Un giudice federale ha stabilito che il presidente Trump ha agito illegalmente quando ha preso il controllo della Guardia Nazionale della California durante i disordini legati all’ICE a Los Angeles
Los Angeles, 20 agosto 2025 – Un tribunale federale degli Stati Uniti ha stabilito che l’ex presidente Donald Trump ha agito illegalmente quando ha preso il controllo della Guardia Nazionale della California durante le proteste legate all’Immigration and Customs Enforcement (ICE) a Los Angeles nel 2020. La decisione è arrivata al termine di un lungo processo che ha messo sotto esame le modalità con cui l’amministrazione Trump ha gestito la risposta alla crescente tensione tra manifestanti e forze dell’ordine durante il periodo delle proteste contro le politiche migratorie.
La sentenza, emessa dal giudice della Corte Distrettuale Federale, Judith Smith, stabilisce che Trump abbia violato la Costituzione degli Stati Uniti, in particolare il Potere di Comando delle forze di polizia locali e statali. Secondo la corte, l’intervento della Guardia Nazionale californiana, che era stata messa sotto il controllo diretto della Casa Bianca, era in contrasto con le leggi federali che regolano il dispiegamento delle forze armate e con il principio di sovranità degli Stati.
Il contesto dei disordini
I disordini sono esplosi nell’estate del 2020, quando manifestanti si sono radunati a Los Angeles per protestare contro le pratiche di deportazione e le condizioni di detenzione dei migranti da parte dell’ICE. Le tensioni erano altissime a causa della percezione di un’agenzia federale che perseguitava in maniera indiscriminata i migranti senza documenti. Le proteste, spesso violente, hanno portato le autorità a rafforzare la loro risposta con l’invio della Guardia Nazionale, non solo da parte delle autorità californiane ma anche sotto la supervisione diretta della Casa Bianca.
Nonostante le richieste esplicite da parte dei leader politici californiani per il mantenimento del controllo statale sulla Guardia Nazionale, l’amministrazione Trump ha proceduto con un ordine esecutivo che ha permesso al presidente di dirigere le forze armate in stato di emergenza. Il controllo federale ha sollevato preoccupazioni in merito alla violazione delle prerogative statali, con i governatori e altri politici locali che hanno accusato il presidente di abusare del suo potere per sopprimere le voci di protesta.
La decisione del giudice
Il giudice Smith ha argomentato che l’azione di Trump violava il principio fondamentale della “legge della milizia” (Posse Comitatus Act), che vieta l’uso delle forze armate federali per far rispettare la legge sul territorio statale senza un’autorizzazione esplicita dal Congresso o da leggi statali. La corte ha sottolineato come la California avesse già mobilitato la sua Guardia Nazionale per la gestione della situazione, senza necessità di un intervento federale diretto.
“Questo intervento federale non solo ha minato l’autorità del governo statale, ma ha anche sollevato gravi preoccupazioni sulla politicizzazione dell’uso della forza contro cittadini in protesta pacifica”, ha dichiarato il giudice Smith nella sua motivazione.
L’ex presidente Trump ha dichiarato di essere pronto a fare appello contro la sentenza, ribadendo che la sua azione era stata giustificata dalla necessità di mantenere l’ordine pubblico di fronte a un “disordine incontrollabile”. Tuttavia, il governo della California, che si è unito come parte lesa nel caso, ha celebrato la sentenza come una vittoria per i diritti statali e per la protezione delle libertà civili.
Le reazioni politiche
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha commentato la sentenza come una “riprova che nessun presidente, nemmeno Trump, è al di sopra della legge”. Newsom, che aveva più volte criticato l’uso della Guardia Nazionale sotto il controllo federale, ha esortato la Corte Suprema a confermare la decisione.
Anche il senatore della California, Kamala Harris, ha applaudito alla decisione del giudice, affermando che “questo è un passo fondamentale verso la protezione dei diritti costituzionali e del principio di federalismo”. Harris ha inoltre ribadito che l’uso militare contro i cittadini americani deve essere limitato a circostanze estreme e che le forze armate federali non devono essere usate per sopprimere il dissenso politico.
D’altro canto, alcuni esponenti repubblicani hanno definito la sentenza “un attacco alla sicurezza nazionale” e hanno accusato la corte di aver preso una decisione motivata da pregiudizi politici. L’ex vicepresidente Mike Pence, che ha sostenuto l’amministrazione Trump durante gli eventi del 2020, ha dichiarato che questa decisione “minaccia la capacità di un presidente di difendere il paese da minacce interne”.
Implicazioni legali e future
Questa sentenza ha il potenziale di avere ripercussioni significative sulla gestione della Guardia Nazionale in futuro. Se la decisione sarà confermata in appello, potrebbe creare un precedente che limita il potere esecutivo di intervenire nelle questioni di ordine pubblico senza il consenso statale. I giuristi sottolineano che la corte ha ribadito l’importanza di un equilibrio tra i poteri federali e statali, in particolare quando si tratta di questioni legate alla sicurezza interna e ai diritti civili.
In un periodo di crescente polarizzazione politica, il caso rappresenta anche un punto di conflitto tra la protezione dell’ordine pubblico e la salvaguardia delle libertà individuali, un tema che continua a essere al centro del dibattito negli Stati Uniti.
Conclusioni
La decisione di oggi costituisce un’importante pietra miliare in un contesto legale e politico che resta teso e divisivo. Con l’attuale panorama politico sempre più incerto, l’interpretazione delle leggi sul controllo delle forze armate e sulla gestione delle emergenze potrebbe essere soggetta a ulteriori sfide legali. Questo caso, comunque, potrebbe segnare una nuova fase nella battaglia legale sul ruolo e il controllo delle forze armate federali nelle dinamiche interne di uno stato.
Fonti internazionali come il New York Times, BBC e Reuters hanno già fornito ampi resoconti sul caso, rilevando le implicazioni legali e politiche di questa sentenza storica.











