UNA FOSSA COMUNE
A Gaza i bombardamenti sono ripresi più violenti di prima. Nessun ospedale è pienamente funzionante e le scorte di farmaci sono sempre meno: servono aiuti urgenti, ora.
“I bambini urlano mentre siamo costretti a staccare il tessuto bruciato dalla loro pelle. Ci implorano di fermarci, ma se non rimuoviamo il tessuto morto, le infezioni possono portarli alla morte” – è il racconto straziante del dottor Ahamd Abu Warda, responsabile medico di Medici Senza Frontiere a Gaza.
Tutto lo staff di Medici Senza Frontiere a Gaza continua a curare come può, nei pochi ospedali rimasti funzionanti, con i pochi farmaci rimasti. I pazienti con ustioni gravi su tutto il corpo sono aumentati. Ad aprile nella nostra clinica a Gaza City ne abbiamo curati in media 100 al giorno. Nell’ultimo anno nell’Ospedale Nasser abbiamo effettuatooltre 1.000 interventi chirurgici per ustioni, il 70% dei pazienti erano bambini, la maggior parte con meno di 5 anni. Sono stati ustionati dalle esplosioni delle bombe.
La sofferenza a cui stiamo assistendo è inimmaginabile. Le persone sono private di acqua, cibo, farmaci.
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