Trump dichiara l’emergenza nazionale a causa delle tariffe dell’Ontario sull’elettricità che entra negli Stati Uniti
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Una crisi energetica o una mossa politica? La Casa Bianca accusa il governo canadese di minacciare la sicurezza nazionale; Ottawa replica: “Sovranità commerciale”.
Washington D.C., 9 ottobre 2025 — In un annuncio che ha già scatenato reazioni forti a livello internazionale, l’ex Presidente Donald J. Trump, attualmente candidato alla rielezione per il 2026, ha dichiarato l’emergenza nazionale in risposta alle nuove tariffe imposte dal governo dell’Ontario sull’elettricità esportata verso gli Stati Uniti.
La decisione arriva in un momento di crescente tensione tra Washington e Ottawa, con il tema dell’energia elettrica al centro di un acceso scontro diplomatico e commerciale. Secondo Trump, le nuove misure canadesi mettono “a rischio la sicurezza energetica americana” e “colpiscono direttamente il popolo degli Stati Uniti”, soprattutto negli stati di confine come il Michigan, il New York e il Vermont.
Le tariffe dell’Ontario: cosa è successo?
La polemica è esplosa dopo che, a fine settembre, il governo provinciale dell’Ontario ha annunciato un incremento del 35% delle tariffe sull’energia elettrica esportata verso i vicini Stati americani. La misura, secondo le autorità canadesi, è stata adottata per “proteggere i consumatori ontariani” dall’aumento della domanda estera e dalla conseguente pressione sui prezzi interni.
Doug Ford, Premier dell’Ontario, ha dichiarato in una conferenza stampa a Toronto:
“Non permetteremo che i cittadini dell’Ontario paghino bollette più alte perché gli americani vogliono la nostra energia a basso costo. Le nuove tariffe sono eque e rispecchiano il valore reale delle nostre risorse.”
La risposta di Trump: “Un attacco alla sovranità americana”
In un discorso tenuto ieri sera davanti a una folla di sostenitori a Scranton, Pennsylvania, Donald Trump ha annunciato la dichiarazione ufficiale di emergenza nazionale, sostenendo che le tariffe canadesi rappresentano un “attacco diretto alla sovranità e alla sicurezza energetica degli Stati Uniti”.
“Non possiamo permettere che il Canada giochi con la nostra energia. L’elettricità è vitale per la nostra economia, le nostre industrie e la nostra difesa. Questa è una guerra commerciale mascherata, e la combatteremo con ogni mezzo a nostra disposizione,” ha detto Trump.
Secondo fonti della Casa Bianca, il provvedimento consente al governo federale di mobilitare risorse straordinarie, tra cui il ricorso a fonti energetiche alternative, misure di contenimento dei consumi e potenziali sanzioni economiche contro l’Ontario.
Implicazioni economiche e politiche
La dichiarazione di emergenza nazionale ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti di economia e politica internazionale. Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno importato una parte significativa dell’energia elettrica dal Canada, soprattutto da Quebec e Ontario, grazie a una rete di interconnessione transfrontaliera altamente efficiente.
Secondo i dati forniti dal U.S. Energy Information Administration, il 12% dell’energia elettrica consumata negli stati del nord-est proviene da fornitori canadesi. Il solo Ontario copre circa il 4% del fabbisogno elettrico di New York e Michigan.
Carolyn Hastings, analista energetica presso il Brookings Institute, avverte:
“Un’interruzione o un aumento significativo dei costi dell’elettricità proveniente dal Canada potrebbe comportare rialzi delle bollette fino al 20% in alcune aree e creare gravi squilibri nella distribuzione energetica.”
Ottawa reagisce: “La nostra politica è legittima”
La reazione del governo federale canadese non si è fatta attendere. Il Primo Ministro Justin Trudeau, parlando dalla Camera dei Comuni, ha definito “inaccettabile” la decisione americana e ha respinto con forza l’accusa di comportamento ostile.
“Il Canada è un partner commerciale affidabile. Le province hanno il diritto di stabilire tariffe sulle proprie risorse secondo i principi del libero mercato e della sostenibilità. Le parole di Trump sono una provocazione elettorale, non una politica estera seria.”
Nel frattempo, la ministra degli Esteri Mélanie Joly ha convocato l’ambasciatore americano a Ottawa per una riunione straordinaria, mentre alcuni parlamentari canadesi chiedono misure di ritorsione contro prodotti americani, in particolare nel settore agricolo.
L’ombra della campagna elettorale
Molti analisti vedono nella mossa di Trump un calcolo elettorale in vista delle presidenziali del 2026. La retorica nazionalista, il linguaggio d’emergenza e la sfida al Canada — tradizionale alleato ma spesso bersaglio delle invettive trumpiane — sembrano ricalcare lo stile che nel 2016 lo portò alla Casa Bianca.
Mark Stevens, docente di Scienze Politiche alla Georgetown University, osserva:
“Trump sta cercando di mobilitare la sua base su un tema che combina sicurezza nazionale, economia e sovranità. La dichiarazione d’emergenza può sembrare eccessiva, ma è efficace in termini di comunicazione politica.”
Anche all’interno del Partito Repubblicano le reazioni sono miste. Mentre i senatori più vicini a Trump, come J.D. Vance e Josh Hawley, sostengono l’iniziativa come “un passo necessario per difendere gli americani”, altri esponenti del partito temono una escalation commerciale con il vicino settentrionale che potrebbe compromettere le relazioni bilaterali.
E ora?
La Casa Bianca ha già avviato colloqui con i governatori degli stati più colpiti, e si parla di incentivi federali per ridurre l’impatto sulle famiglie e sulle imprese. Intanto, il Dipartimento dell’Energia è stato incaricato di valutare la possibilità di aumentare la produzione interna e incentivare accordi con altri fornitori, come il Quebec o perfino la Norvegia, tramite energia liquida trasportabile.
Ma la crisi energetica potrebbe essere solo l’inizio di una nuova stagione di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Canada.
In un momento in cui il mondo guarda con preoccupazione ai conflitti globali, una frattura tra i due principali partner del Nord America rappresenterebbe un precedente pericoloso non solo per l’economia, ma per l’intero equilibrio geopolitico dell’emisfero occidentale.
Dichiarare l’emergenza nazionale per una questione di tariffe sull’energia elettrica non ha precedenti nella storia recente degli Stati Uniti. La mossa di Trump, tanto clamorosa quanto controversa, segna un punto di svolta nella campagna elettorale e nei rapporti USA-Canada.
Mentre la diplomazia cerca una via d’uscita, milioni di cittadini americani attendono di capire se le loro bollette aumenteranno — e se dietro questa crisi energetica si nasconda, in realtà, una crisi di leadership.











