L’ex sottosegretario di Obama, Richard Stengel: “Trump non ha una strategia, l’Europa sia più dura o Putin la minaccerà ancora”
NEW YORK – In occasione del vertice di Washington tra Donald Trump, i leader europei e il presidente ucraino Zelensky, Richard (Rick) Stengel — ex sottosegretario di Stato per la diplomazia pubblica globale nell’amministrazione Obama — ha espresso parole severe sul ruolo degli Stati Uniti sotto Trump e il destino dell’Europa di fronte alla minaccia russa.
Stengel inizia l’intervista con una nota di scetticismo realista: secondo lui, Trump ha già in mente una soluzione fondata sulle “concessioni territoriali”, da imporre a Zelensky e ai leader europei “con le buone o con le cattive”. Per Trump «la questione è ‘immobiliare’»: nulla di strategico, solo affari e accordi ad hoc Corriere della Sera.
L’ex direttore di Time auspica che l’Europa reagisca “con le unghie e coi denti”, perché ritiene che da questa scelta dipenda il proprio destino. Trump, invece, sembrerebbe incapace — o non disposto — a comprendere tale emergenza.
Stengel ricorda la sua intervista del 2007 con Vladimir Putin: il presidente russo considerò la dissoluzione dell’Unione Sovietica come “la più grande tragedia del secolo”. Da allora, sostiene Stengel, Putin ha costruito una visione geopolitica fondata su quel trauma e sulla volontà di ricostruire un impero — non necessariamente con armi, ma anche con influenza politica ed economica Corriere della Sera.
L’intervistato sottolinea che l’Europa non può più permettersi passi falsi. Paesi al confine — come quelli baltici o la Polonia — hanno ogni motivo per essere preoccupati. Serve chiarezza nei rapporti con Washington affinché si comprenda il vero rischio che incombe sull’Occidente Corriere della Sera.
L’intervista di Stengel non risparmia le critiche neppure al proprio passato: anche l’amministrazione Obama, secondo lui, sbagliò nel 2014, dimostrandosi poco incisiva nell’affrontare l’annessione della Crimea. Avrebbe dovuto rispondere subito con maggiore fermezza: quella fu un’occasione persa Corriere della Sera.
Oggi, afferma, non basta continuare a reagire all’aggressività russa con mezze misure: Putin è pronto a “tirare la corda” e continuerà finché non troverà ostacoli più solidi.
Allarme per Washington: un agnellino davanti a uno zar
Secondo Stengel, Trump è parso «come uno scolaretto intimidito» durante il vertice in Alaska con Putin — un fallimento per gli Stati Uniti, mentre Putin ne è uscito rafforzato. Trump non ha imposto sanzioni significative e ha finito per elogiare il suo omologo russo, un comportamento che secondo Stengel aiuta Putin ad avanzare nel suo obiettivo di “Make Russia Great Again” Corriere della Sera.
In sintesi, Stengel lancia un appello all’Europa affinché esca dalla mentalità del comprimario: deve difendersi con determinazione, recuperare la propria autonomia strategica e comprendere che la posta in gioco non riguarda solo l’Ucraina, ma la stessa idea di democrazia e sicurezza occidentale.











