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IL PUNTO n.  1.005 del 13 giugno 2025

di MARCO ZACCHERA

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Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it

 

Sommario: Fallito come previsto, del referendum restano i conti da pagare, ma soprattutto continua la perdita di credibilità di un mezzo di democrazia diretta che era ed è importante, mortificato per essere proposto su tematiche secondarie da una sinistra che non ha neppure il buon senso di accettare la sconfitta.

Tra l’altro sono stati volutamente diffusi dati scorretti (come mai?) pur di ridurre il “buco” degli elettori.

A seguire qualche altro spunto di cronaca, ma sono piccole cose davanti alla tragedia di Francavilla Fontana dove un bandito ha ucciso il brigadiere dei Carabinieri Carlo Legrottaglie, 60 anni, che era al suo ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione.

 

REFERENDUM INUTILI: E ADESSO CHI PAGA?

Per prima cosa diciamoci finalmente la verità: i referendum NON hanno raggiunto nemmeno la quota di partecipazione del 30% fermandosi al 29.89%. I “furbetti” – parlando del 30,6% – hanno fatto finta di dimenticare il voto all’estero che alla fine ha fatto ulteriormente scendere la percentuale generale: sarà una piccolezza, ma mancare anche il 30% ha un significato psicologico interessante e che è stato volutamente nascosto.

Landini potrebbe però trasferirsi (o andare a nascondersi) in GUINEA BISSAU visto che là hanno votato 26 dei 27 italiani residenti (96%) con tutti “SI” (100% sui 16 voti validi) pur con la fastidiosa presenza anche lì di 10 schede nulle o bianche.

Che non si sarebbe raggiunto il quorum lo si sapeva già prima di cominciare, ma arrivare addirittura sotto il 30% è un risultato che si ritorce contro i proponenti perché da qualsiasi parte lo si prenda è una amara sconfitta per l’opposizione. anche se non lo ammette e fa di tutto per nascondere il “flop”.

Questo perché in quel 29.89 % ci sono stati anche i “no” e quindi i SI alla fine sono stati al massimo solo il 25,4% dei votanti pari a 13.033.000 voti (referendum 1, meno negli altri) rispetto ai 51.301.000 di aventi diritto, che scendono a meno del 19% (9.750.000 voti) per il quesito cittadinanza.

Circa la fantasiosa “interpretazione Boccia” (“abbiamo preso più voti della Meloni nel 2022”) gli va ricordato che i voti al centrodestra nel 2022 furono 12.745.206 (a parte le liste locali che però poi hanno aderito alla maggioranza) ma su una platea di soli 50.862.000 elettori e ricordando che questa volta ben 4.3 milioni di persone avevano la possibilità di votare fuori sede e quindi erano agevolate a votare. Ha ragione il solito Bonelli (verdi&sinistra) “Siamo ostaggi di una maggioranza” …che volete, in democrazia funziona così!

Non dimentichiamoci poi che – flop nel flop – oltre un terzo degli elettori ha detto “no” all’unico referendum veramente “politico” legato alla cittadinanza, quello che avrebbe dovuto mobilitare maggiormente l’elettorato.

Questo vuol dire – ammettendo che abbiano votato quasi tutti elettori di sinistra – che comunque ben più di un terzo di quegli elettori non è d’accordo con la linea aperturista sull’immigrazione e che, in buona sostanza, implicitamente vede bene quindi le politiche del governo per un suo contenimento, pur così tanto contestate dai giudici e dalla sinistra.

Piaccia o meno questa è una indicazione sui veri sentimenti, “di pancia”, dei cittadini di sinistra su questioni concrete come la cittadinanza, l’immigrazione, ma anche sul decreto sicurezza circa il quale il governo dovrebbe insistere molto di più a sottolineare le incongruenze di chi si è tanto sbracciato a contestarlo.

Un segnale utile forse anche per la CEI e le mille associazioni che sostengono il contrario, mentre se fossi la Schlein mi preoccuperei anche di più, visto che perfino nella “sua” Emilia – dove la sinistra è di fatto “solo” PD – ben oltre un terzo dei suoi elettori hanno comunque detto “no” al quesito sulla cittadinanza.

Poi l’ulteriore “flop” del voto estero: oltre 6.000 scrutatori mobilitati per gli scrutini a Castelnuovo di Porto con un costo enorme per la comunità – pensate al trasporto delle schede dall’Australia o dal Cile a Roma per scrutinarle !!!! – per nessun risultato. Addirittura per molte nazioni si sono dovuti “accorpare” i seggi perché c’erano meno di 20 schede scrutinabili.  Ma anche qui un dato significativo: oltre il 30% ha votato “no” a tutti i referendum, con punte ben più alte per la cittadinanza (con addirittura la maggioranza dei NO in diversi paesi, per esempio il Sudafrica).

Alla fine non è cambiato niente salvo aver buttato dalla finestra un sacco di soldi (104 milioni solo per pagare gli scrutatori, stimabili in ben oltre 250 milioni i costi complessivi).

Chi chiede un referendum e non raggiunge il quorum – o almeno una percentuale minima prefissata – non dovrebbe essere chiamato a compartecipare alle spese?

Perché ricordiamoci che ora raccogliere le firme on line è facilissimo e sarà quindi sempre più facile indirne, ma o si mette un freno a sarà la fine di questa importante forma di partecipazione  che è l’istituto referendario. Ha ragione Landini: è una “crisi di democrazia”, ma purtroppo è stato proprio lui a consolidarla. Naturalmente, comunqu,e né lui né qualche altro leader della sinistra si è dimesso per questa brutta figura.

 

E SE FINALMENTE SI GIUDICASSE IL GIUDICE?

A Reggio Emilia una lavanderia a gettoni è stata rapinata 8 volte IN 45 GIORNI con le lavatrici distrutte per rubare poche decine di euro. Dopo il settimo furto la polizia si è appostata per cogliere i ladri in fragrante, il che è successo venerdì scorso alle 4 del mattino. Arrestato il delinquente, un 24enne di origini albanesi, volto già noto alle forze di polizia per via di numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti. L’arresto è stato formalmente confermato, ma il giudice ha subito fatto rilasciare il ladro con solo obbligo di firma. Alle ore 18 dello stesso giorno, già liberato, si è così messo a sfottere la proprietaria della lavanderia che nel frattempo ha dovuto chiudere l’attività per i danni e che, in pratica, sta fallendo.

Ma il giudice che ha rimesso in immediata libertà il delinquente recidivo e colto sul fatto non meriterebbe di essere rapinato a sua volta? La violenza, la reazione, il qualunquismo, l’odio razziale nascono anche da questi piccoli ma sconcertanti episodi e per le decisioni di questi giudici che di fatto considerano prima i diritti dei delinquenti che non quelli dei cittadini.

 

TORNA GENTE DI LAGO

E’ tornato disponibile, grazie ad una nuova ristampa a cura della Pro Loco dell’Isola dei Pescatori perché la prima edizione era andata esaurita, GENTE DI LAGO 3 il volume pubblicato due anni fa con nuove storie, racconti, personaggi del Lago Maggiore.

Chi ne desiderasse una o più copie copia può richiedermele direttamente via mail. (marco.zacchera@libero.it). Il ricavato andrà – come in passato –  a favore del “Verbania Center”. Costo a copia, spese di spedizione comprese, euro 22.

 

E’ LA STORIA, BELLEZZA !

Si chiama “E’ la Storia bellezza”, esce tutti i sabato mattina, è gratuita e, ovviamente parla di storia. Quella che vi segnalo, visto che ci collaboro, è una newsletter un po’ diversa dalle altre perché – essendo curata da un giornalista “vecchia scuola” come Fabio Andriola, direttore del sito e della rivista “Storia In Rete”, www.storiainrete.com – ha l’obbiettivo di mostrare e commentare i mille modi che il Passato usa per influenzare il nostro Presente.

Quindi non temi scelti a caso o il semplice ricordo di qualche anniversario ma un incrocio costante tra cronaca e storia, visto che in tutto il mondo intorno al Passato non si smette di discutere, litigare e riflettere anche grazie a nuove scoperte e nuove interpretazioni. Insomma, uno strumento originale di informazione basato per lo più sulla stampa internazionale. Ci si può iscrivere gratuitamente a “E’ la Storia bellezza” (oppure consultare le newsletter delle settimane passate) a questo indirizzo storiainrete.substack.com

 

(VIA) VIVA SPALLETTI

Spalletti se ne va ed avrà le sue colpe perché paga sempre l’allenatore, ma si è trovato un gruppo di giocatori stanchi, spompati, senza carica emotiva, riserve di squadre dove giocano quasi tutti giocatori stranieri.

La Nazionale non può crescere senza giocatori in gamba ma ci vuole tempo, idee, allenamenti comuni, collaborazione delle società.

Comunque mai un’autocritica della Federazione o della Lega di serie A, tutti sempre a pensare ai soldi, alle royalties, alle esigenze dei grandi club. E così poi rischiamo perfino con la Moldova… povera Italia!

MARCO  ZACCHERA

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