Chiesti chiarimenti pubblici alla Sindaca di Alfano: garantire l’accessibilità alla piscina comunale è un obbligo di legge, non una scelta discrezionale
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime profonda preoccupazione in merito alla vicenda che coinvolge la piscina comunale di Alfano (SA), dichiarata inaccessibile alle persone con disabilità e oggetto di contestazioni formali indirizzate alla Prefettura di Salerno e al Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità.
Dalle dichiarazioni del Sindaco Elena Gerardo emerge che la struttura, inaugurata nel 2023, non è stata dotata di dispositivi idonei per l’ingresso in acqua di persone con disabilità, poiché – testualmente – “non se ne è proposta la necessità in riferimento all’utenza prevalente costituita da residenti in Alfano”.
Tale affermazione, oltre a risultare giuridicamente infondata, contrasta apertamente con i principi costituzionali e con le norme vigenti in materia di accessibilità e inclusione. La legge 104/1992, il D.M. 236/1989 e la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, recepita con legge 18/2009, impongono l’abbattimento delle barriere architettoniche e la fruibilità universale degli impianti sportivi, senza che ciò dipenda da richieste individuali o dalla residenza anagrafica degli utenti.
Sorprende, inoltre, la contraddizione tra quanto sostenuto oggi e le parole pronunciate dalla stessa Sindaca in occasione dell’inaugurazione, quando definì la piscina “un’opera per il territorio”, aperta ai cittadini dei paesi limitrofi e inclusiva anche per persone con disabilità.
Il CNDDU ribadisce che la negazione dell’accesso a una struttura pubblica per ragioni di disabilità costituisce una forma di discriminazione vietata dall’art. 3 della Costituzione italiana e sanzionabile ai sensi della legge 67/2006, che tutela i diritti delle persone con disabilità contro ogni forma di esclusione o limitazione.
Si richiama altresì l’art. 24 della Convenzione ONU, che riconosce il diritto alla partecipazione piena e paritaria alla vita culturale, ricreativa e sportiva, e impone agli enti locali di adottare misure concrete e preventive per garantire accessibilità, sicurezza e dignità.
Il principio di “accomodamento ragionevole”, sancito dal diritto internazionale e recepito nel nostro ordinamento, obbliga le amministrazioni pubbliche ad adeguare le strutture e i servizi affinché nessun cittadino sia posto in condizione di svantaggio.
Il CNDDU ritiene che, da quanto segnalato, l’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Alfano configuri una possibile violazione dei principi di buona amministrazione, parità di trattamento e imparzialità sanciti dall’art. 97 della Costituzione, nonché un possibile inadempimento agli obblighi di legge in materia di sicurezza e accessibilità.
Alla luce delle evidenti discrasie tra le dichiarazioni pubbliche e gli atti ufficiali, il CNDDU richiede formalmente alla Sindaca Elena Gerardo di fornire chiarimenti dettagliati e documentati circa la conformità della piscina comunale alle normative vigenti, nonché di indicare quali misure siano state adottate o previste per garantire il diritto di accesso alle persone con disabilità.
Si invita altresì la Prefettura di Salerno a disporre un accertamento urgente sulla conformità dell’impianto alle normative vigenti, e a richiedere all’amministrazione comunale l’immediato adeguamento della struttura nel rispetto delle disposizioni tecniche e dei diritti umani fondamentali.
La civiltà di un Paese si misura anche dalla possibilità per ogni cittadino di accedere, senza ostacoli, ai luoghi dello sport, della cultura e della socialità.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU











