La nazionale simbolo dell’Italia
Il declino di una nazione
Dopo l’umiliante sconfitta contro la Norvegia e l’effimero quanto immeritato successo contro la scarsa Moldavia, l’Italia rischia di non qualificarsi per la terza volta ai mondiali. Colpa di un allenatore Spalletti che non ha saputo fare squadra, di una dirigenza con Gravina in testa che non ha saputo fare la scelta giusta o meglio che non ne ha azzeccata una. Colpa di giocatori, molli, viziati, deconcentrati, con nessun attaccamento alla maglia, che ci hanno fatto vergognare come italiani. Colpa dei club che scelgono troppi stranieri soffocando i talenti italiani. Colpa di un ambiente corrotto, colluso con la malavita, con le scommesse, con le truffe. Così si capisce questo disastro che è simbolo di una nazione imbelle, che non conta niente in politica internazionale, che è corrotta incapace di premiare il merito, e di proteggere i deboli. Un’Italia sempre più povera di idee che si specchia in questa vergognosa nazionale e che si salva solo per le individualità nello sport come Sinner o gli olimpionici o nella cultura. Non certo nella politica sempre più populista e senza mordente proprio come la nazionale di calcio. Entrambe non interessano più al popolo, sempre meno popolo e più gente che pensa solo al proprio “particulare” senza curarsi del prossimo. In questo quadro desolante in cui i politici sono sempre più politicanti e i giocatori ectoplasmi come ci si può stupire se non siamo all’altezza non solo dei migliori ma anche dei peggiori. E il futuro si prospetta sempre peggio con una gioventù bruciata dall’alcool e dalle droghe, persa nei rumori dell’orrido trap e rap. Non c’e’ più speranza.? No certo che c’’e’ . Siamo una grande nazione e sapremo risollevarci dalle ceneri con il nostro genio italico.