Trionfano i Diritti Umani: affermato il Diritto e il Potere di Scelta
LOMBARDIA, ITALIA – È una storia come tante altre. Una coppia, al primo figlio, porta il bimbo appena nato a fare una visita di routine ma lì la mamma, preoccupata per la salute del piccolo, viene trovata ansiosa. Da questo punto, questo semplicissimo punto, parte tutto il meccanismo – che ben conosciamo – per toglierle il figlio.
La coppia viene sottoposta per circa un anno e mezzo a valutazioni psichiatriche, test, uscendone massacrati. Anche i nonni subiscono lo stesso destino, lo stesso iter valutativo, in un tunnel che li sbalordisce e che li spaventa enormemente. Persone per bene, professionisti, si chiedono come siano finiti in questo turbine di accertamenti, preoccupati che, in quella follia inspiegabile, davvero possano perdere questo primo figlio (e primo nipotino).
Li segue, durante questo percorso, la prof.ssa Vincenza Palmieri, assumendosi il compito di fare da “contraltare” a ciò che, di volta in volta, viene valutato e poi diagnosticato.
Fondamentale, in questi casi in cui l’ansia di sbagliare tutto può portare a momenti di grossa confusione per i genitori, il riuscire a restare autentici, per non invalidare la propria posizione a causa della preoccupazione.
Dopo un anno e mezzo di strada accidentata, di continue valutazioni ma anche di grande lavoro, il Tribunale emette finalmente il Decreto: a seguito delle controperizie fornite dalla professionista di cui si è avvalsa la Famiglia, il Bambino può rimanere con i genitori a patto che questi non siano lasciati soli, ma seguano un percorso strutturato sulle esigenze del nucleo.
Qual è, allora, la notizia?
La notizia assolutamente dirompente riguarda la struttura con cui i genitori dovranno continuare il proprio lavoro: non un soggetto dato, magari scelto d’ufficio tra quelli che già hanno sottoposto a perizie e accertamenti continui la Famiglia cercando la malattia, il motivo per operare uno strappo. I genitori potranno scegliere il professionista a cui affidarsi, esercitando il proprio legittimo Diritto di Scelta terapeutica e assistenziale.
I genitori, dunque, si sono lasciati alle spalle il centro di neuropsichiatria che li aveva visti per diciotto mesi sotto il microscopio della diagnosi a ogni costo; e hanno scelto di proseguire il percorso già delineato dalla prof.ssa Palmieri, presso l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare.
Il provvedimento origina dalla Legge e vi si ricongiunge facendo giurisprudenza. Ecco perché la determinazione del Tribunale di Milano – come già avevano sentenziato quelli di Bolzano, di Genova, di Firenze e di Roma – rappresenta una decisione fondamentale per questa singola Famiglia ma anche per l’Italia intera.
Che ribadisce non solo la libertà di scelta terapeutica e assistenziale; ma che antepone a ogni altro elemento, come garanzia di buona riuscita del percorso familiare, la questione della Fiducia. Solo in un rapporto fiduciario tra soggetti che si sono scelti è possibile, infatti, realizzare le migliori pratiche su misura per ogni singola realtà familiare, uscendo dall’ottica autoritativa e proteggendo le Famiglie da ogni rischio di tradimento istituzionale.
Quanto accaduto in questi giorni rappresenta la migliore notizia per tutte quelle Famiglie che, così, potranno uscire dalle catene della Filiera. E non solo.
Perché questa sentenza rappresenta la manifestazione evidente di un principio più grande: quella della Libertà di Scelta in senso ampio, come Diritto Umano fondamentale proprio di ognuno di noi.
Viene sancita la Libertà di partecipare a definire il proprio percorso di cura e la scelta del Metodo; garantendo il principio del Diritto alla Partecipazione che – come ricorda Gaber – è l’anima stessa della Libertà.
E il Potere di Scegliere è un bene infinito: la Libertà più grande. Ciò che garantisce la Civiltà.
Quando le persone non hanno libertà e potere di scelta, si è in un regime di soppressione totale. Quando, invece, viene garantita la Libertà di Scelta, si sta elevando la Civiltà.
Redazione Cronaca Sociale