Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per gli eventi gravi e inquietanti che si sono verificati nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4 luglio, durante la festa del Club Pascha in Campagna di Premariacco (UD), come riportato dalla stampa locale. La notizia della violenza subita da una minorenne, insieme alla rissa scoppiata tra gruppi di adolescenti, rappresenta un drammatico segnale di allarme per tutta la società civile e per chi, come noi, si impegna quotidianamente nella formazione dei giovani al rispetto e alla tutela dei diritti umani fondamentali.
Siamo di fronte a una doppia emergenza: da un lato, la violazione dei diritti della ragazza vittima di violenza sessuale, un atto che ferisce non solo la sua integrità fisica e psicologica ma anche la dignità umana di ciascuno di noi; dall’altro, la degenerazione di un contesto di socialità giovanile in un ambiente segnato da conflitti e da una preoccupante mancanza di dialogo e rispetto reciproco.
Il CNDDU richiama con forza le istituzioni locali, le forze dell’ordine, le scuole e le famiglie a un impegno condiviso e responsabile per prevenire situazioni di rischio, favorire l’educazione ai valori del rispetto, della non violenza e dell’inclusione culturale, e garantire a tutti i minori ambienti sicuri in cui crescere.
In questo senso, riteniamo imprescindibile l’adozione di nuove strategie didattiche, innovative e partecipative, che vadano oltre la mera trasmissione di nozioni e coinvolgano i giovani in percorsi esperienziali di consapevolezza, empatia e responsabilità civica. Solo attraverso una didattica che sappia intercettare le esigenze emotive e sociali degli studenti, promuovendo il dialogo interculturale e la prevenzione della violenza, potremo arginare efficacemente fenomeni come quelli recentemente accaduti.
La violenza e la rissa, specialmente tra giovani, non sono mai fenomeni isolati, ma sintomi di problematiche sociali più profonde: esclusione, mancanza di ascolto, disagio esistenziale, fragilità educativa. Per questo ribadiamo la necessità di un’azione educativa integrata, che metta al centro la promozione della cultura dei diritti umani, della solidarietà e della responsabilità civica.
La nostra solidarietà va innanzitutto alla ragazza vittima di questa terribile esperienza, nella speranza che possa presto ricevere tutta l’assistenza necessaria per superare questo trauma. Seguiremo con attenzione l’evolversi delle indagini, auspicando giustizia e tutela per tutte le persone coinvolte.
È un monito per tutti: l’educazione ai diritti umani non può essere un optional, ma deve diventare il pilastro imprescindibile di ogni percorso formativo e sociale, affinché episodi così drammatici non abbiano mai più luogo.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU