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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani denuncia con fermezza la vicenda di Azzurra, undicenne affetta da una rara malattia genetica, esclusa dalla possibilità di partecipare al concerto del suo artista preferito a causa della scarsità di posti riservati alle persone con disabilità. Questa situazione non rappresenta un caso isolato, ma la manifestazione di una discriminazione strutturale che colpisce i più fragili e mette in discussione l’effettività dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, dalla Legge 104/1992 e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009. Principi chiari, che garantiscono pari dignità, pari opportunità e il diritto alla partecipazione alla vita culturale, sociale e ricreativa, vengono sistematicamente ignorati.

Negare a una bambina la possibilità di vivere un momento di gioia come un concerto non è soltanto un atto di ingiustizia individuale: è un fallimento della comunità, un segnale inquietante di come il nostro Paese non riesca ancora a tradurre i principi di uguaglianza e inclusione in azioni concrete. La cultura e la musica appartengono a tutti, e quando vengono trasformate in privilegi riservati a pochi, la società intera perde una parte della sua umanità.

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Per questo il CNDDU ritiene urgente e imprescindibile un intervento normativo immediato che vincoli per legge l’assegnazione di una quota non inferiore al trenta per cento dei posti riservati alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori in ogni evento pubblico di massa, dai concerti agli spettacoli culturali. Allo stesso tempo, è indispensabile che le autorità competenti esercitino una vigilanza attenta e costante sul rispetto della normativa vigente in materia di accessibilità, affinché i diritti non restino lettera morta. Ma non basta l’azione delle istituzioni: artisti, promoter e società di ticketing devono assumersi un impegno attivo, adottando pratiche realmente inclusive e rispettose della dignità delle persone fragili, trasformando la loro responsabilità professionale in un gesto concreto di civiltà.

Il CNDDU lancia inoltre un appello a tutte le associazioni, alle realtà culturali, alle scuole, ai comitati civici e all’intera società civile: non possiamo rimanere indifferenti davanti a questo tipo di esclusione. La tutela dei diritti delle persone fragili non è un gesto di carità, ma un dovere morale e civile che misura il grado di civiltà del nostro Paese. Il sorriso di Azzurra, e quello di migliaia di bambini e ragazzi come lei, non può restare fuori dai cancelli di uno stadio. La dignità, la gioia e il diritto di partecipare alla vita culturale sono universali e non negoziabili.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita tutti a trasformare indignazione e commozione in azione concreta, per costruire finalmente una società in cui la cultura non escluda, e in cui i sogni dei più fragili siano protetti e rispettati.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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