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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profondo sdegno e dolore per il gravissimo episodio verificatosi a Messina, dove un uomo di 62 anni è stato arrestato con l’accusa di aver abusato sessualmente di un minore all’interno della propria cantina. I fatti, risalenti allo scorso maggio, sono oggetto di indagini da parte della Squadra Mobile di Messina, coordinate dalla Procura della Repubblica. Questo ennesimo caso di violenza rappresenta una dolorosa conferma di un fenomeno che, purtroppo, in Italia continua a crescere in modo preoccupante.

Secondo i dati più recenti del 2025, la situazione appare drammatica. Nel 2024, il numero d’emergenza 114 – Emergenza Infanzia ha gestito 192 casi di abuso sessuale, di cui 141 offline e 51 online, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente. Particolarmente inquietante è l’aumento dell’abuso attraverso tecnologie digitali: i contenuti pedopornografici generati con intelligenza artificiale sono aumentati del 380%, passando da 51 nel 2023 a 245 nel 2024. Inoltre, si stima che il 41% dei casi di abuso offline avvenga tra le mura domestiche, con uno dei genitori identificato come responsabile diretto. I dati forniti dal report “Indifesa 2024” di Terre des Hommes parlano di 6.952 reati a danno di minori registrati nel 2023 – una media di 19 al giorno – di cui 2.843 relativi a maltrattamenti in famiglia, segnando un aumento del 35% rispetto a dieci anni fa.

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Alla luce di questi numeri, è evidente che ci troviamo di fronte a un’emergenza nazionale. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani lancia un appello urgente alle istituzioni – dal Governo al Ministero dell’Istruzione e del Merito, fino agli enti territoriali – affinché vengano attivati con urgenza programmi di monitoraggio e vigilanza territoriale rivolti alla tutela dei minori. È fondamentale costruire reti locali composte da scuola, servizi sociali, sanità e forze dell’ordine, capaci di prevenire l’abuso, intercettare segnali di disagio e intervenire tempestivamente. Parallelamente, è necessario rafforzare la presenza di sportelli di ascolto in ambito scolastico e sociale, e avviare campagne di sensibilizzazione su scala nazionale, rivolte a genitori, insegnanti e ragazzi stessi, affinché si possa sviluppare una reale consapevolezza sui rischi, riconoscere i segnali di pericolo e promuovere il rispetto dell’integrità personale e della dignità umana.

Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà alla giovane vittima e alla sua famiglia, auspicando che ricevano l’assistenza psicologica, legale e sociale necessaria per affrontare le conseguenze di un evento tanto traumatico.

Difendere i minori da ogni forma di violenza è un dovere collettivo, morale e istituzionale. La prevenzione deve diventare un pilastro delle politiche pubbliche, e la scuola un presidio fondamentale di legalità, ascolto e protezione.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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