale senza giustizia ambientale.

Invitiamo le scuole del territorio nazionale ad aderire a un momento di riflessione sul tema il 5 giugno 2025, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, attraverso attività didattiche, convegni e seminari volti a sensibilizzare le giovani generazioni sulla tutela della salute collettiva e della legalità.

Il Coordinamento si impegna a vigilare e denunciare ogni forma di negazione dei diritti umani fondamentali, affinché le voci delle comunità dimenticate non vengano più ignorate.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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