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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani considera questo episodio non un caso isolato, ma parte di un quadro sistemico sempre più allarmante, come confermano i dati più recenti sull’alternanza scuola-lavoro (PCTO).

Il riferimento è al drammatico infortunio accaduto il 4 giugno a Modena, durante un’attività di stage scolastico: una studentessa di 17 anni, al secondo giorno di tirocinio presso un vivaio, si è gravemente ferita utilizzando un tosaerba, rischiando di perdere tre dita della mano sinistra. La giovane si trovava da sola, su un ciglio della strada, senza affiancamento né supervisione.

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Secondo i dati INAIL aggiornati al primo trimestre del 2025, si sono già verificati oltre 600 infortuni legati ai PCTO, di cui 4 mortali. Gli incidenti scolastici complessivi nello stesso periodo sono 25.797, con un incremento dell’1,9 % rispetto al 2024. Nel corso del 2024 si sono registrati più di 4.000 infortuni legati ai percorsi di alternanza, molti dei quali gravi o gravissimi.

Questi numeri evidenziano una realtà strutturalmente pericolosa: studenti troppo giovani esposti a mansioni lavorative senza preparazione, formazione né protezione reale. Troppo spesso il PCTO – nato come strumento formativo – si traduce in sfruttamento di forza-lavoro gratuita, in ambienti dove la logica aziendale prevale su quella educativa.

Il CNDDU denuncia con forza:

  • L’assenza di criteri vincolanti per garantire la sicurezza fisica e psicologica degli studenti;
  • L’inadeguatezza delle convenzioni scuola-azienda, spesso trattate come burocrazia formale, prive di meccanismi efficaci di monitoraggio;
  • L’urgenza di una revisione radicale del modello PCTO, che metta l’essere umano al centro, non la produttività o la logica di impiego.

Chiediamo:

  • Una moratoria immediata su tutti i percorsi PCTO operativi privi di certificazioni e tutoraggio permanente;
  • L’istituzione di una Commissione di vigilanza indipendente che includa docenti, famiglie, studenti, esperti in sicurezza, ispettori del lavoro;
  • L’introduzione obbligatoria di formazione sui diritti del lavoro e sulla sicurezza prima di ogni esperienza PCTO;
  • Supporto psicologico post-stage per ogni studente coinvolto in incidenti o attività a rischio.

L’infortunio della giovane di Castelfranco Emilia non può finire nel silenzio o nell’archivio dei “casi isolati”. È il simbolo di una disfunzione che riguarda tutto il sistema scolastico e formativo. Serve una visione nuova, fondata sul rispetto della persona, sulla dignità della scuola pubblica, sulla tutela effettiva dei minori.

Alla studentessa e alla sua famiglia va la nostra solidarietà, ma anche il nostro impegno: continueremo a batterci affinché nessun altro studente debba pagare il prezzo della propria educazione con il sangue o la paura.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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