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Garlasco, «DNA sotto le unghie è valido». Scontro tra Capra e De Rensis in tv su “Ultim’ora – Storie Italiane”

 

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PAVIA — Un nuovo capitolo si apre nel complicato e tormentato iter giudiziario del delitto di Garlasco. Ieri, durante la trasmissione Ultim’ora – Storie Italiane, è andato in scena uno scontro acceso tra il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, e l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, sul nodo centrale delle nuove indagini: la validità del DNA recuperato sotto le unghie di Chiara Poggi. Capra sostiene che quel materiale biologico sia “valido” e meriti confronti, De Rensis ribatte chiedendo cautela, puntualizzando anomalie e reticenze nelle procedure.


Il caso, in breve

Il delitto di Garlasco è ormai parte della cronaca criminale italiana da quasi due decenni: la sera del 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu ritrovata morta nella casa di famiglia a Garlasco (Pavia). Nel corso degli anni, il caso ha proceduto per punti interrogativi, revisioni e perizie, fino alla condanna definitiva a 16 anni di reclusione per l’ex fidanzato, Alberto Stasi. Wikipedia+2IlSussidiario.net+2

In tempi recenti è stata riaperta un’inchiesta parallela con l’ipotesi di coinvolgimento di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, sulla base di nuove rilevazioni genetiche e rivalutazioni di reperti antichi. IlSussidiario.net+3ANSA.it+3RaiNews+3

Tra le “vecchie” tracce da riesaminare c’è proprio il materiale organico rilevato sul margine ungueale delle mani della vittima (cioè, sotto le unghie): residui che in passato non erano stati attribuiti con certezza e che oggi tornano al centro della disputa scientifica e processuale. RaiNews+4IlSussidiario.net+4Il Tirreno+4

In tv, Capra apre la partita: “Il DNA è valido”

Durante l’intervento televisivo a Storie Italiane / Ultim’ora, Capra ha ribadito una posizione che aveva già affermato nelle ultime ore: “Il DNA trovato sui margini ungueali è utilizzabile, va sottoposto a tutti gli eventuali confronti”, ha detto, annunciando che “stiamo predisponendo gli accertamenti per valutare se il profilo genetico possa essere incrociato con altri sospetti”. ANSA.it+2RaiNews+2

Capra ha anche aggiunto che fino ad oggi le perizie hanno lavorato su dati parziali e che occorre un’analisi complessiva, inclusiva, con i nuovi mezzi disponibili oggi nel campo genetico-forense. IlSussidiario.net+2ANSA.it+2

Il genetista, da sempre consulente della famiglia Poggi, ha inoltre sottolineato che il rilievo della validità non significa che quel DNA provenga automaticamente da colui che ha commesso il delitto, ma che non va scartato a priori: “È un tassello che va esaminato con rigore, non un’opinione”, ha affermato.

De Rensis risponde: prudenza, contraddizioni, anomalie

Dall’altro lato dello studio, l’avvocato Antonio De Rensis non si è lasciato convincere e ha reagito con fermezza. Ha richiamato il principio della presunzione di innocenza, avvertendo che un’affermazione troppo ottimistica sulla validità del DNA potrebbe trasformarsi in una forzatura.

De Rensis ha sollevato punti critici, legati alle modalità di repertamento, conservazione e analisi dei campioni: “Non abbiamo visto tutti i dati, non sappiamo quali controlli di contaminazione siano stati fatti”, ha detto. IlSussidiario.net+2IlSussidiario.net+2

Ha inoltre evidenziato che nel corso delle trasmissioni sono emerse intercettazioni telefoniche e frasi mancanti nei verbali che, a suo dire, suggeriscono omissioni o manipolazioni. In uno dei passaggi più accesi, De Rensis ha dichiarato: “Se si parla di errori, ne abbiamo tanti sul tavolo”. IlSussidiario.net+2IlSussidiario.net+2

Riguardo al DNA “ignoto” rinvenuto sul tampone orale di Chiara (definito “traccia 33”), De Rensis ha ammesso che se confermato, “potrebbe riscrivere la storia del caso”. Ma ha chiesto cautela: “Serve prudenza. Potrebbe essere contaminazione, potrebbe essere interazione accidentale”. IlSussidiario.net+5IlSussidiario.net+5Libero Quotidiano+5

Infine, l’avvocato ha invitato a un confronto diretto tra esperti indipendenti, affermando che Capra “non può parlare da solo contro la difesa, serve un confronto tecnico trasparente”.

Lo scontro in studio e la posta in gioco

In diretta, lo scontro tra Capra e De Rensis è apparso come due mondi che si confrontano: da un lato, la scienza genetica che “avanza e scopre”, dall’altro la cautela difensiva che mette in guardia contro trappole procedurali.

Il dibattito ha toccato questioni fondamentali per il processo: l’affidabilità dei dati scientifici, la catena di custodia dei reperti, la trasparenza nelle relazioni tecniche e l’onere della prova.

Di fatto, se il DNA sotto le unghie fosse ritenuto fondato, confrontabile con un profilo noto e attribuibile a un soggetto diverso da Stasi o Sempio, si aprirebbe una strada inedita per l’accusa, potenzialmente capace di ribaltare gran parte delle certezze del processo attuale. D’altro canto, se la difesa riuscisse a mostrare che quei dati sono viziati, contaminati o usati impropriamente, si rafforzerebbe la posizione del condannato e si ritarderebbe qualsiasi evoluzione giudiziaria definitiva.

Intanto, la Procura e i periti coinvolti nei nuovi accertamenti hanno già chiesto ed ottenuto proroghe per lo svolgimento dell’incidente probatorio, che includerà comparazioni genetiche e perizie supplementari. ANSA.it+2RaiNews+2

Occorre non dimenticare che, nel delitto di Garlasco, la scienza genetica è uno strumento potente ma fragile: i reperti sono datati, in alcuni casi degradati, e le tecniche di rilevamento nel tempo si sono evolute. I periti dovranno districarsi tra microtracce, possibili contaminazioni, recinzioni interpretative e inattendibilità dei materiali conservati.

Inoltre, il caso è avvolto da precedenti processuali controversi, revisioni e ricorsi europei, che lo rendono un “caso-laboratorio” della giustizia italiana, tra scienza forense, diritto, mediazione politica e sensibilità pubblica.

Il fatto che l’avvocato De Rensis insista sul fatto che l’indagine tradizionale rimane il fulcro, e non solo le neuroscienze genetiche, richiama un tema più ampio: la compatibilità tra dati biologici e ricostruzione del contesto del delitto (alibi, movimenti, testimonianze, tracce materiali). IlSussidiario.net+2Il Tirreno+2

Infine, lo scontro televisivo mette in luce anche un fenomeno sempre presente nei casi ad alta risonanza mediatica: la tensione tra “tecnici” (genetisti, periti) e “la difesa” che teme stereotipi, semplificazioni e accelerazioni che il dibattito pubblico impone.

Si avvia così un nuovo atto del giallo di Garlasco: senza garanzie di soluzione, con nuovi rilievi scientifici da comporre e leggere, e con un’attenzione attenta al processo, non solo al risultato mediatico.

L’intervento a Ultim’ora – Storie Italiane non è stato un’appendice frivola, bensì un market-place di tesi opposte, due visioni che si affrontano su una questione che, se confermata, potrebbe cambiare la direzione giudiziaria del caso. Se il DNA sotto le unghie è “valido”, come dice Capra, dovrà essere messo a confronto, valutato con metodi rigorosi, integrato con tutti gli altri elementi. Se invece la difesa ha ragione a dubitare, qualsiasi risultato potrebbe essere rimesso in discussione.

A dispetto delle scoperte tecnologiche, resta forte il richiamo alla prudenza: in un processo penale, tutto ciò che può determinare un esito definitivo richiede non soltanto capacità tecniche, ma rigorosa legittimità procedurale.

Il caso Garlasco, dopo quasi vent’anni, si arricchisce di un nuovo capitolo: e quella traccia sotto le unghie torna a essere una pedina centrale, contesa tra scienza e diritto, nell’eterna ricerca della verità giudiziaria.


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