Garlasco, le nuove ombre sull’alibi di Sempio: ecco cosa ha detto Rita Cavallaro a “Crime”
di [nome del giornalista]
Nel vortice di rivelazioni e controversioni che sta investendo il caso di Chiara Poggi, torna a far discutere l’alibi presentato per anni da Andrea Sempio. Le dichiarazioni rese da Rita Cavallaro nel corso della trasmissione Crime (e rilanciate da vari quotidiani) pongono interrogativi pesanti sul celebre “scontrino del parcheggio”, sul ruolo di un ex vigile del fuoco e sull’effettiva attendibilità delle versioni finora accampate dalla difesa.
L’alibi dello scontrino — e la sua fragilità
Il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco (Pavia), Sempio ha sempre sostenuto di essere rimasto in casa fino alle 10 del mattino, prima di recarsi a Vigevano per “girare un po’”, come sostenevano i suoi familiari. A sostegno di quella versione, nel 2008 (14 mesi dopo il delitto) il giovane presentò spontaneamente ai carabinieri un biglietto del parcheggio di Vigevano timbrato alle 10:18, chiedendo che venisse acquisito come prova della sua presenza altrove. Il Tempo+2Il Tempo+2
Secondo Rita Cavallaro, oggi quell’alibi è fortemente incrinato. In Crime, la giornalista ha ricordato che all’epoca lo “scontrino” così come venne consegnato era coerente con il quadro medico-legale allora accreditato, che stimava la morte di Chiara tra le 10.30 e le 12, con maggiore probabilità verso le 11: in quel contesto, un ticket del parcheggio alle 10:18 appariva come “una prova solida” per collocare Sempio lontano dalla scena del crimine. Il Tempo+2Il Tempo+2
Ma oggi, prosegue Cavallaro, le condizioni sono radicalmente cambiate: l’orario della morte è stato ridefinito in una fascia molto più anticipata (tra le 9.12 e le 9.35), rendendo quel ticket totalmente inadeguato a coprire il momento effettivo del delitto. Ciò significa che, anche se Sempio avesse effettivamente ritirato quel biglietto a quell’ora, esso non lo scagionerebbe affatto rispetto all’ora in cui Chiara venne seviziata. Il Tempo+3Il Tempo+3Il Tempo+3
Inoltre, Cavallaro punta il dito su un particolare poco considerato: lo scontrino, firmato con orario preciso, non recava la targa del veicolo, dettaglio che ha sempre alimentato dubbi sulla sua genuinità. TGCOM24+2Il Tempo+2
Cavallaro sottolinea anche la discrepanza nei racconti resi da Sempio: in un interrogatorio del 2017, gli venne chiesto come avesse fatto a conservare per così tanto tempo quel ticket. La sua risposta fu che il biglietto “era stato trovato da mio padre o mia madre sulla macchina qualche giorno dopo” e che la madre lo avrebbe tenuto «per sicurezza», per poi portarlo ai carabinieri su loro indicazione. Una ricostruzione che, osserva Cavallaro, non trova riscontro nei verbali: se fosse stato richiesto ai genitori di recuperare il tagliando, il verbale avrebbe dovuto registrare l’interruzione della testimonianza, cosa che non avvenne. Il Tempo+2Il Tempo+2
Il vigile del fuoco misterioso e gli sms compromettenti
Il secondo capitolo delicato riguarda un ex vigile del fuoco in pensione (identificato solo con il nome “Antonio”) che, secondo gli atti investigativi, era in servizio alla caserma di Vigevano il mattino del 13 agosto 2007, a pochi minuti in auto dal parcheggio dove venne emesso lo scontrino. Il Tempo+2Prima Pavia+2
Cavallaro riferisce che gli inquirenti hanno ipotizzato che la madre di Sempio, Daniela Ferrari, e quel vigile si fossero incontrati quella stessa mattina, circostanza che metterebbe in discussione l’origine dello scontrino: se fosse stato ritirato da lei e non da Andrea, l’alibi di quest’ultimo crollerebbe. Il Tempo+3Il Tempo+3Il Tempo+3
Ancor più grave – secondo la narrazione emersa – sarebbe che Ferrari avrebbe inviato sms al vigile nella mattina dell’omicidio (intorno alle 8:47 e alle 9:09), con il tentativo, secondo gli investigatori, di accordarsi per quell’incontro. La cella telefonica agganciata al mittente a quell’orario risulterebbe in zona Gambolò, non a Vigevano, suscitando il sospetto che la madre abbia potuto recarsi in seguito a Vigevano per generare lo scontrino. Il Giornale d’Italia+4Newsroom Italia+4Il Tempo+4
Il momento più drammatico della vicenda è arrivato quando, interrogata il 28 aprile 2025 in caserma dai carabinieri, la signora Ferrari – alla sola menzione del nome del vigile – ebbe un malore improvviso, costringendo gli inquirenti a sospendere l’interrogatorio dopo appena otto minuti. Il Tempo+3Il Tempo+3Il Tempo+3
Secondo Cavallaro, quella reazione pandemica al nome del testimone non è un dettaglio marginale: può essere interpretato come un segnale di tensione profonda e, nel delicato equilibrio dell’indagine, rafforza l’ipotesi che ci fosse qualcosa di particolarmente rilevante da nascondere.
Le implicazioni e le domande aperte
Le parole di Rita Cavallaro a Crime e gli elementi che ha ricostruito gettano nuova luce su un caso già intricato. Se fosse confermato che l’alibi dello scontrino non lo copre più, se fosse dimostrato che lo stesso scontrino non fu preso da Sempio, e se la madre e il pompiere si fossero effettivamente incontrati quella mattina, la difesa perderebbe un caposaldo del quadro difensivo.
Tuttavia, restano ampie zone d’ombra:
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Non è ancora chiaro cosa esattamente avrebbe dichiarato il vigile ai magistrati, e se quelle dichiarazioni siano compatibili con il racconto della famiglia Sempio.
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Non tutte le prove (sms, tabulati telefonici, registri di servizio) sono state finora rese pubbliche o ufficialmente confermate in atti formali.
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L’analisi del DNA sotto le unghie di Chiara Poggi uno degli indizi che ha portato alla riapertura dell’indagine su Sempio dovrà passare per un incidente probatorio: il risultato potrebbe essere decisivo nei futuri sviluppi. Il Tempo+3Il Tempo+3Il Tempo+3
Il caso, nato nel 2007, è dunque lontano dall’essere chiuso. Le rivelazioni di Cavallaro non costituiscono una verità giudiziaria, ma gettano ragionevoli dubbi su versioni che sino ad oggi avevano resistito all’esame del tempo. Nel giallo di Garlasco, ogni tessera che cade ha il potenziale di far ripensare l’intero mosaico.
Nota: l’articolo si basa sulle dichiarazioni pubblicate nei media e sulle ricostruzioni giornalistiche delle trasmissioni televisive e delle indagini — non su verbali integrali o depositi ufficiali. Rimangono in corso accertamenti da parte della Procura e dei carabinieri.











