Massimo Arlecchino attacca Giorgia Meloni: “Ha tradito la destra su Gaza”
Roma, 5 ottobre 2025 — In uno scontro che scuote la scena della destra italiana, Massimo Arlecchino esponente simbolico della vecchia guardia post‑missina e uno dei fondatori di Alleanza Nazionale, nonché ideatore grafico del suo simbolo ha rivolto accuse durissime nei confronti dell’attuale leader del centrodestra: Giorgia Meloni. Secondo Arlecchino, la premier avrebbe abbandonato i valori identitari della destra sulla questione palestinese, schierandosi in modo subalterno rispetto alle pressioni internazionali e ignorando le vertenze morali che una parte del popolo di destra ormai rivendica in piazza.
“Un tradimento annunciato”
«In cuor suo lo sa bene sostiene Arlecchino : la Flotilla è un’iniziativa di alto valore politico che richiama l’attenzione del mondo su Gaza». Eppure, insiste, «lei non ha difeso quella missione, ha attaccato le navi come se fossero un azzardo diplomatico, e questo mi meraviglia». Open+1
Per l’ex An, il nodo è ideologico: «La destra che veniva dal Fronte della Gioventù era anti‑imperialista, antiamericana, credibile sul tema dell’autodeterminazione dei popoli ivi compresa la causa palestinese. Oggi vedo l’esatto contrario: un atteggiamento di sudditanza militare verso gli Stati Uniti e una deriva atlantista senza nemmeno un briciolo di resistenza. Su Gaza non si può restare indifferenti». Open+1
Arlecchino non si limita all’attacco personale: offre un’analisi storica e critica. Il “tradimento” comincerebbe secondo lui già da Fini, con la svolta in Israele, per culminare con Meloni a Palazzo Chigi: «Lei ha tolto la keffieh e indossato la grisaglia», afferma con forza. Open
Il governo al centro della bufera
Il contorno politico aggiunge benzina alle accuse. La premier ha recentemente definito «indegne» le scene di violenza registrate in piazza Milano durante le manifestazioni pro‑Gaza, condannando gli scontri come “pseudo-manifestazioni” che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e richiedendo parole chiare da parte degli organizzatori. ANSA.it+2la Repubblica+2
Ma Arlecchino ribalta la lettura dominante: «Non è la Flotilla che ha messo in difficoltà il governo afferma , è il governo che ha messo in imbarazzo l’Italia. Intercettare navi in acque internazionali è un’azione illegale, come il blocco navale stesso». Open+1
Molti attivisti, denuncia, “la pensano come me ma non hanno né il coraggio né l’interesse a dirlo”. Arlecchino intravede una spaccatura profonda all’interno del mondo del centrodestra: una base insofferente all’appiattimento diplomatico e culturale del partito al potere. Open+1
Sulla piazza e con i manifestanti
Non sorprende quindi che Arlecchino si dica sostanzialmente d’accordo con chi scende in piazza. «Capisco i giovani che protestano dichiara . Non possiamo ignorare le sofferenze atroci che arrivano da Gaza». Secondo lui, buona parte del disagio nelle piazze proviene da un sentimento tradito: «Lo dico senza esitazione: la protesta in piazza oggi è una voce che molti di destra condividono ma non hanno ancora osato esprimere». Il Fatto Quotidiano+1
Arlecchino accusa Meloni di non leggere correttamente questo disagio. «Lei ha scelto la strategia della moderazione e dell’equilibrio diplomatico — afferma —. Ma su una questione come Gaza, che per molti è un simbolo, la moderazione diventa complicità». Open
Reazioni e tensioni interne
Le dichiarazioni di Arlecchino rischiano di accendere malumori interni in Fratelli d’Italia. Fonti politiche parlano di “malcontento nella base militante”, specialmente tra coloro che si formavano alle vecchie scuole del MSI o del pensiero nazionalista radicale. Il Giornale d’Italia
In Parlamento, l’atteggiamento del governo sulla Flotilla ha già suscitato critiche trasversali: l’opposizione ha parlato di isolamento internazionale dell’Italia e incoerenza strategica. ANSA.it+2la Repubblica+2
La leader del Pd Elly Schlein ha sfidato Meloni: se da un lato condanna gli episodi di violenza in piazza, contesta però l’assenza di una condanna netta ai crimini attribuiti a Netanyahu. la Repubblica+1
Il bivio della destra italiana
Il discorso di Arlecchino mette in luce un bivio inquietante per la destra contemporanea: accettare la linea moderata, filo‑occidentale e atlantista propugnata dal vertice, oppure recuperare spazi di autonomia nella geopolitica identitaria e lasciarsi attraversare anche da questioni internazionali giudicate dirimenti dalla propria base.
In ultima analisi, Arlecchino pone una domanda politica: «Chi rappresenta oggi la destra? Il governo che media con USA e Israele o la piazza che reclama coerenza?». E traccia un’ultima linea rossa: «Se livelli politici e militari della destra rinunciano all’idea di sovranità culturale e morale, la nostra missione originaria si perde».
Nell’orizzonte della crisi mediorientale, la controversia tra Arlecchino e Meloni rappresenta qualcosa di più di un duello personale: è l’emergere di una crisi di identità e legittimazione tra chi governa e chi protesta. Perché non è più solo una questione di diplomazia, ma di anima politica.











