Garlasco. Chi ha stabilito che si trattò di femminicidio?
Ancora oggi, molte persone, compresi noti giornalisti, non conoscono il significato del termine “femminicidio”. Ecco alcuni dei tanti titoli con l’uso improprio del vocabolo, riguardo al delitto di Garlasco.
La Stampa: “I carabinieri del Ris di nuovo nella casa del femminicidio di Chiara Poggi: il sopralluogo a Garlasco è in corso”.
Fanpage: “Il delitto di Garlasco è il femminicidio di Chiara Poggi, 26 anni, figlia di Rita Preda e Giuseppe, sorella maggiore di Marco…”.
La Stampa: “Andrea Sempio, nuovo indagato per il femminicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007 a Garlasco, non si presenta in procura”.
RaiNews: “Riaperte le indagini sul femminicidio di Chiara Poggi a Garlasco, il dna di Sempio al centro”.
Leggo.it: “I carabinieri del Ris sono tornati nella villetta di via Pascoli a Garlasco per un sopralluogo legato al femminicidio di Chiara Poggi”.
Ed ecco il signifcato del termine: “femminicìdio s. m. – Termine con il quale si indicano tutte le forme di violenza contro la donna in quanto donna, praticate attraverso diverse condotte misogine (maltrattamenti, abusi sessuali, violenza fisica o psicologica), che possono culminare nell’omicidio. Questo tipo di violenza affonda le sue radici nel maschilismo e nella cultura della discriminazione e della sottomissione femminile: le donne che si ribellano al ruolo sociale loro imposto dal marito, dal padre, dal fidanzato vengono maltrattate o uccise” (Enciclopedia Treccani).
Per chi avesse ancora dificoltà a comprendere: se Chiara Poggi fosse stata uccisa per impedirle di rivelare un segreto, non si tratterebbe di femminicidio.
Renato Pierri