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IL PUNTO n  1004 del 6 giugno 2025

di MARCO ZACCHERA

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Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it

 

Sommario: Referendum inutili sul nulla, pace che purtroppo si allontana ovunque mentre i media puntellano una politica europea che perde i pezzi, ma non bisogna dirlo.

Un mondo che non ha il coraggio di fermarsi a ragionare e capire come sia sempre più assurdo odiarsi a vicenda.

 

PACE IMPOSSIBILE

Ma come si fa a parlare di pace se ancora il giorno prima dei colloqui di Istanbul la Russia continua a lanciare droni su Kiev, con gli ucraini che rispondono colpendo treni di civili, ponti e basi in Siberia? Entrambe le parti si provocano a vicenda, NON vogliono far pace. A Gaza poi non c’è più nulla di umano, Israele – che da sempre ha il mio affetto – non può e non deve continuare con questi eccidi indiscriminati! Cresce così a Gaza e in Medio Oriente  un odio che semina solo altro odio e che si perpetuerà nelle generazioni.

Intanto la Germania si riarma, la Gran Bretagna pure, mentre si moltiplicano sui media le ansie e le paure per giustificare investimenti colossali per armi letali. Ma vale davvero la pena farsi solo la guerra?

 

IPOCRISIE REFERENDARIE E FACCE DI TOLLA

In politica davvero tutto è possibile, ma è ben curioso che la sinistra abbia promosso un referendum per abrogare alcune parti di una legge (la “Jobs Act” perché dirlo in inglese fa più radical-chic) votata, voluta e sostenuta da quello stesso PD quando era al governo con Renzi.

Un particolare che sfugge ai più e viene poco ricordato, anche se anche una parte del PD e “Azione” voterà comunque contro l’abrogazione mantenendo un filo di coerenza.

L’on. Angelo Bonelli (quello dei verdi-sinistra con gli occhiali che appare in tutti i TG con una iper-visibilità mediatica direttamente proporzionale ai voti che NON ha) però è certo: “la Meloni fugge perché sa di essere minoranza nel paese”. Lo vedremo lunedì sera. Ma la migliore è di Giuseppe Conte: “In quasi 30 anni di politica la Meloni non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica.”  Ma lui, quel Giuseppe Conte sbucato dal nulla e ora leader del M5S, quando mai si è rotto la schiena, salvo essere addirittura miracolosamente promosso a premier? …Che demagogica faccia di tolla!

Circa il referendum per ridurre da 10 a 5 anni l’attesa per la cittadinanza italiana mi permetto ricordare che se vincesse il SI avremmo circa 2.300.000 nuovi cittadini italiani che, a loro volta, potrebbero chiedere per legge il ricongiungimento famigliare per figli, genitori, parenti diretti ecc. Immaginate il peso di questo flusso sui servizi sanitari, sociali, sul costo degli affitti e le conseguenze sul mercato del lavoro.

Sono iscritti al voto circa 47 milioni di elettori, la sinistra spera in 15 milioni di votanti, vedremo. Io seguirò quello che nel 2016 disse il presidente Giorgio Napolitano “Al referendum anche il non votare è una chiara espressione di voto” e infatti non voterò perché i referendum sono una cosa seria, un alto esempio di democrazia “dal basso” ma vanno proposti su temi chiari, etici, di ampia portata e comprensibili, non su questioni marginali e cavilli diventando poi di fatto una questione tutta “politica”.

 

DE LUCA

Vincenzo De Luca, governatore della Campania, ha incontrato sulla sua strada il comico Maurizio Crozza che lo ha reso una macchietta. Spesso lo diventa con dichiarazioni surreali, ma noto come molto più spesso esprima invece concetti di profondo buon senso e assolutamente condivisibili. Per esempio De Luca ha commentato correttamente (dopo il tragico omicidio di Afragola con la quattordicenne uccida dal fidanzato con il quale si frequentava da due anni), il degrado umano e sociale che sta dietro a crimini come questo.

Un degrado prima di tutto culturale che ci deve portare a pensare anche alle NOSTRE responsabilità di cittadini, insegnanti, genitori e famiglie evidentemente incapaci a volte di esprimere valori e senso di responsabilità.

Credo che ci sia poi anche una forte corresponsabilità dei media che si buttano su questi fatti a colpi di “audience” con una totale ipocrisia e solo alla ricerca del gossip. Tra l’altro – se si parlasse meno di omicidi nelle cronache e nei programmi TV – forse scatterebbe anche un minor senso di emulazione, perché oggi si corre dietro a tutto pur di diventare “personaggi”.

 

GARLASCO

Sono sempre più sconcertato da come sono state svolte le indagini sul delitto di Garlasco ed ho ascoltato le interviste ai due giudici che hanno nel tempo pronunciato sentenze opposte, di assoluzione e condanna. A parte il fatto che –  secondo me – un giudice non dovrebbe mai andare in TV a commentarsi, sono però rimasto sgomento: sulla base delle stesse prove i fatti sono interpretati in maniera opposta, con uno che dice “Se non c’è convinzione al di là di ogni dubbio, si assolve” e l’altro “Non poteva essere nessun altro, quindi lo condanno”.

Ma la nostra Costituzione non è basata sul principio di innocenza “al di là di ogni ragionevole dubbio”? La prova della colpa spetta all’accusa, non è la difesa a dover dare la prova di innocenza!

 

LEZIONE POLACCA

Lunedi mattina amaro a Bruxelles. Andati a nanna domenica sera con la speranza di aver “sistemato” anche il problema Polonia – come già quindici giorni fa la “grana” della recalcitrante Romania – i vertici europei si sono ritrovati Karol Nawrocki, nuovo presidente della repubblica polacca, uno che – secondo il “Corriere della Sera” – è (testualmente) “Un ex pugile dilettante senza esperienza politica, scelto dal partito conservatore per darsi un nuovo volto politico dopo la sconfitta elettorale del 2023. Storico specializzato in crimini nazisti e comunisti incarna i valori tradizionali e patriottici polacchi stile MAGA, è contrario al libero aborto e ai diritti Lgbtq+ vuole nuove norme più stringenti sui migranti, maggior sovranità del paese dentro la UE ed è pronto a rinnegare il sostegno polacco all’Ucraina che non vuole entri nella Nato”.

Non bastasse, “La sua rapida ascesa politica non è stata priva di controversie, con segnalazioni di legami con personaggi della malavita e un giro di prostitute che avrebbe gestito mentre lavorava in un hotel. E’ emerso che aveva partecipato ad una rissa tra teppisti a Danzica nel 2009. Anche lo sniffare a suo dire tabacco durante un dibattito ha generato discussioni…”

Insomma, secondo il Corriere quasi 11 milioni di polacchi avrebbero scelto una specie di incompetente, depravato, violento, cocainomane, filo-malavitoso e teppista. Poveri noi!

Forse un’immagine un tantino esagerata, con il “Corrierone” che si è lasciato un po’ prendere la mano riportando parola per parola solo i giudizi degli avversari, ma senza pubblicare una riga sulle varie repliche che sui singoli fatti sono state espresse del nuovo presidente.

Ma va così, Nawrocki è una nomina sgradita al “politicamente corretto” e quindi va subito denigrata e poi silenziata, come hanno fatto la gran parte dei media italiani, tacendo l’implicita grave indiretta sconfitta del premier polacco Donald Tusk, già presidente del Consiglio Europeo e punta di lancia della Von der Leyen che – dopo Orban – si vede nuovamente azzoppata sul suo fronte orientale.

Il problema varca infatti i confini polacchi e, se sottolinea la divisione profonda nel paese, tocca ancora una volta il nervo scoperto dei rapporti della UE con l’Ucraina, Putin, e il conseguente riarmo generalizzato dei paesi europei a cominciare dalla Germania.

Crescono sempre di più gli europei che non approvano certe posizioni di vertice in politica estera, militare, ambientale, economica e sull’immigrazione, con una stampa che prima minimizza il fenomeno e poi – quando non riesce più a contenerlo (vedi AFD in Germania) passa all’immediata criminalizzazione del voto senza mai porsi il problema della fondatezza o meno dei motivi di dissenso.

Un caso da manuale è stato l’intervento settimana scorsa del direttore generale di Bankitalia Fabio Panetta che, nelle sue “considerazioni finali” e davanti a un Draghi con la faccia impassibile, oltre alle consuete esternazioni ha sottolineato le sue perplessità sugli investimenti militari europei e soprattutto sul modo in cui verrebbero finanziati.

Forse la frase più importante in un discorso largamente scontato, ma argomento di fatto anche questo “silenziato” dai media perché critico al pensiero dominante.

Non sarà la Polonia a cambiare i destini europei, ma è l’ennesima prova che la maggior forza della Von der Leyen sta diventando l’appoggio dei media che la auto-sostengono.

Immaginatevi se la campagna lanciata contro di lei dal New York Times sulla questione dei vaccini Pfizer fosse stata adeguatamente ripresa in Europa…

E invece sostanziale silenzio, nessuna inchiesta intrigante, nessun approfondimento dei media. Meglio parlare di Garlasco ed Afragola: sono i gialli pruriginosi che tirano, gli scandali di Bruxelles (purtroppo) non se li fila nessuno, ma evidentemente lo scontento cresce comunque.

 

LA BUONA NOTIZIA

Siamo tutti angosciati per i quotidiani disastri a causa delle mutazioni climatiche, dobbiamo andare a piedi o scegliere l’elettrico e il green, respirando il meno possibile per non produrre CO2.

Ora la NASA ha ora perfino stabilito quando finirà la vita sulla terra, soprattutto per colpa del sole che si scalda al proprio interno. Ormai ci avviciniamo: mancano “solo” 1,1 MILIARDI DI ANNI. Sospirone di sollievo, proseguo a girare con il mio diesel Euro 6 + filtro + additivo + buona manutenzione del mezzo, ma mi sento meno colpevole.

 

BUONA SETTIMANA  A TUTTI !                                           MARCO  ZACCHERA

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