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Titolo: Il Times elogia Napoli: è la città italiana più amata del mondo
 

NAPOLI — Con parole che sanno di poesia e di verità, il prestigioso quotidiano britannico The Times ha recentemente dedicato un ampio reportage a Napoli, definendola “la città italiana più amata del mondo”. Un riconoscimento che fa rumore, non solo per la caratura della fonte, ma per la svolta culturale e narrativa che rappresenta: la capitale del Sud, a lungo associata a stereotipi negativi, è oggi celebrata come simbolo di autenticità, vitalità e bellezza non convenzionale.

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Il reportage, firmato dalla corrispondente culturale Hannah Roberts, è apparso nella sezione Travel & Culture del giornale, sotto il titolo “Why the World Has Fallen in Love with Naples” (“Perché il mondo si è innamorato di Napoli”). Un viaggio tra vicoli, mercati, chiese barocche e terrazze con vista sul Golfo, in cui la giornalista racconta un’esperienza di immersione profonda nella città, tra passato glorioso e presente ribollente di energia.

Ma cosa ha spinto uno dei giornali più influenti d’Europa a incoronare Napoli come la regina del cuore mondiale? E cosa rappresenta, per la città e i suoi abitanti, questo inatteso abbraccio della stampa internazionale?


L’elogio del Times: “Un miracolo urbano fatto di umanità”

Il Times descrive Napoli come “una città che pulsa di vita in ogni sua forma, dove la bellezza non è patinata ma vissuta, e dove ogni angolo racconta una storia antica, spesso dimenticata altrove”.

La giornalista si sofferma sulla straordinaria vitalità dei napoletani, definendoli “tra i popoli più calorosi e resistenti d’Europa”, capaci di “trasformare anche le difficoltà in poesia quotidiana”. Dalla caotica Via Toledo alle ombre fresche del Chiostro di Santa Chiara, dalla pizza mangiata in piedi in una pizzeria di Forcella alla contemplazione silenziosa del Vesuvio da Posillipo, ogni esperienza è un tuffo nell’anima di una città che rifiuta l’omologazione.

“Napoli non si piega alle mode scrive Roberts  ma le reinventa. Non si vende al turismo, lo seduce. E lo fa con la sua arte di arrangiarsi, con la sua cucina che è patrimonio dell’umanità, con i suoi vicoli che non sono trappole per turisti, ma teatri di vita reale”.


Un riscatto culturale e internazionale

Il riconoscimento del Times arriva in un momento di grande fermento per Napoli. Dopo anni difficili segnati da crisi economiche, problemi strutturali e un’immagine mediatica spesso distorta, la città ha avviato un percorso di rinascita lenta ma profonda.

Il boom turistico degli ultimi dieci anni ha riportato Napoli al centro delle rotte internazionali, ma è soprattutto la ritrovata consapevolezza identitaria a fare la differenza. Eventi culturali come il Napoli Teatro Festival, il ritorno dell’arte contemporanea con il Madre e il Pan, il rilancio del centro storico patrimonio UNESCO, la valorizzazione del Rione Sanità e la riscoperta di capolavori come il Cristo Velato o il Tesoro di San Gennaro hanno ridato lustro a una città che possiede più chiese di Roma e uno dei patrimoni archeologici più ricchi al mondo.

Il Times sottolinea anche il nuovo ruolo di Napoli nel cinema e nelle serie TV. Dalla fama globale de L’Amica Geniale di Elena Ferrante al successo mondiale di Gomorra, passando per le commedie di Sorrentino e i docufilm che raccontano il vero volto della città, Napoli è tornata a raccontarsi con voce propria.

La città che non ti lascia mai

Roberts racconta di aver incontrato turisti da ogni parte del mondo che, arrivati per una breve visita, hanno finito per restare settimane o addirittura mesi. Alcuni hanno comprato casa nei Quartieri Spagnoli, altri lavorano da remoto da caffè nei pressi di Piazza Bellini. “È la città che non ti lascia mai andare davvero  scrive la giornalista . Una volta che Napoli ti entra nel sangue, non ne esci più”.

Non mancano i riferimenti alla cucina napoletana, considerata non solo “la più buona d’Italia”, ma anche “la più democratica”. “Dalla pizza margherita mangiata a due euro, ai piatti stellati che reinterpretano la tradizione, tutto è un inno alla condivisione, alla semplicità e all’eccellenza”.


Tra sacro e profano, Napoli incanta

Il Times mette in evidenza anche il legame profondo tra spiritualità e quotidianità che pervade la città. “A Napoli, il sacro e il profano convivono come in nessun altro luogo d’Europa – si legge nell’articolo –. Le edicole votive affiancano graffiti e street art, e i miracoli, qui, sembrano ancora possibili”.

Un’intera sezione è dedicata a San Gennaro, al culto popolare e al Duomo, “dove il tempo si ferma e la fede si fa carne viva”. Non mancano nemmeno i richiami alla superstizione e all’ironia che i napoletani riescono a mescolare in ogni aspetto della vita: “La città ha il dono di ridere anche nei momenti più difficili. È questo che la rende invincibile”.


Le reazioni in città

La notizia del tributo del Times si è rapidamente diffusa sui social e tra i media italiani. Il sindaco di Napoli, in una nota ufficiale, ha ringraziato il quotidiano britannico: “Un riconoscimento che ci riempie d’orgoglio e ci sprona a continuare a lavorare per una città sempre più accogliente, sicura e culturalmente viva”.

Anche personalità del mondo dello spettacolo e della cultura hanno espresso il loro entusiasmo. L’attore Toni Servillo ha dichiarato: “Napoli non è mai stata ‘difficile da capire’, è solo che non ha mai cercato di piacere a tutti. Ora che il mondo ha imparato ad ascoltarla, se ne innamora”.


Napoli, la città che il mondo aspettava

Nel chiudere il suo articolo, la giornalista del Times scrive: “Forse è questo il segreto di Napoli: non si adatta al mondo, lo costringe a cambiare prospettiva. E in un’epoca in cui molte città perdono la propria identità, Napoli resta se stessa, fiera, caotica, bellissima. E per questo, oggi, più amata che mai”.

Un elogio raro, quasi commosso, che segna una svolta: la Napoli raccontata oggi dalla stampa internazionale non è più solo quella dei contrasti e delle contraddizioni, ma quella della resilienza, della bellezza e della cultura che rinasce dalle sue stesse radici.

E se un tempo si diceva “Vedi Napoli e poi muori”, oggi forse è il caso di dire: “Vedi Napoli e ci resti. Col cuore, per sempre”.

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