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Harvard vince in Tribunale contro l’amministrazione Trump: “Ricerca e libertà accademica vanno protette”

Washington D.C., 4 settembre 2025 – In una sentenza destinata a fare storia, la Corte Federale ha dato ragione all’Università di Harvard nella causa intentata contro l’amministrazione Trump riguardo a restrizioni sull’ingresso e la permanenza negli Stati Uniti di studenti e ricercatori stranieri. Una vittoria giudiziaria che riafferma il valore della libertà accademica e della ricerca internazionale in uno scenario politico ancora segnato da tensioni sulle politiche migratorie.

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La causa ha avuto origine nel 2020, quando il Dipartimento per la Sicurezza Interna sotto l’amministrazione Trump aveva introdotto nuove regole che avrebbero costretto migliaia di studenti stranieri a lasciare il Paese se i loro corsi universitari fossero stati tenuti interamente online a causa della pandemia. Harvard e il MIT fecero subito ricorso, sostenendo che il provvedimento fosse “arbitrario, dannoso e profondamente lesivo dell’autonomia accademica”.

La sentenza finale, emessa questa settimana dopo anni di battaglie legali, ha stabilito che le restrizioni imposte violavano i principi costituzionali di libertà accademica e compromettevano la capacità delle università statunitensi di attrarre talenti globali.

“Questa decisione non è solo una vittoria per Harvard, ma per tutte le istituzioni accademiche che credono nel valore della ricerca libera e nella collaborazione internazionale”, ha dichiarato il presidente di Harvard, Alan Garber. “La scienza, la cultura e l’istruzione non possono piegarsi a logiche politiche miopi o xenofobe.”

I giudici federali hanno sottolineato che l’azione del governo mancava di una base legale solida e non teneva conto dell’impatto sproporzionato che avrebbe avuto su studenti, docenti e programmi di ricerca. La sentenza richiama direttamente il Primo Emendamento, che tutela la libertà di espressione e, di riflesso, la libertà accademica.

Nonostante il cambio di amministrazione con l’elezione di Joe Biden nel 2021, la causa è andata avanti per chiarire il precedente legale e garantire che simili restrizioni non possano essere reintrodotte in futuro. Harvard ha insistito nel voler ottenere una pronuncia definitiva, ritenendo fondamentale proteggere l’autonomia delle università statunitensi.

L’ex presidente Donald Trump, contattato per un commento, ha definito la decisione “un regalo all’establishment globalista”, ribadendo le sue posizioni dure in materia di immigrazione e sicurezza nazionale.

Per il mondo accademico, invece, si tratta di un segnale forte e chiaro. La direttrice della American Association of Universities, Mary Sue Coleman, ha dichiarato: “Oggi più che mai, le università devono essere spazi di libertà e inclusione. Questa sentenza lo afferma con forza.”

Con questa vittoria, Harvard lancia un messaggio potente: la ricerca non ha confini, e la libertà di pensiero è un diritto da difendere, anche nelle aule dei tribunali.

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