Garlasco, la madre di Sempio a Quarto Grado: “In questo momento, per l’opinione pubblica siamo gli assassini”
Il caso Poggi torna al centro dell’attenzione mediatica. Dopo la nuova attenzione su Andrea Sempio, la madre interviene pubblicamente: “Viviamo un incubo”.
A distanza di oltre quindici anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco continua a far discutere. Dopo la recente riapertura dell’attenzione mediatica su Andrea Sempio, amico di infanzia della vittima e già in passato coinvolto nelle indagini in maniera marginale, la madre del giovane è intervenuta in diretta televisiva durante il programma Quarto Grado, in onda su Rete 4.
Parole dure e cariche di frustrazione quelle pronunciate dalla donna: “In questo momento, per l’opinione pubblica siamo gli assassini. Ci guardano come se fossimo dei mostri. Ma non abbiamo fatto nulla. Siamo persone normali, e stiamo vivendo un incubo che non sembra avere fine.”
La sua voce si è fatta portavoce di un dolore che, secondo lei, è stato ignorato troppo a lungo. “Ogni volta che si riapre questo caso, per noi è come tornare indietro nel tempo. Ogni parola, ogni sospetto, ci distrugge un po’ di più. Mio figlio ha già vissuto abbastanza, è stato interrogato, analizzato, e alla fine è stato lasciato fuori dalle accuse. Eppure, eccoci ancora qui.”
La famiglia Sempio torna così al centro di un’attenzione mediatica che sembra non spegnersi mai. Il programma condotto da Gianluigi Nuzzi ha mostrato alcuni passaggi chiave delle indagini, tra cui le analisi delle celle telefoniche e le incongruenze negli orari, elementi che negli anni hanno alimentato dubbi e teorie alternative alla versione ufficiale che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima.
Ma la madre di Andrea Sempio è categorica: “Non vogliamo più essere usati per creare spettacolo. Se ci sono elementi, che la magistratura faccia il suo corso. Ma se non ce ne sono, lasciateci vivere.”
Il caso Garlasco rimane uno dei misteri giudiziari italiani più discussi degli ultimi decenni. Con tre gradi di giudizio che hanno condannato Stasi, il capitolo sembrava concluso. Tuttavia, i ripetuti approfondimenti e le richieste di revisione mantengono viva una ferita che, per molte persone, non si è mai rimarginata.
Nel frattempo, la famiglia Sempio chiede solo silenzio e rispetto. Ma nell’Italia dove i cold case si intrecciano con talk show e social network, anche questo sembra un lusso difficile da ottenere.











