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Ore per salvare la vita, attimi per dare la morte
“Stavo guardando su “Italia1” un servizio della trasmissione “Le Iene” su una mamma che dona parte del suo fegato al figlioletto per salvargli la vita”. E’ il messaggio che un paio di sere fa ho inviato a una mia figlia, prima del solito saluto della buonanotte. E lei mi ha risposto: “Dovresti scriverci un articolo. Sulla dedizione e lo studio che medici e chirurgi impiegano, anche solo per fare sì che una vita possa durare un po di più. E spietati individui che fanno di tutto per eliminare tante persone innocenti, in pochi minuti”.
E’ così, infatti. Tristemente così. Pensate che i due interventi, il prelievo di parte del fegato dalla madre e l’impianto nel bambino, avvengono contemporaneamente grazie a due équipe di medici e infermieri. L’intervento per il donatore dura circa 8 ore, e circa dieci ore dura l’intervento per il ricevente. Ore e ore di lavoro per salvare la vita di quel bambino, nel caso specifico. Per dare la vita al bambino e la felicità alla madre. E per fare a pezzi i bambini di Gaza, per togliere la vita a loro e dare l’infelicità alle madri, quanto tempo occorre? Un’équipe di militari compie il lavoro in un attimo con bombe e mitragliatrici. Adesso quello strano essere che fa stragi d’innocenti a Gaza, non contento ha attaccato l’Iran col pretesto di dover difendere Israele. Se ne avesse la possibilità distruggerebbe il mondo intero col pretesto di dover difendere Israele. Ma tutti sanno benissimo, anche se molti fingono di non sapere, che l’unica cosa cui veramente tiene Netanyahu è la propria persona. Non gliene importa nulla dei bambini palestinesi, dei bambini iraniani, dei bambini israeliani, dei bambini del mondo.
Renato Pierri

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