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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) manifesta profonda indignazione per quanto avvenuto al terminal bus della Versilia, dove un turista statunitense in carrozzina è stato sollevato manualmente per accedere a un pullman, in assenza di strutture adeguate.

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L’episodio, riportato dalla stampa, rivela con chiarezza la distanza tra principi normativi e realtà quotidiana: in Italia, l’accessibilità resta spesso un obiettivo mancato, nonostante gli impegni assunti a livello internazionale.

L’inclusione non può restare una formula retorica, ma deve tradursi in politiche concrete, progettazione universale e servizi pienamente fruibili.

La scena di una persona costretta a dipendere dalla forza altrui per salire su un mezzo pubblico non rappresenta solidarietà, ma la dimostrazione di una carenza strutturale che nega la dignità.

Le barriere architettoniche sono la manifestazione tangibile di barriere culturali: dove manca una visione inclusiva, l’infrastruttura si trasforma in strumento di esclusione.

Da oltre vent’anni cittadini e operatori, come il gestore Edoardo Masiello, segnalano l’assenza di piazzole, servizi igienici e informazioni basilari per i viaggiatori. L’inerzia amministrativa ha reso cronico un problema che avrebbe dovuto trovare soluzione immediata.

Un Paese che intenda definirsi moderno non può tollerare simili disfunzioni nei nodi strategici della mobilità. Accessibilità e accoglienza devono costituire elementi qualificanti delle politiche urbane e turistiche.

Il CNDDU sollecita l’adozione di un piano organico e vincolante per l’eliminazione delle barriere negli snodi di trasporto, nelle scuole e in tutti gli spazi pubblici, accompagnato da controlli periodici e responsabilità chiare.

L’accessibilità non rappresenta un costo aggiuntivo, ma un investimento in civiltà, diritti e sviluppo. Un terminal privo di ostacoli diventa simbolo di una comunità che riconosce il valore di ogni persona.

È indispensabile superare la logica degli interventi parziali e frammentari. Occorre un approccio sistemico, che renda la progettazione inclusiva un criterio imprescindibile e non un’appendice eventuale.

Il turismo stesso, risorsa strategica del Paese, esige infrastrutture accoglienti: un cartello informativo, un servizio igienico accessibile, una rampa ben progettata sono dettagli che trasformano l’esperienza di viaggio e qualificano l’immagine dell’Italia all’estero.

Ogni cittadino ha diritto a muoversi in autonomia e sicurezza; ogni visitatore deve poter vivere la bellezza dei luoghi senza subire ostacoli evitabili.

Il CNDDU richiama con forza le istituzioni a un impegno concreto e responsabile, affinché l’inclusione diventi realtà quotidiana e non mera enunciazione di principio.

L’educazione ai diritti umani, portata avanti nelle scuole, deve trovare corrispondenza nella società civile: i giovani apprendono davvero il valore dell’uguaglianza quando lo riscontrano negli spazi pubblici.

Il CNDDU ribadisce con fermezza: un Paese che non abbatte le barriere rinuncia al progresso. Senza accessibilità non vi è democrazia compiuta.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

 

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