Garlasco. Andrea Sempio a Quarto Grado racconta l’incontro con Massimo Lovati
Garlasco, 11 ottobre 2025 – In un clima carico di tensione, sotto i riflettori del talk televisivo Quarto Grado, Andrea Sempio ha rotto il silenzio mediatico su un episodio finora poco esplorato: il faccia a faccia con il proprio difensore, l’avvocato Massimo Lovati. Una scena che si inserisce nel travagliato e controverso contesto dell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, e che getta luce su tensioni, incomprensioni e strategie difensive.
Un incontro scomodo
La puntata del 3 ottobre 2025 ha riservato uno spazio inedito al rapporto tra Sempio e i suoi legali, in particolare con Lovati. In collegamento video, l’avvocato ha ribadito le proprie posizioni, specialmente riguardo al silenzio stampa e alla nomina del consulente Palmegiani, a cui era stato contestato di aver affermato con certezza di aver identificato il DNA sotto le unghie di Chiara. Lovati ha spiegato di aver chiesto il silenzio stampa per valutare con lucidità la reazione del consulente, negando un contrasto aperto con la collega Angela Taccia. Libero.it
Ma a far discutere è stato l’intervento successivo di Sempio, che in diretta radiofonica e mediante audio veicolati in studio ha raccontato di un “incontro di riflessione” con il legale, durato circa due ore. Durante quell’incontro, a suo racconto, non ci sarebbero state animosità né conflitti. Tuttavia, alla luce delle tensioni emerse nelle ultime settimane, l’assistito dichiara di aver deciso di prendersi qualche giorno per riflettere se confermare Lovati come suo avvocato. Libero.it+1
Quella di Sempio appare più una mossa cautelativa che un atto ostile: una dichiarazione di fiducia ancora in fieri, sospesa tra il desiderio di coesione difensiva e il timore che la forza delle dichiarazioni pubbliche del legale stia travalicando i confini del rapporto assistito‑difensore.
I temi al centro del confronto
Durante la puntata, Nuzzi ha pressato Lovati su alcuni nodi rimasti aperti nell’indagine. Tra questi, lo scontrino del parcheggio di Vigevano elemento cardine dell’alibi di Sempio è tornato spesso all’attenzione: la difesa sostiene che la famiglia Sempio sia abituata a conservare piccoli documenti (ricevute, pizzini) e che il ritrovamento improvviso dello scontrino confermerebbe la ricostruzione difensiva. Libero.it+1
Altro tema caldo: il vasetto di Fruttolo sequestrato nella villa dei Poggi, che Lovati ha evocato più volte con toni quasi sconvolti arrivando a definire un “incubo” l’ipotesi che il DNA di Sempio possa essere rinvenuto proprio lì. TGCOM24+2Agenzia Dire+2
Nel corso del dibattito, è emersa anche una telefonata post-delitto che la difesa ritiene “scagionante”: secondo Lovati, Sempio avrebbe contattato amici nelle ore successive all’omicidio, il che a suo dire esclude l’ipotesi di una fuga o di un gesto premeditato in quel medesimo arco temporale. Virgilio.it+1
Infine, Lovati ha rilanciato la sua visione più complessa e controversa del caso: le “bugie” di Stasi, secondo il legale, sarebbero la recita di un “pedina minacciata” da altre forze, e dietro al delitto ci sarebbe una rete criminale con interessi internazionali, forse legati a traffici di minori o pedofilia. TGCOM24+1
Il racconto di Sempio: febbre e scontrino
In un’altra puntata, andata in onda il 18 luglio 2025, Quarto Grado ha trasmesso la voce di Sempio mentre descriveva un episodio finora mai emerso: un presunto malore durante gli interrogatori del 2007, evento che secondo la sua versione non sarebbe mai stato verbalizzato. Un “malessere” che, secondo Sempio, avrebbe richiesto l’intervento del 118 dentro la caserma circostanza che la difesa e l’interessato hanno sempre negato con fermezza. Prima Pavia
Poi Sempio è tornato sullo scontrino: ha detto che non l’aveva presentato durante l’interrogatorio, perché gli chiesero di tornare dai carabinieri in un secondo momento per quell’ulteriore domanda. A quel punto, sua madre recuperò lo scontrino da un cassetto, e lo consegnarono; la procedura, secondo lui, fu descritta in modo da far sembrare che l’avesse sempre avuto con sé. Prima Pavia
Questi particolari non erano presenti negli atti dell’epoca, o comunque non con la medesima versione. Se confermati, rappresenterebbero elementi di discrepanza tra dichiarazioni passate e la ricostruzione storica dell’indagine.
Le reazioni — e le polemiche
Le parole di Lovati non sono passate inosservate sui social: l’appellativo “ignoranti come capre”, riferito ai genitori Sempio durante un’intervista del 10 ottobre, ha suscitato ondate di indignazione. Libero.it
In studio, invece, ha preso forma un chiarimento apparentemente conciliatorio: Sempio ha affermato che l’incontro con il legale è stato “pacifico” e che non ci sono stati screzi tangibili, almeno a suo dire. Tuttavia — e questo è il punto — ciò che viene messo in crisi sembra essere non tanto il rapporto diretto, quanto il peso pubblico che alcune dichiarazioni assumono: quando la difesa parla attraverso dichiarazioni forti in tv, fin dove si può spingere l’assistito?
Non è secondario notare come il confronto televisivo stia diventando esso stesso uno strumento di strategia giudiziaria. Le parole pronunciate in diretta hanno risonanza nell’opinione pubblica e possono influire su percezioni, pressioni e linee difensive.
Un passo nel vuoto difensivo?
L’episodio dell’incontro, il tentativo di definire un assetto fra difesa e assistito e le tensioni emergenti gettano una luce interessante ma inquietante sul cuore della strategia difensiva. Finora, Lovati ha occupato uno spazio centrale nell’arena pubblica, fornendo interpretazioni forti e tematizzazioni larghe (reti criminali, traffici oscuri) e non semplicemente riferendosi ai dettagli tecnici dell’inchiesta.
Sempio, per la sua parte, appare come il punto nodale su cui governare questa tensione: non del tutto sottomesso alle scelte del difensore, ma nemmeno in grado (o disposto) a recedere da un rapporto che rappresenta per lui l’ultima ancora in un mare di incertezze investigative e mediatiche.
In un contesto così complesso, con una riapertura dell’inchiesta che ha messo in gioco non solo prove scientifiche ma anche narrazioni e percezioni pubbliche, quell’incontro e la sua eco televisiva potrebbe trasformarsi in un momento decisivo.
Sarà da vedere nei prossimi giorni se Sempio confermerà Lovati o se deciderà di “ristrutturare” la difesa; e sarà altrettanto interessante verificare se la Procura o gli avversari processuali vorranno cogliere spazi in queste tensioni per esercitare pressioni o avanzare nuove letture.
Una cosa è certa: il caso di Garlasco non è mai stato solo un fatto di scienza forense, ma una drammatica partita mediatica e psicologica — e l’incontro tra il difensore e l’indagato si inserisce ora al centro di quel racconto.











