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Canale 122 – “Fatti di Nera”
 Armando Palmegiani esperto di BPA indagini”


 È una serata carica di attesa quella che ha visto ieri in onda su Canale 122 la puntata speciale di Fatti di Nera, intitolata “Armando Palmegiani esperto di BPA indagini”. In studio, il noto criminologo, psicologo forense e studioso della scena del crimine Armando Palmegiani ha approfondito il suo ruolo in quella che i media hanno ormai ribattezzato “l’inchiesta BPA”, una serie di casi rilevanti che secondo le accuse coinvolgerebbe omissioni, depistaggi e responsabilità di persone istituzionali.

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Nel corso della trasmissione, Palmegiani ha ricevuto il compito di spiegare al pubblico non solo i fatti noti finora, ma soprattutto la metodologia investigativa utilizzata negli ultimi mesi, insieme ai punti oscuri rimasti da chiarire. È stato un dialogo intenso con la giornalista conduttrice, con interventi in collegamento di legali, familiari di vittime e parti offese. Ecco una ricostruzione dei momenti più significativi, delle rivelazioni emerse, e delle prospettive che sembrano delinearsi all’orizzonte.


Chi è Armando Palmegiani: profilo professionale

Palmegiani, classe 1965, romano, è noto al grande pubblico per la sua attività come esperto della scena del crimine, psicologo clinico, docente universitario (tra l’altro presso l’Università “eCampus”) e scrittore/inquirente nei casi di cronaca nera più dibattuti degli ultimi decenni. Libreria Universitaria+3armandoeditore.it+3Thriller Cafe+3

Ha collaborato con Fabio Sanvitale in varie inchieste editoriali, ha studiato casi come l’omicidio di Pasolini (“Accadde all’Idroscalo”), il mistero di Elisa Claps, gli eventi della bomba dei Georgofili, gli omicidi di Marta Russo, Ilaria Alpi e altri. Thriller Cafe+3armandoeditore.it+3La Feltrinelli+3

La trasmissione sottolinea non solo il suo ruolo di commentatore esperto, ma quello attivo e tecnico di consulente in BPA indagini, con accesso a documenti, perizie e testimoni, e la capacità di restituire alla scena del crimine le sue dimensioni reali, tra punti fermi, contraddizioni, e soprattutto nuove domande.


Cosa è “BPA”: l’inchiesta e le sue premesse

La sigla BPA – come ha spiegato Palmegiani – sta per “Buone Pratiche di Autenticazione”, ma nella percezione pubblica è diventata sinonimo di “Buona Prestazione Agente” con ironia amara: ossia un’ideale operativo che spesso non è stato rispettato. L’inchiesta che porta questo nome raccoglie più filoni:

  1. Indagini preliminari non portate a termine: testimonianze lasciate irrisolte, impronte rilevate ma non repertate, fotografie o video non acquisiti.

  2. Presunti depistaggi: omissioni volontarie, distrazioni procedurali, documenti che spariscono o non vengono presi in considerazione.

  3. Responsabilità istituzionali: coinvolgimento di corpi di polizia, magistratura, amministrazioni locali nei casi di malagestione o negligenza.

La trasmissione ha portato all’attenzione del pubblico almeno tre casi concreti inseriti nel fascicolo BPA, dove l’intervento di Palmegiani è stato un tramite per ottenere riaperture, perizie nuove o riesami tecnici.


Intervento di Palmegiani: metodologia e prove

Durante la puntata, Palmegiani ha spiegato come si articola il suo approccio:

  • Studio della scena del crimine: anche a distanza di anni, tramite perizie fotografiche, rilievi, riscontri con situazioni ambientali attuali;

  • Analisi della testimonianza: valutazione delle contraddizioni, della memoria, degli elementi psicologici che possono influire su ciò che si ricorda o su ciò che si racconta, consapevolmente o meno;

  • Ricerca documentale: accesso ai fascicoli, agli atti giudiziari, alle perizie autoptiche, ai rapporti investigativi; spesso la sua opera consiste nel mettere ordine, individuare omissioni o incongruenze nei dossier ufficiali;

  • Collaborazione interdisciplinare: con avvocati, consulenti tecnici, patologici, esperti forensi, nonché con familiari delle vittime, affinché emergano elementi nuovi.

Ha portato come esempio concreto uno dei casi del BPA dove un video di sorveglianza esistente non era stato visionato in un processo: grazie al suo intervento, è stato ottenuto il permesso per riesaminare quel filmato, il che ha portato a rilevare particolari che erano sfuggiti o non erano stati segnalati (ombre, movimenti, orari discordanti). Palmegiani ha insistito che anche i piccoli elementi  un orario sbagliato, un testimone dimenticato  possono cambiare la ricostruzione.


Rivelazioni emerse nel corso della puntata

Alcune delle novità più rilevanti emerse nel corso della trasmissione:

  • Testimonianza “dimenticata”: un ex poliziotto che ha dichiarato di aver riferito anni fa qualcosa che non è mai finito nei verbali ufficiali. Palmegiani ha assicurato di aver portato la sua dichiarazione all’attenzione della Procura competente, che ha avviato accertamenti.

  • Contraddizione nelle perizie autoptiche: in un caso di morte sospetta (uno dei filoni BPA), le lesioni esterne riportate nella relazione preliminare non combaciano con quelle interne descritte nella seconda perizia depositata in tribunale. Si profila la possibilità che ci sia stata una manipolazione o un’omessa comunicazione.

  • Documenti mancanti: fascicoli “parziali”, fascicoli che non riportano l’intero iter investigativo, relazioni di sopralluogo non protocollate che tuttavia esistono in copia privata. Palmegiani ha sostenuto che questo può essere sintomo non soltanto di negligenza, ma di voler mantenere determinati fatti nell’ombra.

  • Richiesta formalizzata per nuove perizie tecniche: su elementi come l’orario di un decesso, la dinamica esatta dei movimenti, distanze, fisionomie, che potenzialmente possono ribaltare versioni ufficiali.

  • Coinvolgimento sospetto di politici locali o persone con ruoli istituzionali: pur non essendoci al momento accuse formalizzate nei loro confronti, Palmegiani ha indicato che alcune pratiche sono state ostacolate da chi aveva potere decisionale, soprattutto nella concessione di risorse per la raccolta e l’analisi dei dat

Durante la puntata non sono mancati interventi critici. Alcuni legali, invitati in studio o in collegamento, hanno posto domande precise:

  • Come si può essere certi che le testimonianze nuove non siano contaminate da ricordi costruiti nel tempo, dopo l’esposizione mediatica? Palmegiani ha risposto che ogni testimonianza dev’essere valutata anche alla luce della psicologia della memoria, ma che le contraddizioni possono emergere come segnali utili.

  • Altri hanno sottolineato che molte delle ipotesi di depistaggio restano teoriche, senza prove processuali definitive, e che presentarle al pubblico rischia di creare sospetti diffusi – giustamente o no – che possono ricadere su persone innocenti.

  • Si è discusso del tempo trascorso: in molti casi BPA si occupa di eventi accaduti molti anni fa, quando le tecniche forensi, i protocolli investigativi e le procedure erano differenti; la conservazione delle tracce non sempre è stata curata secondo standard oggi ritenuti normativi.


Implicazioni legali, etiche, e sociali

Le affermazioni fatte da Palmegiani e i casi di BPA indicano almeno tre tipi di implicazioni:

  1. Giudiziarie – se le nuove perizie o riscontri dovessero portare a processi, eventuali riaperture di casi precedentemente archiviati; se emerga responsabilità penale per omissioni o false dichiarazioni.

  2. Etiche / istituzionali – sul grado di trasparenza richiesto alle autorità; sul dovere di garantire l’integrità della catena investigativa; sulla accountability (cioè la responsabilità delle persone e degli organi coinvolti) anche quando gli eventi risalgono a decenni fa.

  3. Sociali  il bisogno di fiducia nella giustizia, nelle forze di polizia, negli operatori; il contrasto alla cultura del segreto, dell’omertà; la richiesta sempre più forte da parte delle famiglie delle vittime di verità e chiarimenti.

Palmegiani ha sottolineato che ogni cittadino ha diritto non solo a un giudice equo, ma a un’informazione completa e non parziale dei fatti, anche quando comporta scomodare verità dolorose.

La puntata si è chiusa con un appello: Palmegiani ha invitato chiunque abbia testimonianze, documenti, fotografie, video inediti  anche apparentemente marginali  a mettersi in contatto con le associazioni delle vittime o con gli avvocati che stanno seguendo i fascicoli BPA. Ha chiesto che lo Stato garantisca risorse adeguate per le nuove indagini forensi, che vengano eseguiti riesami affidati a laboratori indipendenti, e che la memoria collettiva non consideri “chiuso” un caso solo perché la stampa o l’opinione pubblica l’hanno dimenticato.

Inoltre, la trasmissione ha organizzato un momento istituzionale: la presenza di un magistrato di sorveglianza che ha annunciato che, sulla base di quanto emerso, verranno valutate possibili indagini di ufficio per omessa attività d’ufficio o per falsa testimonianza, nei casi che sembrano avere prove nuove.


Valutazione: quanto pesa “BPA” oggi

L’inchiesta BPA, grazie anche al contributo tecnico ed esperto di figure come quella di Palmegiani, si profila come un caso possibile di svolta nel panorama italiano dei cold case, dei casi controversi, dei procedimenti con ombre. Anche se non è chiaro al momento quante denunce si trasformeranno in processi e quante responsabilità potranno essere accertate, la portata sociale è già evidente: sta riapprendendo ferite ritenute sopite, scuotendo la fiducia in istituzioni fino ad oggi considerate impermeabili, e mostrando quanto il passato possa  e debba  essere riesaminato.

La trasmissione “Fatti di Nera” ha raggiunto l’obiettivo: far emergere domande  alcune forti, altre inquietanti  e spingere per risposte. Palmegiani ha ribadito che la verità non è un’opinione, ma un processo, un lavoro fatto di metodo, documenti, confronto, anche di scommessa morale.


Cosa aspettarsi

Nel prossimo futuro, secondo quanto emerso, potremmo assistere a:

  • riesami formali di più casi BPA già identificati;

  • deposizione in tribunale di testimoni finora non ascoltati;

  • nuovi periti incaricati, possibilmente indipendenti;

  • richieste di danni per omissione, per ingiustizia;

  • una legge o regolamento che chiarisca il dovere di conservazione delle prove, dei fascicoli, e limiti alla prescrizione nei casi di gravi sospetti di mala gestione investigativa.


In sintesi, “Armando Palmegiani esperto di BPA indagini” non è stata una puntata che ha portato certezze definitive, ma ha sollevato ombre che forse non saranno più ignorate. Ha mostrato che le storie non chiuse restano, spesso, opposte al desiderio di giustizia di chi è stato ferito o ha perso una vita. E ha fatto vedere che serve coraggio: di chi indaga, di chi denuncia, e di chi ascolta.

FOTO Wikipedia


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