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Garlasco, 13 agosto 2007 – L’ipotesi torna d’attualità

In un nuovo sviluppo che riapre con forza il dibattito sull’omicidio di Chiara Poggi, il medico legale Pasquale Mario Bacco avanza una tesi che, se accolta, potrebbe cambiare per sempre le carte in tavola del caso: secondo lui, nonché “i dati medico-legali lo dimostrano”, la morte della ragazza andrebbe collocata intorno alle ore 11:00 del mattino, e non nell’arco temporale tradizionalmente indicato che ha sorretto in questi anni l’impianto accusatorio.

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Il cuore dell’ipotesi: la “triade” medico-legale

Bacco basa la sua ricostruzione su quella che definisce una triade di elementi: il rigor mortis (rigidità cadaverica), la temperatura corporea e l’ipostasi (o livor mortis). È proprio l’analisi concomitante dei tre fenomeni che, secondo lui, renderebbe logicamente più credibile l’orario delle 11.

  1. Rigor mortis
    Il medico ricorda che, nel corpo umano, la rigidità muscolare inizia a manifestarsi generalmente a partire da 2–3 ore dopo il decesso (in alcuni casi addirittura verso la terza ora). Bacco osserva che al momento dell’arrivo del personale del 118, intorno alle 14:00 circa, il corpo di Chiara non presentava ancora rigore significativo. Ne deduce quindi che la morte non può essere avvenuta molto prima di quell’orario: “14 meno 3” porta idealmente verso le 11. Gente+2Il Giorno+2

  2. Temperatura corporea
    Sempre secondo Bacco, la temperatura interna rilevata durante l’autopsia  33,1 °C farebbe pensare a una perdita di circa 4 gradi rispetto alla temperatura corporea normale (intorno a 37 °C). Seguendo la formula “mezzo grado l’ora per le prime quattro ore, poi un grado all’ora” (modello semplificato), si arriverebbe a stimare un decesso avvenuto circa 6 ore prima della misurazione, cioè intorno alle 11 del mattino. Gente+1

  3. Ipostasi / livor mortis
    L’ipostasi (o ristagno del sangue nei punti “bassi” del corpo per effetto della gravità) di solito si manifesta entro le prime ore dalla morte e si “fissa” nel tempo. Bacco sottolinea che quando il corpo di Chiara fu trovato non si osservavano macchie ben definite (o “fisse”), mentre durante l’autopsia, alle 17:00, risultavano ipostasi ancora mobili  un dato che, sostiene, non sarebbe compatibile con un decesso molto precoce (ad esempio prima delle 10:30). Questo elemento, combinato con gli altri due, orienterebbe nuovamente verso un orario intorno alle 11. Gente+1

Oltre a questi tre parametri, Bacco richiama anche il contenuto gastrico: all’autopsia fu rilevata una “poltiglia” nello stomaco, senza tracce distinte di alimenti. Per lui, questo indicherebbe che la digestione era già in corso in modo avanzato, compatibile con un decesso successivo rispetto alle 9:00–9:35, orari finora sostenuti da alcune parti. Gente+1


Cosa cambia – e cosa rischia di saltare

Se l’ipotesi di Bacco fosse “funzionante” nei termini da lui proposti, ne deriverebbero conseguenze di portata rilevante:

  • L’orario delle 9:12–9:35, che è stato il parametro cronologico su cui hanno poggiato molte obiezioni difensive (e che è stato utilizzato come chiave per l’alibi di Alberto Stasi), verrebbe messo in discussione. mowmag.com+3Il Giorno+3Gente+3

  • All’ora “11” – secondo Bacco – Stasi avrebbe un alibi solido: collocare la morte a quell’ora renderebbe più grave il problema di spiegare le tracce processuali e digitali finora analizzate. TAG24+2Gente+2

  • La revisione dei dati medico-legali — nonché la compatibilità di tali dati con gli altri elementi investigativi (tabulati telefonici, navigazione web, testimonianze) — potrebbe riaprire vaste discussioni di attendibilità e margini di errore.

  • L’attenzione si sposta anche su chi ha fissato, nel corso degli anni, l’ora “definitiva” del delitto. Storicamente, l’autopsia originaria del medico legale Marco Ballardini aveva collocato il decesso tra le 10:30 e le 12, con una maggiore possibilità attorno alle 11–11:30. ilGiornale.it+3Quotidiano Nazionale+3Gente+3


I nodi critici e le obiezioni

Pur suggestiva, la tesi di Bacco non è priva di criticità che già emergono nel dibattito tecnico-professionale e mediatico:

  • Variabilità individuale e fattori ambientali
    Il raffreddamento del corpo, l’insorgenza della rigidità e il processo di fissazione dell’ipostasi – nonché la digestione – possono variare molto da individuo a individuo e in funzione delle condizioni ambientali (temperatura, umidità, ventilazione, contatto con superfici, stato del corpo). Ciò significa che i modelli “standardizzati” contengono necessariamente margini di errore. Alcuni medici legali avvertono che l’orario stimato può deviare di anche un’ora e mezza, se non di più, rispetto al dato “teorico”. Corriere di Siena+2politicamentecorretto.com+2

  • Il corpo non fu pesato con bilancia autoptica
    Un rilievo critico che emerge è che, durante l’autopsia originaria, non sembra che il cadavere di Chiara sia stato pesato precisamente su una bilancia cadaverica, bensì si fece una stima del peso (45‑50 kg). Ciò comporta incertezza nel calcolo del raffreddamento. Corriere di Siena

  • Dati parziali o assenti
    Alcuni parametri fondamentali non sarebbero stati registrati con precisione: ad esempio la temperatura ambientale esatta nella casa al momento del delitto, la stima puntuale dell’umidità, e le condizioni microclimatiche interne. Senza questi elementi, i modelli applicati  anche da Bacco  dipendono da assunzioni che possono essere discusse. politicamentecorretto.com+2Corriere di Siena+2

  • La questione dell’“orario esatto” e l’onere della prova
    Come già osservato da altri specialisti, pretendere una precisione assoluta è spesso irrealistico: non basta mostrare una “possibilità” tecnica, ma dimostrare che tale orario è più credibile o più compatibile di altri. L’onere della prova spetta a chi avanza una nuova ricostruzione, non a chi la contesta. politicamentecorretto.com

  • La stabilità delle condizioni cadaveriche nel tempo
    Il corpo è stato scoperto dopo molte ore: il lapso temporale intercorso dall’orario di morte all’intervento medico-investigativo introduce inevitabili “rumori” nei fenomeni cadaverici, che rendono ogni stima suscettibile a errori.

Negli anni, l’orario della morte è stato un nodo centrale del “bal­letto dei periti”, come è spesso definito nei giornali: alcune stime hanno cercato di anticipare la morte (9:00‑10:00) per mettere in difficoltà l’imputato, altre la collocano più tardi. Il Giorno+2Quotidiano Nazionale+2

La sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi ha fissato, agli atti, la morte tra le 9:12 e le 9:35, un intervallo molto stretto e sfidato fin da subito da consulenze difensive, di controperizia e da nuovi periti. politicamentecorretto.com+3Gente+3Il Giorno+3

Poco tempo fa, il settimanale Giallo ha rilanciato l’ipotesi di Bacco con clamore: secondo il periodico, l’esperto avrebbe presentato la ricostruzione che  a quell’orario  metterebbe Stasi in una posizione più vulnerabile dal punto di vista dell’alibi. TAG24+1

Anche altri elementi “nuovi” entrano nel dibattito, come l’impronta compatibile con il piedino di una stampella trovata sulla gamba di Chiara, che Bacco interpreta come segno di un’azione (calpestio con oggetto) successiva al momento del decesso. Imola Oggi+1

La tesi che Pasquale Bacco avanza  ovvero che l’ora della morte di Chiara Poggi cadrebbe intorno alle 11:00 e che “i dati medico-legali lo dimostrano”  rientra nel filone delle ricostruzioni alternative che da sempre agitano il caso di Garlasco. Se confermata con rigore tecnico e accettata in ambito giudiziario, potrebbe implicare una riscrittura importante di molte certezze acquisite.

Tuttavia, il margine di dubbio rimane alto: la natura stessa dei fenomeni cadaverici, la variabilità biologica, la mancanza di dati perfettamente calibrati, e le condizioni ambientali rendono qualsiasi orario stimato soggetto a contestazione.

In definitiva, la proposta di Bacco va valutata come un contributo stimolante al dibattito peritale e giuridico, ma non ha  allo stato attuale  la forza di sovvertire da sola una ricostruzione consolidata. Serve che altri esperti  nelle sedi tecniche e giudiziarie  verifichino la solidità del modello usato e la coerenza con tutti i restanti elementi investigativi.

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