Il suicidio assistito di Daniele Peroni e la pretesa d’essere padroni della vita altrui
L’associazione Coscioni: “Il 17 maggio, in provincia di Siena Daniele Pieroni, scrittore, ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242/19 della” Consulta e alla legge” toscana. L’uomo, sessantenne, era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, per “una grave disfagia, era costretto a vivere con la Peg in funzione per 21 ore al giorno”.
La notizia sconvolge soprattutto i credenti che avendo perso la capacità di giudizio, non osano mettere in discussione la posizione della Chiesa Cattolica riguardo ad eutanasia e suicidio assistito. Ma su che cosa basa la sua posizione la Chiesa? Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae: “La vita e la morte dell’uomo sono, dunque, nelle mani di Dio, in suo potere…Egli solo può dire: «Sono io che do la morte e faccio vivere»” (n. 39). E al n° 67: “Morire per il Signore significa vivere la propria morte come atto supremo di obbedienza al Padre, accettando di incontrarla nell’«ora» voluta e scelta da lui, che solo può dire quando il cammino terreno è compiuto”.
Ecco. Solo chi è privo di spirito critico , non si rende conto che le affermazioni di Giovanni Paolo II sono una madornale sciocchezza. Se c’è un Dio creatore ed una creazione, è ovvio che questa dipenda da Dio, ma non è altrettanto ovvio che l’ora della morte di ciascun individuo sia voluta e stabilita da Dio. Non possiamo pensare che sia Dio a stabilire di far morire un bambino di pochi mesi o appena venuto alla luce o ancora nel grembo materno. Non possiamo pensare che sia Dio a volere il concepimento di un bambino a seguito di violenza carnale, che sia il Dio della misericordia a stabilire di rendere orfano un bambino. Che idea dovremmo farci del Creatore? Se dobbiamo prendere alla lettera il versetto del Deuteronomio citato dal Pontefice, perché non fare altrettanto con quelli che seguono immediatamente?: “Quando avrò affilato la mia spada folgorante, e la mia mano si accingerà al giudizio, farò vendetta dei miei avversari, ripagherò quelli che mi odiano. Inebrierò le mie frecce di sangue, la mia spada divorerà la carne: sangue degli uccisi e dei prigionieri, teste dei principi nemici” ( Dt 32, 41). Non è forse lo stesso Dio che parla, e nello stesso contesto? Non possiamo basarci sul versetto della Bibbia che più ci fa comodo, per sostenere le nostre tesi. Ciò detto, ognuno è padrone d’essere contrario all’eutanasia e al suicidio assistito, ma non di voler imporre agli altri la propria opinione, altrimenti si finisce per pretendere d’essere padroni della vita altrui.
Renato Pierri